L’ambasciatore armeno incontra le imprese livornesi
La Camera di Commercio come tramite tra le imprese livornesi e l’Armenia. Questo il positivo risultato dell’incontro svoltosi ieri 20 maggio con l’ambasciatore della Repubblica d’Armenia in Italia Sargis Ghazaryan, da un anno impegnato nel prestigioso incarico.
L’ambasciatore era in visita già dal mattino all’Università di Pisa dove ha svolto una lectio magistralis. Accompagnato dal Dott. Andrea Giannotti, nel pomeriggio è stato accolto in Camera di Commercio dal presidente Sergio Costalli e si è intrattenuto a lungo con un pubblico di imprenditori interessati a scambi commerciali con il Paese. Poi, a sorpresa, ha accettato di fare una breve passeggiata per raggiungere l’antica chiesa degli Armeni in via della Madonna, in cui ha avuto una guida d’eccezione nella persona del Prof. Giangiacomo Panessa.
La relazione che l’ambasciatore ha svolto, tratteggiando le caratteristiche della Repubblica armena da un punto di vista soprattutto economico, ha suscitato molta attenzione e domande specifiche degli imprenditori: Ghazaryan, oltre a rispondere, ha proposto alla Camera di Commercio di raccogliere i quesiti, unitamente ai contatti delle varie imprese, promettendo di dare un rapido, ulteriore riscontro più approfondito.
L’Armenia – ha spiegato l’ambasciatore, che ha 36 anni ed ha studiato in Italia – è un Paese che si raggiunge con tre ore di volo: è una nazione in crescita nonostante la crisi mondiale. Ciò che ha colpito lui stesso quando dall’Italia è tornato in Armenia dopo il 2002, è stato vedere il dinamismo dei suoi coetanei nel fare impresa e nel dedicarsi al servizio pubblico, nonostante il Paese vivesse ancora il retaggio dell’Unione sovietica.
Ghazaryan ha tenuto a precisare che in Armenia il rapporto tra impresa e cittadino è stato digitalizzato, che una srl si registra in un quarto d’ora via internet, che l’imposta sul reddito è fissa attorno al 20%.
Il made in Italy ha un mercato in Armenia e i grandi marchi producono in questo Paese. E citando la passione di Churchill per il cognac armeno, l’ambasciatore ha passato in rassegna i principali settori economici della nazione, dalla viticoltura (il vino armeno è stato – ha detto – la rivelazione dell’anno 2013) al settore farmaceutico e parafarmaceutico, alle energie alternative, fino al turismo che è cresciuto del 40% negli ultimi tre anni, prima limitato al solo aspetto religioso e ora allargatosi ai centri termali e alle vestigia della civiltà mesopotamica.
Da alcuni mesi – ha proseguito l’ambasciatore Ghazaryan – sono sorte inoltre tre zone franche, dedicate all’agrobusiness, all’high tech (nanotecnologie, software) e al settore orafo.
Ha concluso l’incontro il presidente Costalli complimentandosi con l’ambasciatore per il quadro da lui tratteggiato.
In Italia – ha osservato – due sono state nel passato le città con forte presenza armena: Livorno e Venezia. Erano le città più libere in Italia – ha detto il presidente.
Nel nostro Paese – ha soggiunto – per fare economia in modo migliore occorrerebbe andare a riscoprire le radici della nostra storia, i motivi per cui abbiamo avuto una significativa evoluzione e siamo riusciti ad affermarci fino ad essere il 5° Paese industriale del mondo. La nostra storia ci sia maestra di vita – ha proseguito il presidente della Camera di Commercio. Un popolo è tanto più libero quanto più può commerciare, e il nostro lo ha fatto orientandosi verso il Mediterraneo, il vicino Oriente e le Americhe. E’ necessario riscoprire queste linee portanti di un possibile sviluppo economico, ottenere minori livelli impositivi e acquisire maggiore libertà di impresa. Livorno è stata questo per secoli: innovazione, multi cultura, economia. E proprio nel commercio, nella “mercatura”, vi è garanzia di pace e stabilità sociale, ha voluto concludere il Presidente.
La visita all’antica chiesa degli Armeni, purtroppo ridotta alla sola, splendida facciata, ha concluso la visita dell’ambasciatore Ghazaryan, il quale ha assicurato l’impegno a far sì che i luoghi italo-armeni costituiscano un elemento di interesse comune ai due Paesi.
Riproduzione riservata ©