Capitaneria, 325 salvataggi in un anno. Tutti i numeri del bilancio 2013
I controlli sulle attività diportistiche sono stati, in tutto, 3378 con un incremento del 27%, rispetto all’anno
Si chiude un 2013 molto intenso per la Direzione Marittima della Toscana, comandata dall’Ammiraglio Arturo Faraone. In un cordiale incontro in Capitaneria a Livorno, con gli organi di stampa e televisioni locali, è stato tracciato un bilancio delle attività svolte dagli uffici marittimi della regione, dislocati sui 550 chilometri della fascia costiera Toscana, comprese le isole dell’arcipelago. 500 militari hanno assicurato lo svolgimento delle numerose funzioni istituzionali di competenza delle quattro Capitanerie di porto, due Uffici circondariali marittimi e diciannove uffici minori, dipendenti dalla Direzione Marittima livornese.
Compiti operativi e di prevenzione che percorrono diverse linee di attività che contribuiscono tutte insieme a garantire la tutela della sicurezza degli utenti del mare. Il settore operativo comprende uomini e mezzi specializzati per il soccorso in mare. 35 mezzi nautici, tra motovedette e gommoni veloci, sono equipaggiati da personale con una formazione di elevato profilo per operare nel primo soccorso agli infortunati ed al salvamento in mare. 325 sono state le persone salvate nel 2013 con 214 interventi in mare per soccorrere ed assistere 112 imbarcazioni. Durante il periodo estivo è stata garantita, anzi aumentata di due unità (Capraia e Castiglioncello), nonostante le carenze di fondi, la presenza delle postazioni di “Mare Sicuro” che hanno operato il salvataggio di 129 persone e l’assistenza a 43 imbarcazioni, con un leggero incremento percentuale rispetto al 2012. Un eccezionale aumento hanno avuto le richieste pervenute al numero blu di emergenza Guardia Costiera, il 1530, con un +150% rispetto all’anno 2012, grazie all’intensa opera di valorizzazione effettuata nel periodo estivo, nel più ampio contesto promozionale della sicurezza in mare e sulle spiagge.
Nell’ambito operativo, inoltre, non può non citarsi il ruolo della Guardia Costiera per le ricerche dei dispersi avvenute nei mesi di settembre e ottobre, dopo il raddrizzamento del relitto della “Costa Concordia”, operazione per la quale l’Ammiraglio Faraone è stato nominato coordinatore. Le operazioni hanno permesso di trovare i resti di una delle vittime, e di riconsegnarla ai propri cari. Di rilievo, deve considerarsi anche il contributo della Direzione Marittima livornese alle ricerche di persone scomparse, in applicazione dei piani delle Prefetture toscane. Il riferimento specifico va ai noti casi di Roberta Ragusa e Marco Vento, per i quali sono state effettuate numerose missioni dedicate. L’attività operativa in mare è stata costantemente coordinata dalla Sala Operativa del 2°MRSC della Guardia Costiera di Livorno, anche attraverso l’utilizzo dei sistemi di monitoraggio del traffico marittimo, al quale è stato dedicato personale appositamente istruito. A seguito dell’entrata in vigore del decreto Passera/Clini, le Capitanerie di porto della Toscana hanno implementato l’attività di controllo, anche attraverso il sistema c.d. “pelagus”. Grazie a tale sistema, sono state sanzionate 20 navi (17 straniere e 3 nazionali) che hanno violato i limiti di distanza imposti dalla normativa e dalle ordinanze locali (principalmente nelle acque prospicienti le isole di Gorgona e Capraia e la riserva delle Secche della Meloria). Importante funzione, inoltre, è stata quella legata al controllo delle navi in entrata/uscita nel/dal porto di Livorno, svolta dalla Sala Operativa mediante l’impiego di un sistema già da tempo collaudato, il c.d. “Port Approach Control” che permette di osservare il cono di entrata/uscita dello scalo labronico. Nel 2013 si è sostanzialmente confermato il dato dell’anno precedente, con circa 6.200 navi monitorate.
