Nogarin deve avere 100 milioni. Ecco chi deve pagare. Lem: verso il trasferimento o la chiusura
di letizia
Da quando è nata, nel 1997 a oggi la Fondazione Livorno euro mediterranea, meglio conosciuta come Lem, ha ricevuto dalle casse comunali 2 milioni e 200 mila euro, a cui si devono aggiungere il milione e mezzo arrivato dallo Stato e i circa 100.000 euro stanziati dall’Unione Europea. A distanza di diciotto anni le finalità di divenire un punto di raccolta specializzato, di produzione di materiale informativo e scientifico per la conoscenza e lo studio delle molteplici realtà del Mediterraneo e di studio delle politiche e delle iniziative per la tutela dei naviganti, del mare e delle coste del nostro mare sembrano essere venute meno. Così la pensa il sindaco Filippo Nogarin, che rispondendo a un’interrogazione fatta dalla maggioranza in cui venivano elencati i costi della Fondazione e la relativa perdita di oltre 22 mila euro, ha annunciato l’intenzione di “trasferire la sede del Lem dal Palazzo dei Portuali a un edificio comunale oppure addirittura pensare di chiuderla. La Port Authority ha già espresso la volontà di volersi sfilare e sono dell’idea che anche noi dovremo pensare a che cosa fare”. Ciò sarebbe utile anche alla luce del fatto che la Fondazione non ha alcuna proprietà, ma solo un oneroso contratto di locazione: “Dal tenere in piedi la Livorno euro mediterranea i soci fondatori non traggono alcun vantaggio, per cui l’unico motivo dell’esistenza della Fondazione – ha aggiunto il primo cittadino – è dato dall’erosione del capitale sociale che si ha col pagamento del canone di affitto”.
100 milioni di crediti: Durante il Consiglio comunale è toccato poi all’assessore al bilancio Gianni Lemmetti fare l’elenco dei crediti vantati dall’amministrazione comunale, ora in anticipazione di cassa per 21 milioni: “L’Asl ci deve 4 milioni e 137mila euro, mentre complessivamente tra Stato e Regione siamo in attesa di 46 milioni di euro. Al momento ne abbiamo riscossi solo dieci per le spese correnti, per quanto riguarda i trasferimenti in conto capitale abbiamo da riscuotere 27 milioni a fronte di un incasso di uno solo, facendo un conto dunque siamo a meno 26 milioni di euro e ne avanziamo 65”. Insieme a Stato e Regione la fetta più consistente di crediti è data da Aamps, la cui cifra da avere ammonta a 25.8 milioni: “sono soldi che abbiamo anticipato – ha spiegato Lemmetti – e che non abbiamo riscosso dai cittadini”. Infine i crediti verso le altre partecipate ammontano a 15 milioni e 881mila euro.
Approvata la variazione al programma dei lavori pubblici – Inoltre è stata approvata, coi soli voti della maggioranza e l’astensione degli altri gruppi, la seconda variazione al programma triennale dei lavori pubblici che prevede la messa in sicurezza di alcune parti del Mercato centrale, la riapertura di via Falcucci a Quercianella e l’installazione di alcuni semafori sul viale Carducci, per i quali esiste la possibilità che vengano recuperati dalla dismissione degli impianti semaforici nelle strade in cui si stanno costruendo le rotatorie. Il piano triennale dei lavori pubblici, è bene ricordarlo, sarà portato avanti attraverso un’anticipazione di cassa di milioni di euro derivanti dalle casse comunali. “Vorrei fare presente al Consiglio – ha affermato Nogarin – che una delle problematiche maggiori che ci ha portato alla rimodulazione del piano delle opere dei lavori pubblici, è dovuto al fatto che aspettiamo dalla Regione un’ingente somma. Si tratta di un ritardo che ci mette in grande difficoltà, invece un puntale pagamento avrebbe potuto permettere alla città di proseguire con la programmazione degli interventi di cui necessita”.
Riproduzione riservata ©