Porto, bilanci a raggi X. Ecco tutti i conti
Quasi 34 milioni di euro in conto capitale, con un incremento di ben 12 milioni rispetto all’anno precedente. Tanto ha speso, nel 2015, l’Autorità Portuale per realizzare e manutenere le infrastrutture in ambito portuale. La demolizione subacquea del vecchio muro di banchina della calata Bengasi, il banchinamento della Darsena Calafati; il prolungamento dello sporgente Elba, i lavori per la costruzione del Cunicolo che attraverserà il Canale di accesso in porto, il confezionamento della gara per la Piattaforma Europa, l’ultimazione dei lavori di costruzione della seconda vasca di colmata e tutte le attività di dragaggio (da quelle che hanno interessato i fondali prospicienti la Darsena Toscana a quelli di approfondimento dell’imboccatura del porto): sono le principali voci di spesa che hanno portato l’Apl ad intaccare anche il proprio avanzo di amministrazione, dimagrito, in 12 mesi, da gennaio a dicembre del 2015, di appena 100mila euro.
Il quadro contabile che emerge dal bilancio consuntivo presentato quest’oggi in Comitato Portuale dal dirigente amministrativo Simone Gagliani, offre una visione completa delle priorità politiche dell’Autorità Portuale: «L’amministrazione ha speso di più rispetto all’anno passato in infrastrutture e dragaggi – ha commentato il presidente Gallanti -, il bilancio è il frutto di un attento lavoro di squadra che non ha trascurato nessuna voce: oggi continuiamo a investire sul territorio, non esitando a utilizzare, quando necessario, la parte disponibile dell’avanzo di amministrazione pur migliorare l’infrastrutturazione del porto ed i suoi fondali, così da creare nuove opportunità di lavoro».
L’analisi dei dati dell’anno passato mette in evidenza importanti risultati: nel 2015 sono stati impegnati 49 milioni di euro, di cui 34 per gli interventi infrastrutturali, e 13 per spese correnti. Sul fronte delle entrate, invece, nel 2015 l’Autorità Portuale ha incamerato 39 mln di euro, di cui 18,9 dalle tasse sulle merci imbarcate e sbarcate, di ancoraggio ed erariali; 12,9 da proventi relativi alla riscossione dei canoni demaniali (tra concessioni, occupazione temporanea e accosti pubblici). In diminuzione, invece, le entrate in conto capitale, principalmente a causa della mancata assegnazione del fondo Iva, la cui ripartizione tra i porti è proporzionale rispetto ai livelli di traffico di ogni singolo porto. Rispetto ai 5,5 milioni di euro ricevuti dallo Stato l’anno scorso, quest’anno non è arrivato niente, senza alcuna giustificazione formale da parte del Mef.
Nel suo complesso l’APL presenta al 31/12/2016 un saldo finale di cassa di 85 milioni di euro e un avanzo di amministrazione complessivo di 46,746 milioni di euro, di cui una parte vincolata per quasi 22 milioni ed una parte, 10,8 milioni, destinata a copertura del disavanzo del bilancio di previsione 2015.
«Dal bilancio emergono due dati fondamentali – ha detto Gagliani -: primo di tutto, un controllo rigoroso delle spese di gestione, risultate minori rispetto a quelle preventivate nel bilancio di previsione, e secondo: una aumentata capacità di spesa per il miglioramento del porto. I dati contabili dimostrano la virtuosità della gestione portata avanti dall’Ente».
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