Il sindaco di nuovo sotto scorta. Solidarietà da Ruggeri, Romano, Cna e don Razzauti
Dopo neanche pochi mesi dall’ultimo episodio intercettato dalla polizia municipale alla radio in cui una voce parlò di uccidere il sindaco, Alessandro Cosimi è nuovamente sotto scorta a causa di nuove minacce. Stavolta niente voci nell’etere, ma un cartoncino con il logo per il parcheggio dei disabili e una sua fotografia sotto al tergicristallo di una macchina in uso alla sua famiglia.
L’episodio risalirebbe a qualche giorno fa quando l’autovettura era parcheggiata sotto casa del sindaco. A fronte di questo nuovo episodio il questore Cardona ha disposto nuovamente la scorta per il nostro primo cittadino. Le minacce nei confronti del politico, se andiamo indietro nel tempo, arrivarono anche via posta quando all’interno di un plico indirizzato al sindaco vennero rinvenuti dei proiettili.
Di quest’ultimo caso si sta occupando la Digos. Difficile al momento l’attribuzione di una matrice e di un significato specifico che, in ogni caso viene preso in massima considerazione dagli inquirenti in un momento di particolare tensione sociale e politica per la città.
La condanna di Ruggeri – “Voglio esprimere la massima solidarietà al sindaco Cosimi, vittima di una sequela di gesti gravissimi di cui mi auguro davvero vengano individuati i responsabili. Confido quindi nella celerità delle forze dell’ordine perché venga fatta presto chiarezza: sono minacce che destano preoccupazione e non devono essere sottovalutate”. Così Marco Ruggeri, capogruppo Pd Regione Toscana, esprime la sua solidarietà al sindaco Alessandro Cosimi, dopo l’ennesimo messaggio minatorio ricevuto.
La condanna di Andrea Romano, coordinatore provinciale Idv Livorno – Dopo le nuove gravissime minacce al sindaco di Livorno esprimo a nome dell’Italia dei Valori solidarietà ad Alessandro Cosimi ed alla sua famiglia, oltre alla massima preoccupazione per questi gesti minatori che colpiscono non solo il diretto interessato ma anche la praticabilità politica e democratica della Città. Riteniamo che a Livorno si sia superato da tempo il livello di guardia, mescolando proteste e rivendicazioni con inaccettabili episodi di violenza, minacce, insulti. Per questo chiediamo uno sforzo particolare alle istituzioni competenti perché i responsabili siano prontamente individuati e messi in condizione di non ripetere simili gesti ne’ di mettere in pratica le loro pericolose minacce.
Cna – La Cna provinciale di Livorno esprime piena solidarietà al sindaco di Livorno Alessandro Cosimi per le nuove minacce ricevute. Si tratta di un atto che non può e non deve trovare alcuna giustificazione e di cui la Cna auspica che gli autori vengano al più presto individuati e perseguiti. Nel confronto democratico possono esserci critiche e disapprovazioni anche totali, ma mai si deve passare il limite del rispetto della persona e del ruolo, sconfinando addirittura nell’intimidazione e nella violenza.
Don Paolo Razzauti, vicario della Chiesa livornese, su Fb – Torno a ripetere che al Sindaco si possono fare tutte le critiche o gli elogi possibili – scrive Razzauti – ma sempre nella luce del rispetto e dei valori democratici. Ma quando si scende a colpire la persona (e con lui tutta la sua famiglia) allora si scende sul piano di un “terrorismo” che non posso e, mi permetto di dire, non possiamo accettare. La persona va sempre tutelata e rispettata, anche perché noi giudiciamo ciò che vediamo, l’esteriorità, ma che cosa ne sappiamo di ciò che c’è nel cuore di quella persona? Ed è il cuore che conta e non tutto il resto”. “Il sindaco, spesso, deve prendere anche decisioni non popolari – prosegue don Razzauti – ma non per questo che qualcuno sia utorizzato a minacciarlo ed a mettere la sua vita sotto scorta. Dove è andato a finire il senso di rispetto dei livornesi? Dove sono andati a finire i valori dei quali siamo sempre andati fieri? E allora, anche se a volte posso non condividere le posizioni del sindaco, in questo momento mi sento di dire, di gridare “forza Alessandro”, le persone serie sono con Te. Un abbraccio a Te e alla tua famiglia, ancora una volta colpita ingiustamente.
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