Aamps, un altro indagato Il Pd: “Piena fiducia nei pm”
Nel pomeriggio di lunedì 1° febbraio Fommei e Nebbiai in procura per gli interrogatori. L'ex assessore: "Ritengo di non avere compiuto alcun atto illecito"
Oltre a Valter Nebbiai c’è un altro indagato nel registro dei pm per il caso Aamps. Si tratta dell’ex dirigente generale della partecipata Lorenzo Fommei. Sabato era finito nel registro degli indagati l’ex assessore al bilancio della giunta Pd, Valter Nebbiai. Insieme a lui, come sembra, ci sarebbero altre 8 persone sono finite nel mirino dei pubblici ministeri Massimo Mannucci e Arianna Ciavattini. Intanto Bacci e Bellandi del Pd manifestano piena fiducia nella magistratura (clicca qui per leggere l’intervento dei due) Dalla Procura ancora bocche cucite sul tipo di inchiesta messa in campo dai pm ma quello che è certo è che l’ex amministratore è tra le persone messe sotto inchiesta dai magistrati.
L’accusa nei suoi confronti sarebbe quella di aver concesso, in concorso con il dirigente Fommei, un maxi sconto alla ditta Elia (di circa 250mila euro) sul debito della Tia. Per gli inquirenti l’accusa nei loro confronti quindi è la stessa: indebita induzione a dare o promettere utilità.
Alle 18 circa di lunedì 1° febbraio l’ex numero uno al bilancio è stato ricevuto in Procura insieme al suo avvocato di fiducia, Beppe Batini, per l’interrogatorio in programma con gli inquirenti. Prima di lui, dentro gli uffici di via Falcone e Borsellino anche l’ex dirigente generale Fommei.
E intanto Beppe Grillo dalle pagine twitter non manca di attaccare i rivali politici con una cinguettata velenosa: “Il M5S sta ripulendo Livorno. Ex assessore Nebbiai è l’#indagatoPd del giorno per falso in bilancio e abuso d’ufficio”.
Il sindaco Nogarin, contattato telefonicamente per avere un commento sulla vicenda, si limita solamente a dire che da “amministratore di questa città di Livorno non mi fa per niente piacere”.
“Consideratala imparzialità e correttezza che la stampa ha sempre avuto anche nei confronti della mia persona ed per una doverosa informazione -scrive Valter Nebbiai alle redazioni della stampa locale a sua difesa -ritengo opportuno rendere noto che ho ricevuto un avviso di garanzia per presunte induzioni che, nella mia qualità di assessore al bilancio, avrei effettuato nel 2013 sui vertici di Aamps per indurli a raggiungere un accordo transattivo tra essa Aziena e la Società F.lli Elia, a definizione di annoso contenzioso alla Tia applicatale. Tengo a precisare – continua la lettera di Nebbiai- e di tanto darò sicuramente prova, che il mio intervento si limitò a consentire un contatto tra Azienda ed i vertici aziendali, affinché le parti verificassero, ovviamente nel rispetto delle norme vigenti, se vi fosse la possibilità di trovare un accordo, considerato che detta azienda di trasporti attraversava un periodo di gravissime difficoltà economiche, in procinto della presentazione, come poi ha fatto, di ricorso ad un procedimento concorsuale e con il concreto rischio di trasferire le proprie attività da Livorno in altro terminal che essa aveva in Italia, con conseguenti rilevanti perdite occupazionali per la nostra città.
Ho quindi semplicemente cercato – continua a scrivere l’ex assessore – di dare un’indicazione, che anche oggi seguirei perché la ritengo opportuna, guardandomi bene da imporre consiglio ad alcuno, sia perché privo di poteri che la legge Bassanini non riconosce agli assessori, sia perché non depositario di delega su Aamps. Da rilevare, come noto, che transazioni in materia fiscale e tributaria fra Stato e contribuenti sono, non solo legittime, ma all’ordine del giorno, e quindi tanto più possibili tra società Spa controllate e utenti, soprattutto, come nel caso di specie, riguardano fatturazioni per servizi resi”.
L’ex assessore Nebbiai poi passa alle conclusioni. “Per concludere -scrive nel finale della lettera – tengo quindi a far notare che, una volta suggerito detto contatto, di questo problema non mi sono più occupato, non ho quindi partecipato né allo svolgimento, né alla conclusione della transazione poi intervenuta tra le parti ed il cui esito mi fu comunicato solo ad accordo raggiunto, una volta che le parti lo avevano sottoscritto, con l’assistenza dei rispettivi uffici legali e dopo lunga e difficile trattativa. Ritengo quindi che le parti, data anche la presenza dei rispettivi legali, abbiano quindi individuato, una soluzione di comune interesse che non solo poneva fine ad un anno contenzioso, ma garantiva anche un proseguo di introito per l’Azienda. Ritengo pertanto non solo di avere compiuto alcun atto illecito, ma anzi – pur essendomi limitato solo a suggerire alle parti di incontrarsi, di avere cercato di dare soluzione ad uno dei tanti problemi della città”.
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