“Tari, noi commercianti snobbati dal Comune”. Chiesta sostituzione dei vertici Aamps

Buongiorno Livorno, Partito Democratico, Forza Italia e Città Diversa hanno chiesto la sostituzione dei vertici Aamps “a seguito del comportamento tenuto dagli stessi vertici nella gestione della vertenza dei lavoratori Cooplat”. La richiesta viene a seguito, secondo i capi gruppo dei partiti, “di una necessità di rilancio dell’azienda dal punto di vista industriale e della missione come gestore di un servizio essenziale per la città”.
La protesta dei commercianti – “Costrette ad assistere da spettatori passivi alle decisioni che, una volta approvate, decideranno della propria sopravvivenza o meno – questo il destino incredibile cui sono in questo momento destinate le centinaia di piccole e medie imprese del commercio del Comune di Livorno”  dichiarano all’unisono Confesercenti e Confcommercio.
“Quasi come in un macabro spettacolo, in comune si discute di numeri e percentuali, rimbalzano dati e previsioni sulle varie aliquote (Tasi, Tari, Imu e quant’altro) senza che a nessuno pare sia mai venuto in mente di considerare che, dietro a questo valzer di informazioni che trapelano dalle pagine dei quotidiani locali, ci siano imprese, posti di lavoro, persone e famiglie” continuano le due Associazioni “come se il tessuto economico di Livorno non fosse già abbastanza compromesso”.
A rendere ancora più dura la posizione delle due Associazioni che rappresentano il settore del commercio, il fatto che più volte è stato chiesto all’Amministrazione Comunale di fissare un incontro per avviare un confronto sulle imposte locali senza che mai questa richiesta sia stata evasa. Un modo poco responsabile di gestire una criticità che potrebbe, se mal gestita, portare al fallimento di numerose imprese (specie quelle dei settori della ristorazioni, dei negozi di frutta e verdura, dei fiorai e via dicendo) che già al momento “è bene ricordarlo a tutti, stanno pagando una TARI tra le più alte d’Italia”.
“Siamo perfettamente consapevoli – e di questo vorremmo parlare anche con l’Amministrazione Comunale – che un ulteriore aumento della TARI sulle imprese (così come ventilato in questi giorni) di un 14-18% sarebbe semplicemente inconcepibile a meno di voler annientare il sistema economico legato alle piccole imprese del commercio (il che ci pare in netto contrasto con quanto, in questi mesi, incessantemente ripetuto da tutta la nuova Giunta circa il valore e l’importanza del commercio di vicinato nel percorso di rilancio economico comunale …)”. In altre parole le Associazioni ritengono che non sia più procrastinabile, da parte dell’Amministrazione Comunale, un incontro che avvii un confronto capace di ragionare in modo responsabile sulle modalità di definizione delle tariffe, capace di calmierarne il peso in funzione dell’obiettivo prioritario che è quello di garantire la sopravvivenza delle imprese.
Ci attendiamo, nel bene e nell’interesse degli imprenditori che rappresentiamo, che l’Amministrazione ci convochi quanto prima e che ripensi anche alla tempistica di approvazione del bilancio: approvarlo ora, prima che venga deliberata a livello nazionale la Legge di Stabilità, significherebbe complicare ed allungare inutilmente i tempi per una chiara a definitiva individuazione delle aliquote delle tasse locali, ingenerando ulteriori inutili incertezze tra gli operatori economici”.

Allarme anche dalla Cna –  “Le imprese soffrono, chiudono, non riscuotono ed il Comune di Livorno vuole alzare ulteriormente loro le imposte? Forse non si sono resi conto che non sono un bancomat! Già molte di esse fanno da banca alle partecipate come Aamps non riscuotendo i propri crediti, adesso si chiede a tutte le aziende di sobbarcarsi non solo una suddivisione del costo del servizio iniqua fra cittadini e imprese, ma anche di pagare per quelli che non pagano: è inaccettabile!” Così il coordinatore comunale di Cna Livorno Dario Talini commenta il rincaro del 14-18% per le utenze non domestiche prospettato dalla giunta aggiungendo “Siamo ben lontani dalle promesse elettorali fatte dall’allora candidato sindaco Nogarin che nelle risposte date alle 10 domande fatte ai candidati dalle imprese aveva prospettato una riduzione delle imposte a carico delle aziende. Moltissime imprese pagano già a parte, e salatamente, il conferimento a smaltitori autorizzati dei propri rifiuti speciali derivanti dalla produzione e la piccola riduzione fatta dal Comune sulla quota variabile in base a questa voce, viene abbondantemente rimangiata con gli aumenti della Tari. Il Ministero dell’Economia ha chiarito che “nella determinazione della superficie assoggettabile alla Tari, non si deve tener conto di quella parte di essa ove si formano, in via continuativa e prevalente, rifiuti speciali al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a proprie spese i relativi produttori”: non si tratta quindi della sola possibilità del Comune di ridurre la quota variabile, ma dell’obbligo di ridurre le superfici assoggettate alla Tari, quindi, per molte aziende, solo gli uffici e i servizi igienici. Rimaniamo poi estremamente perplessi di come queste discussioni vengano fatte letteralmente sopra la testa delle aziende, senza minimamente coinvolgere le loro associazioni di rappresentanza, con uno stile in cui non ci riconosciamo e che contestiamo. Dopo questi primi mesi di governo – conclude Talini – è bene che la Giunta su questi temi fondamentali si apra al confronto ed alla verifica perché la situazione delle aziende è disastrosa”.

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