Nell’ambito della prevenzione, l’attività tecnico-amministrativa, legata principalmente ai settori della sicurezza della navigazione, traffico e diporto, del demanio marittimo, dell’ambiente ed al controllo della filiera ittica, hanno fornito quel valore aggiunto alla sicurezza in generale che rappresenta il fattore centrale per il regolare svolgimento delle attività marittime, sia imprenditoriali che sportive e ricreative. Si tratta delle più ampie funzioni di polizia marittima che si concretizzano nella regolazione e disciplina degli ambiti marittimi e portuali che costituiscono volano per l’economia del mare e dei porti. Le ordinanze balneari, attraverso cui vengono dettate le regole di comportamento nel corso dell’estate e la disciplina del traffico marittimo, costituiscono i più significativi esempi del valore che viene attribuito all’attività preventiva a tutela della sicurezza. A fronte di tali compiti tecnico-amministrativi, si sviluppa l’attività ispettiva di controllo, concentrata nei settori di pertinenza della Guardia Costiera. Gli ispettori del “Port State Control” dei nuclei delle Capitanerie toscane hanno compiuto oltre 100 ispezioni a bordo di unità battenti bandiera estera, al fine di verificarne la conformità alla normativa internazionale in materia di sicurezza della navigazione e di tutela ambientale. Le predette ispezioni hanno condotto al fermo di 12 unità ed al bando, ossia il divieto di ingresso in tutti i porti comunitari, di 4 navi. Nell’ambito dei controlli sulle attività diportistico-balneari un importante impulso è stato rappresentato dall’iniziativa ministeriale denominata “Bollino blu”. Il progetto, valorizzato dalla Direzione Marittima di Livorno, attraverso una puntuale attività di coordinamento delle risorse nautiche delle Capitanerie di porto toscane e con il concorso di tutti i mezzi assegnati alle varie forze di polizia, ha riscontrato nelle acque toscane un grande successo, raggiungendo, più che in altre zone, gli obiettivi che si proponeva. Infatti, quasi tutti i 2.000 “Bollini” sono stati distribuiti dalle motovedette in mare alle unità da diporto trovate in regola con le norme di sicurezza e con i documenti di bordo, evitando così la duplicazione dei controlli in mare. I controlli sulle attività diportistiche sono stati, in tutto, 3378 con un incremento del 27%, rispetto all’anno 2012, per un totale di 469 sanzioni, raddoppiate rispetto all’anno precedente.
Sotto l’aspetto ambientale, l’attività svolta dai mezzi in mare per il monitoraggio delle acque dell’Arcipelago Toscano e della Riserva Marina della Meloria si è concentrata soprattutto nel periodo estivo e di maggior traffico. Tale attività è stata rinforzata, con circa 900 ore di missioni dedicate, grazie a due importanti convenzioni stipulate a livello nazionale e locale. La prima, tra il Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto ed il Ministero dell’Ambiente, la seconda, stipulata tra la Direzione Marittima di Livorno e l’Ente Parco Arcipelago Toscano, grazie alla quale si è potuta garantire, a fronte di contributi finanziari per le missioni delle motovedette, la salvaguardia e la tutela delle acque del mare toscano. Non può sottacersi, comunque la costante attività di monitoraggio ambientale che la Direzione Marittima di Livorno con uomini e mezzi nautici dislocati all’Isola del Giglio svolge in quelle acque, interessate dalla presenza del relitto della nave “Costa Concordia”. Sono state circa 700, quest’anno, le uscite dei mezzi della Guardia Costiera, specifiche per il monitoraggio delle acque e del controllo sul corretto svolgimento delle attività del cantiere che opera sul posto per la rimozione del relitto. L’azione preventiva è stata completata con le attività ispettive svolte dai militari della Direzione Marittima di Livorno. Quale Centro Controllo Area Pesca della Toscana, infatti, sono stati coordinati i controlli sulla “filiera ittica” nella regione. L’attività è stata condotta, in mare, sanzionando la pesca illegale, a tutela delle risorse ittiche e dell’ecosistema marino in generale, ma anche a salvaguardia delle attività professionali, minacciate da pescatori definiti pseudo-sportivi. Circa 50 sono state le sanzioni per pesca sportiva e 17 sequestri. In totale, per le attività di pesca illegale sono stati elevati 110 verbali e sequestrati 20 attrezzi da pesca di cui 8 a strascico. Con l’entrata in vigore degli obblighi di tenere a bordo un sistema di identificazione automatica per i pescherecci (AIS), è stato possibile dalla Sala Operativa di Livorno scoprire l’attività illecita di un motopesca viareggino all’interno dell’Area marina protetta Secche della Meloria, e deferire all’Autorità Giudiziaria il capobarca. Dal maggio del 2014, tutti i pescherecci dovranno essere equipaggiati con tali sistemi. Intensa è stata l’opera di prevenzione sulla filiera commerciale effettuata su tutto il territorio toscano, non solo costiero. Dai centri della grande distribuzione, ingrossi, industrie per la conservazione, centri di somministrazione degli alimenti, fino al dettagliante, sono stati effettuati oltre 2.800 controlli a tutela dei consumatori, soprattutto finalizzati a scoprire la tracciabilità dei prodotti,salvaguardando gli acquisti dalle frodi e dagli inganni. Ispezioni che hanno trovato riscontro in oltre 330 illeciti di cui 44 penali. In totale, tra attività ispettiva a terra ed in mare sono state comminate sanzioni per circa 429.000 euro. I dati sull’attività di controllo pesca sono risultati sostanzialmente in linea con quelli del 2012. Quasi 20 le tonnellate di prodotto ittico sequestrato. Ai controlli “sul campo”, tuttavia, da quest’anno, si sono aggiunte numerose “verifiche incrociate” quotidiane che, tramite i nuovi sistemi di banca dati a disposizione delle Capitanerie, permettono di monitorare i passaggi commerciali dei prodotti ittici immessi sul mercato e controllarne il percorso, valutandone la congruenza tra quantità dichiarate e commercializzate. Da quest’ultima attività sono state riscontrate violazioni per un ammontare di 12.000 euro.
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