Parlano i fuoriusciti M5S: “Riammetteteci”
I tre consiglieri hanno anche annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Nogarin
Della serie: “E’ brutto dire ve l’avevo detto ma…ve lo avevo detto”. Così il gruppo consigliare Livorno Libera, formato dai tre consiglieri espulsi del Movimento 5 Stelle, buttati fuori il 14 dicembre scorso a seguito della loro decisione di non “fiancheggiare” la decisione della maggioranza di far passare l’ormai noto concordato su Aamps, ha parlato alla stampa chiedendo la riammissione all’interno del Movimento 5 Stelle e presentando una mozione di sfiducia al sindaco. “Alla luce di quanto è accaduto di recente al sindaco e all’assessore Lemmetti al riguardo degli avvisi di garanzia ricevuti sulla vicenda dell’assunzione dei precari e sul concordato, ancora una volta siamo sicuri di questo: noi ci siamo comportati da veri 5 Stelle e non gli altri. E’ per questo che chiediamo di essere riammessi e che gli altri che hanno sostenuto il il sindaco vengano espulsi”.
Un quadro che capovolgerebbe non poco gli equilibri se fosse ascoltato dai vertici pentastellati romani. “In questi mesi avevamo informato i vertici del M5s delle possibili condotte illecite del sindaco Nogarin insieme alla sua giunta – dicono in conferenza stampa Giuseppe Grillotti,
Alessandro Mazzacca e Sandra Pecoretti – Ma nessuno ha ascoltato le nostre parole. Avevamo anche inviato una lettera al prefetto in data 7 dicembre sulla nostra opinione al riguardo dell’infattibilità del concordato. Ma quando abbiamo fornito le motivazioni per le quali non avremmo potuto appoggiare questo modo di gestire la cosa pubblica in maniera privatistica e con totale disprezzo della legge e dei principi del Movimento, ci siamo sentiti dire che se avessimo votato contro la maggioranza saremmo stati messi alla porta. E così è stato. Avevamo il dovere civico e morale di non votare secondo la maggioranza e, adesso, anche la magistratura sembra affermare che avevamo ragione noi”.
Quindi cosa chiedete alla luce di tutto questo?
“Il sindaco ha gestito la macchina amministrativa comunale come se fosse una cosa di sua proprietà. Se, come sta accadendo la magistratura dovesse confermare che avevamo ragione noi tre, quello che chiediamo è di essere reintegrati nel Movimento 5 Stelle. Abbiamo adempiuto ai doveri cui dovrebbe adempiere ogni cittadino che entra nelle Istituzioni: denunciare il malaffare e la mala gestione. Ma anziché essere premiati, il Movimento 5 Stelle nazionale ha agito come un chirurgo che asporta la gamba sana invece di quella malata. Per questo chiediamo la riammissione nel Movimento e l’espulsione immediata dei consiglieri e di tutti quelli che hanno sostenuto il sindaco e che continuano a farlo”.
Abbiamo capito bene? Chiedete l’espulsione dei 16 consiglieri di maggioranza?
“Avevamo denunciato da tempo il fenomeno degenerativo che stava colpendo il Movimento 5 Stelle cittadino. E continuiamo a farlo, nonostante la magistratura si sia attivata per porre fine a queste condotte. E’ per questo motivo che affermiamo in modo determinato, forte e chiaro che nessuno dei sedici consiglieri di maggioranza dovrebbe più occuparsi della cosa pubblica, dopo che il Comune sarà caduto”.
Il Comune cadrà?
“Si Carthago delenda est, dicevano i latini. Il Comune deve cadere. Chiediamo le dimissioni del sindaco e della sua giunta. Sì a nuove elezioni quanto prima”.
Mozione di sfiducia – I tre consiglieri hanno anche annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Nogarin, considerato che – si legge nel testo della mozione – “in più circostanze si è violato il diritto alla discussione, partecipazione e al confronto, facendo venir meno il principio espresso dall’articolo 17 dello Statuto comunale sui compiti del Consiglio, relativi a determinazione dell’indirizzo politico amministrativo generale del comune, controllo dell’attuazione e adozione degli atti”. Per poter presentare la mozione di sfiducia occorrono le firme di 13 consiglieri, quindi due quinti del totale. Tra i firmatari della mozione oltre i tre promotori anche Marco Valiani.
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