Il presidente Eni a Confindustria: “Qui investiremo 150 milioni di euro”. Squinzi: “Diamo segnali a questo Paese”

LIVORNO – “Per noi il polo di Livorno è molto importante”.  E’ questa la risposta forte e decisa del presidente di Eni Giuseppe Recchi ospite dell’assemblea d Confindustria a Livorno che ha ribattuto così  alla domanda se Eni volesse ancora dismettere la raffineria. “Abbiamo molte divisioni di Eni in Toscana, una grande raffineria, produciamo elettricità, opera la Syndial nelle bonifiche ambientali. Abbiamo un piano di investimenti nel quadriennio di circa 150 milioni di euro”. Un chiaro segno che da qui Eni non vuole certo andare via, anzi. Un forte investimento che dovrebbe proprio essere spalmato in quattro anni per rafforzare il punto nodale sulla costa toscana.
Nel corso dell’assemblea ha preso la parola anche il presidente Squinzi. “Ha fatto bene il presidente Letta a mettere in cantiere nel merito un progetto specifico, denominato ‘Destinazione Italia’ sull’attrazione degli investimenti esteri nel nostro Paese”. Ha sottolineato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi.  “Un progetto finalizzato -ha aggiunto – a lavorare innanzitutto nei due anni che ci separano dall’Expo”. “Vediamo cosa uscirà da questo tavolo. La vicenda non è tanto di per sé l’Expo 2015, bisogna veramente dare dei segnali di svolta a questo Paese”. Ha aggiunto Giorgio Squinzi, in riferimento al tavolo convocato per  oggi al ministero del Lavoro. “Non possiamo restare nello status quo bisogna cambiare, e la vicenda Expo è una di queste”.

L’esamina di Recchi, presidente del Comitato Investitori Estreri di Confindustria, ha puntato il dito sull’energia. “L’energia è la benzina della crescita”. “L’Europa è  in crisi – ha detto-  ma nel resto del mondo continua a esserci una grande domanda di energia”.  , Recchi ha risposto osservando: “Il costo dell’energia, al netto delle accise, ci vede allineati con i Paesi europei sia nella parte industriale sia in quella retail- ha spiegato Recchi rispondendo alle domande  sullo studio di Bankitalia, che indica tra le criticità italiane l’alta pressione fiscale e il costo dell’energia – Le differenze si accentuano quando si considera l’impatto fiscale. Però in questo caso c’è poco da fare”.

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