Kutufà: “Il mio successore continui le lotte intraprese”
di letizia
Alla vigilia del voto per il nuovo presidente della Provincia Giorgio Kutufà ha convocato la stampa per tracciare un bilancio al termine dei dieci anni di mandato. Quello che si concluderà ufficialmente lunedì, quando si conoscerà il nome del successore, è stato il mandato come ha ricordato lo stesso presidente uscente più lungo della storia repubblicana dell”istituzione provinciale, dieci anni e quattro mesi. “ In tutto questo tempo ho sempre agito ispirandomi alla Costituzione – ha affermato Kutufà visibilmente emozionato – portando avanti il principio della reale collaborazione istituzionale sia con i vari prefetti e questori che si sono succeduti, sia con governi o amministrazioni che non erano del mio stesso colore politico, con la convinzione che solamente un territorio coeso possa dare risultati”. Il presidente uscente non ha fatto mistero di nutrire dei dubbi riguardo alla riforma delle province voluta dal governo Renzi: innanzitutto su quello che sarà il risparmio dello Stato, secondo Kutufà la riduzione dei costi derivante dalla modifica delle province sarà “inferiore a quello deciso dalla presidente Laura Boldrini riguardo all’abbassamento degli stipendi ai dirigenti della Camera dei deputati”. In secondo luogo vi è la questione del doppio ruolo: sia che vinca il candidato del Pd Alessandro Franchi sia che venga eletto il candidato di Assemblea Democratica Giuliano Parodi l’incarico di presidente della Provincia si andrà ad aggiungere all’impegno di sindaco che già hanno rispettivamente a Rosignano Marittimo e Suvereto: “ Ho sempre osteggiato quest’aspetto – ha aggiunto Kutufà – aggravato dal fatto che il nuovo presidente non avrà ad affiancarlo una giunta, ciò che più amareggia è di dover consegnare il testimone di una struttura depotenziata”. Le elezioni provinciali si svolgono pochi giorni prima di appuntamenti importanti: martedì al ministero delle infrastrutture si terrà un incontro tra sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti, il viceministro Riccardo Nencini, il presidente della Regione Enrico Rossi e i soci Sat sull’autostrada Tirrenica:
“Il corridoio tirrenico sia dal punto di vista viario sia ferroviario è inadeguato- ha commentato il presidente uscente – e anche col provvedimento Sblocca Italia i finanziamenti per l’area costiera sono stati trascurati”. Il 23 ottobre invece al Ministero dello sviluppo economico ci sarà l’incontro tra il viceministro Claudio De Vincenti, l’assessore regionale alle Attività produttive e al Lavoro, Gianfranco Simoncini, il governatore della Toscana Rossi sulla sorte dell’Eni di Livorno: riguardo alla raffineria Kutufà si dice dispiaciuto della possibilità di ridimensionare o di vendere l’impianto, aggravata dal fatto che Eni sia un’azienda a prevalente partecipazione statale e che quest’anno abbia visto aumentare i propri profitti: “ Mi auguro che chiunque verrà – ha commentato il presidente della Provincia – continui a portare avanti queste battaglie sul territorio, cercando di difenderlo il più possibile. Il mio timore è che i finanziamenti si concentreranno tutti sulla nuova città metropolitana fiorentina sfavorendo aree come la nostra”. Nelle casse della Provincia a oggi ci sono 40 milioni di euro e se il patto di stabilità fosse allentato potrebbero essere spesi 10-12 milioni. Kutufà è soddisfatto dei risultati raggiunti a Palazzo Granducale tuttavia a chi gli ha chiesto se ripercorrendo questi dieci anni cambierebbe qualcosa il presidente uscente ha risposto:“Mi sento di avere qualche responsabilità relativamente alla questione della discarica del Limoncino, che si è verificata tra il primo e secondo mandato, ritengo però che la remineralizzazione dovesse essere fatta e chi chiede legalità e fa polemiche strumentali sono coloro che per primi non rispettano la legge”.
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