L’Autorità Portuale: “Sarà un 2016 più sicuro”
È stata una commissione consultiva pre-natalizia, quella che i vertici dell’Authority hanno convocato quest’oggi: in un clima festivo, apertosi con gli auguri di buone feste fatti dal commissario Gallanti ai rappresentanti dell’organo consultivo di Palazzo Rosciano, è stato presentato il Piano di Formazione 2016.
Ad illustrarne i contenuti i responsabili della formazione in Apl, Livio Stefanelli e Sonia Avanzoni, che hanno impostato la programmazione degli interventi sulla base di una serie di incontri avuti in precedenza con gli operatori e le imprese portuali.
Per l’anno venturo, l’Authority intende concentrare le sue energie sulla sicurezza e sulla gestione delle emergenze in ambito portuale e logistico, temi tornati drammaticamente di moda dopo gli ultimi incidenti che hanno coinvolto alcuni lavoratori portuali.
I corsi messi in piedi dall’Apl mirano a implementare le competenze sugli aspetti normativi, procedurali di sicurezza durante le operazioni di imbarco da banchina e di stivaggio a bordo, e a rafforzare le conoscenze e le capacità tecniche dei rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza di Sito Produttivo.
Non solo: verranno anche organizzate iniziative formative finalizzate a fornire gli strumenti e le conoscenze per valutare i rischi derivanti dalla movimentazione dei carichi nelle attività portuali/logistiche e ad analizzare le problematiche legate alla gestione coordinata delle attività svolte in contemporanea da più soggetti nell’ambito di uno stesso ciclo produttivo.
«Il nostro obiettivo principale – ha detto Gallanti – è quello di migliorare i livelli organizzativi e di sicurezza del lavoro e favorire una maggiore produttività ed efficienza nei servizi offerti. Sul tema della security stiamo facendo e faremo la nostra parte».
Dal 2007 la Port Authority ha formato circa 560 persone. Dal 2011 l’APL è anche il capofila di un progetto ambizioso che ha coinvolto otto autorità portuali (Trieste, Venezia, Ancona, Bari, Napoli, Piombino, Marina di Cararra e La Spezia) e che ha permesso agli enti interessati di strutturare un sistema di formazione condiviso che è attualmente in fase di sperimentazione.
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