“Inascoltati dalle istituzioni sulla Darsena Ultralight”
di Jessica Bueno
Il progetto della Darsena Europa continua ad essere al centro di numerosi dibattiti riguardanti difficoltà, costi, impatti lavorativi e ambientali. “Abbiamo un problema di varie incognite messe in discussione – afferma Vladimiro Mannocci, segretario di Rifondazione Comunista – In questo clima, volevamo dare certezze, speravamo che ci fossero risposte certe da parte delle istituzioni che mettessero in luce questi interrogativi. Abbiamo l’impressione che ci sia qualche elemento di non chiarezza”.
Buongiorno Livorno e Rifondazione Comunista più di un mese fa hanno lanciato la loro proposta di progetto “Darsena Ultralight”, definita anche ‘step 0.5’, per cercare di dare una veloce soluzione alle esigenze del porto. “E’ una proposta molto più chiara – continua Mannocci – che prevede l’utilizzo dell’attuale ingresso al porto (“Bocca Sud”) e in cui non è previsto l’abbattimento della diga della Meloria (utilizzata invece come diga modulare per accogliere navi di nuova generazione, arretrando la banchina). Meno dragaggi, navigabilità sicura ed efficace operatività del terminal. Tutto questo dovrebbe essere portato a termine nel giro di 3-4 anni circa. Non siamo tecnici, è una proposta politica di programmazione. Nel frattempo attendiamo risposte da parte delle istituzioni che finora non ci hanno ascoltato”.
“Ci deve essere la priorità – continua sulla stessa linea Andrea Raspanti, Buongiorno Livorno – di dare risposte occupazionali e agli operatori portuali in tempi brevi. Quanto tempo occorrerà per costruire la Darsena Europa nella configurazione attuale? A nostro parere è sovradimensionata. La differenza non la faranno gli spazi, ma i tempi in cui verranno ottenuti e la rete logistica che verrà implementata. Esistono reali condizioni di finanziabilità? E per quanto riguarda i termini temporali? Qual è l’aspettativa che città e lavoratori devono nutrire rispetto alla struttura? Chiediamo chiarezza. Dopo la proposta della ‘Darsena Ultralight’ non abbiamo avuto alcuna convocazione da parte della commissione che si occupa dell’assetto del territorio. Nessuno sta rispondendo. Abbiamo tentato la via istituzionale, dove vengono prodotti gli atti. Adesso mi sento legittimato ad usare il mezzo stampa per fare in modo che i cittadini abbiano coscienza dei problemi esistenti”.
“La mia impressione – afferma Mannocci – è che questa vacuità sia dovuta alla volontà di voler gestire questa partita in termini elettoralistici e non istituzionali. Il sindaco sa che a valle di queste anomalie giuridiche c’è il fatto che i ministri non stanno nominando presidenti ma fanno i commissari. Pur essendo a conoscenza di questo non ha mosso foglia per questa causa. Tutto deve tornare sui binari istituzionali, bisogna chiarire con serenità i problemi e trovare soluzioni. Non possiamo permettere che un’infrastruttura sia realizzata tra 5-6 anni, sarà inutile”.
“Si perderanno possibilità di futuri investimenti – conclude Raspanti – e anche quelli attirati finora. Ci sono protocolli specifici, credo che le risposte siano quantomeno urgenti. Dobbiamo inoltre difendere i lavoratori e le lavoratrici dalle eventuali ricadute occupazionali. La partita non può essere sacrificata sull’altare delle elezioni regionali, noi non ne facciamo parte e non tiriamo acqua al nostro mulino. E’ un tentativo di dare un contributo al dibattito politico affinché si comprenda l’incertezza e la complessità del caso. Vogliamo anche stimolare le istituzioni alla ricerca di soluzioni”.
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