Il sindaco: “Le regole di Ait fanno…acqua”

Il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin va alla carica sulla questione della presidenza dell’Ait, l’autorità idrica toscana e sottolinea, con un gioco di parole, come le regole facciano acqua da tutte le parti.
“Nella prossima assemblea del 30 ottobre avremo finalmente la risposta al quesito della presidenza dell’Autorità Idrica Toscana – spiega il primo cittadino in una nota – portando con noi i pareri legali e un po’ di consenso raccolto dagli utenti e dai comitati in giro per la toscana, che mi sento onorato in quel contesto di rappresentare. Regione Toscana, dopo essere stata interpellata in modo molto cauto, ma ben conoscendo come stanno le cose oggettivamente – continua Nogarin – , se ne tira fuori e rimanda il tutto direttamente all’assemblea. Sarà un vero piacere giocarsela ancora una volta uno contro tutti, ma sempre dalla parte dei cittadini e dei comitati”.
Ma il sindaco è un fiume in piena. “Oltre alle ben note posizioni in merito alle questioni sui rimborsi sugli investimenti – scrive l’amministratore pentastellato-  avrò di che ridire sul bilancio e inoltre chiederò conto sulla questione relativa alla contaminazione da fibra di amianto nelle acque di tutta la toscana. Dopo aver letto un documento prodotto nel 1995 dalla Fondazione Maugeri proprio sulla città di Livorno, e in considerazione della circolare del Ministero della Sanità del 1 Luglio 1986 n° 42 e della risoluzione del Parlamento Europeo del 2013 circa le cause di tumore all’apparato digerente, mi chiedo: Quali e quante analisi sono state prodotte ? Se sono state effettuate, dove sono i risultati? Se non sono state effettuate, per quale motivo non si sono fatte?”.
“Inoltre – prosegue il sindaco-  molti giornalisti in questi giorni mi hanno inoltre chiesto un parere circa la possibile newco unica per la gestione del servizio idrico in Toscana. La mia risposta in merito è piuttosto semplice. Appare evidente come il Pd ancora una volta allontana, attraverso lo “Sblocca Italia”, il cittadino dal bene pubblico, e non prende minimamente in considerazione quanto fu deciso in quel 12 e 13 giugno 2011 circa la ripubblicazione del servizio idrico. Infatti lo Sblocca Italia impone ai comuni di diluirsi nelle società di gestione dei servizi pubblici fino a diventare minoritaria. Questo è molto pericoloso ed espone gli Enti Locali alla progressiva estromissione dalla gestione del servizio attraverso successive ricapitalizzazioni decise dai soci privati che i Comuni non avrebbero risorse per assecondare diminuendo le relative partecipazioni azionarie. Per i privati è un ottimo affare – spiega il primo cittadino-  accantonando capitali senza obbligo di investimenti in beni e infrastruttura, ottenendone un beneficio in quanto le rendite sarebbero garantite fino al 7% tramite la tariffa pagata dagli utenti. Questo è il paradosso. Oggi ci troviamo nelle condizioni in cui è più vantaggioso acquisire azioni di una società di questo tipo assicurandosi una resa elevata. Tutto questo senza che ci siano migliorie per il servizio non costringendo quindi nessuno ad investimenti di alcun tipo”.

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