Programmazione, gestione e idee: le parole chiave di Idà per una “Livorno bellissima”

Il candidato a sindaco di Sinistra Ecologia e Libertà presenta il suo programma in vista delle primarie del 16 marzo

di Arabel Padovan

“E’ l’inizio di un’avventura che durerà due settimane, l’obbiettivo è grande, ma noi abbiamo un bell’equipaggio e ce la possiamo fare”. Ha presentato così,  l’architetto Roberto Idà, agli intervenuti, nella sede di SEL di via Gori il 28 febbraio, la sua squadra e il suo programma. Ha puntato tutto sulla “forza delle idee” durante il suo discorso “Noi le idee le abbiamo e per questo possiamo vincere questa gara” ha detto a proposito delle primarie di centrosinistra che lo vedono protagonista nella corsa a candidato sindaco.
“A differenza di altri, noi non siamo la rappresentazione di un apparato, non abbiamo bisogno di arrivare a determinati ruoli perché non sappiamo fare altro, di questa politica non ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno invece di una politica che sia fatta da persone che hanno esperienza. Non abbiamo vissuto esclusivamente di politica, pur ritenendo la politica, un elemento basilare della vita delle persone. Abbiamo fatto politica per passione. Quello che ci contraddistingue è che noi non abbiamo capi”. Ha espresso la convinzione del risultato l’architetto, pur essendo consapevole di dover “correre tanto e nonostante – come lui stesso ha affermato – qualcuno ci denigri un po’”.

I perni fondamentali del suo programma: la cultura, la riqualificazione della città, l’istruzione e la formazione, l’apertura della città all’esterno, puntando su questi elementi ha detto Idà “Riusciremo a dare una speranza a tutti quelli che sono stanchi di una certa politica, facciamogli vedere che i sogni si possono realizzare”. Le tre esigenze prioritarie per Livorno sono, secondo il candidato sindaco di SEL, la programmazione, avere idee che rendano possibile la gestione delle risorse e il lavoro.
In merito alla città, Idà ha detto “ Livorno è una città funzionale, accessibile, aperta, ha delle particolarità e delle risorse infinite, non necessita di un’assistenza dall’esterno, ma in un mondo fortemente globalizzato, deve interagire nell’ambito di un’area vasta, creando  sinergie che diano alla città la possibilità di aumentare le proprie risorse e potenzialità ”.
Secondo lui, il piano strutturale di Livorno, “non va discusso con Collesalvetti e Pisa (chiaro il riferimento al discorso dell’altro candidato sindaco Ruggeri ndr), questo dovrebbe essere invece un piano costiero che comprenda un’area che partendo da Livorno, assimili “Pisa, Lucca, la Versilia, luoghi in cui si concentrano risorse incredibili, si creerebbe così una piattaforma che assumerebbe una valenza internazionale. La mia visione al futuro per la città, parte da questo elemento”.
“Livorno è bellissima”, sarà questo lo slogan del programma dell’architetto, che ha parlato della particolarità della città, della sua architettura moderna (riferendosi alle costruzioni del settecento/ottocento), del suo meraviglioso ambiente, di un patrimonio che va sviluppato e potenziato investendo in cultura.
Altro punto fondamentale, del programma di Idà, la visione di una città dei cittadini, che ha spiegato così: “Il rapporto tra amministrazione e cittadini deve essere strettissimo e i cittadini devono sentire propria la città, partecipando alla vita di questa. Il modello dovrebbe essere quello dei paesi scandinavi, anche dal punto di vista dell’efficienza dei servizi, attraverso la semplificazione della burocrazia, un’altra opportunità per attrarre risorse e rendere migliore la vita del cittadino. Per far ciò è necessario rendere più efficiente l’amministrazione, anche attraverso la giusta formazione del personale”.
Tema caldo, affrontato dall’architetto di SEL è quello del nuovo ospedale, che in proposito si è espresso dicendo: “Sono d’accordo sul nuovo ospedale, ma non sulla dislocazione a Montenero, quello assolutamente no. Bisogna vedere se ci sono penali in caso della mancata realizzazione in quel luogo. Non tutte le voci concordano in merito alla questione”.

 Infine due domande. Qual è stata la pecca della politica livornese degli ultimi anni?
“Di fondo, alla politica  livornese negli ultimi anni sono mancate le idee. Il nostro programma si è posto come obiettivo quello di avere idee e di raccogliere molte delle idee della gente, riguardo temi fondamentali quali: i rifiuti, il decoro delle strade, la manutenzione dei beni pubblici”.

Idà, qual è il “quid” in più del suo programma, rispetto agli altri candidati sindaco di centrosinistra?
“Il quid in più viene dalla capacità di avere una visione complessiva organica e di come ci si arriva. Io non sono un tuttologo, io ho la fortuna – per il mestiere che faccio – di avere rapporti con molti esperti, persone che hanno anche contribuito a scrivere il mio programma. La mia visione del futuro per la città, è per questo una visione interdisciplinare ed ho chiaro cosa sia necessario fare per arrivare a questo modello.”

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