Esclusivo. Nogarin: “Fra 4 anni lascio”

di gniccolini

La bicicletta che gli ricorda il nonno, gli skateboard nel bagagliaio dell’auto con cui giocare nei parcheggi liberi, la Rete da cui è difficile staccarsi anche su di un’isola deserta e Moby Dick che torna nella sua vita a psicanalizzarlo nei momenti più bui. Il primo cittadino a Cinque Stelle, Filippo Nogarin, l’ingegnere prestato alla politica entrato nella storia cittadina per aver scardinato il potere della sinistra labronica, si confessa a Quilivorno.it in 37 domande che spaziano dalla politica al personale, dai suoi gusti più intimi ai suoi sogni. Così tramite le pagine del quotidiano online cittadino il sindaco Nogarin si mette a nudo e rivela i suoi credi, i suoi dubbi e le sue speranze. Camicia beige in tono con il maglione paricollo color terra bruciata, pantalone scuro e in mano un libro appena comprato a Firenze sul caso Moro intitolato “Complici”. In tasca la sua chiavetta usb e il suo iPhone. Ecco come si presenta negli uffici di Quilivorno.it Filippo Nogarin pronto per essere “interrogato”.
Ecco a voi in esclusiva, a distanza di quasi un anno dalla sua elezione, la prima intervista a 360° a Filippo Nogarin.

Il primo pensiero appena ha capito di aver vinto il ballottaggio?
“Il primo pensiero, oltre ad una grande gioa, è stato quello di avere un grosso senso di responsabilità nei confronti di una città che comunque con questo esito del ballottaggio ha investito nel cambiamento qualcosa di importante. Impersonifico un’aspettativa alta e la responsabilità l’ho sentita fin da subito quasi come una cosa fisica, concreta, palpabile”

NOGARIN FESTEGGIA LA SERA DELLA SUA ELEZIONE A SINDACO DI LIVORNO

E cosa è cambiato nella sua vita da quella notte?
“Tutto. La mia vita è stata stravolta. Completamente. Io non ho più la mia vita di prima”.
Le manca il suo lavoro di ingegnere?
“Si mi manca soprattutto perché prima riuscivo ad avere dei ritmi che mi permettevano di recuperare, che in qualche modo contemplassero il senso del riposo. Adesso questo non c’è più. Non mi riposo più. La notte oltre a pensare tanto a volte vengo svegliato dalla polizia municipale magari per firmare un Tso o piuttosto dai carabinieri per altre faccende. L’attività è talmente convulsa che ormai sono sindaco h24 e sette giorni su sette. Quando mi chiedi cosa mi è cambiato sostanzialmente mi è cambiato questo. Non c’è un ritmo circadiano, è totalizzante. Un termine che ho usato altre volte ma che contraddistingue una missione di questo tipo”.

Un eroe è colui che è costantemente d’esempio nella vita. Una persona che con il quotidiano sia un esempio da imitare

NOGARIN INSIEME AL VESCOVO MONSIGNOR GIUSTI

Cos’è per Lei un eroe?
“Un eroe è colui che è costantemente d’esempio nella vita. Una persona che con il quotidiano sia un esempio da imitare e da prendere come metro di valutazione”.
In politica esistono le amicizie?
“Io credo che l’amicizia vada al di là della politica, nell’esercizio del mandato politico non si può mescolare l’amicizia con la politica ma nella politica sono convinto si possano incontrare anche delle belle persone al di là del valore politico. Non credo però che le due cose possano andare a braccetto
Un suo sogno…
“Sarò retorico ma io vorrei lasciare Livorno migliore di come l’ho trovata. Pensare tra quattro anni di cedere il passo e lasciarla un pochino meglio. Lasciarla in una condizione tale di permettere a chi governerà di farlo nel migliore dei modi, anche meglio di come l’ho fatto io”.
Ha detto cedere il passo a chi verrà dopo di Lei. Ciò significa che, vada come vada, non pensa ci possa essere un secondo mandato del sindaco Nogarin? Per Lei 5 anni sono anche troppo dunque?
“Se veramente ci misuriamo con questo senso del tempo, del ritmo, dedicare completamente, ma dico veramente completamente, la propria vita ad una missione, perché io considero questo lavoro una missione, per cinque anni io credo veramente di avere dato. Tornerò a fare il mio lavoro da ingegnere, tutta la vita”.
Ma neanche se venisse da Lei Beppe Grillo e Le dicesse di continuare perché ha fatto bene?
“Grillo in questo caso non c’entrerebbe niente. Questa sarebbe una decisione che spetterebbe solo ed esclusivamente a Filippo Nogarin. Questo è un rapporto con la città. Penso che questo sia l’unico metodo di misura. E ve lo dico a quasi un anno di distanza dalla mia elezione: francamente un mio secondo mandato la vedo come una possibilità remotissima. Non penso che umanamente si possa dedicare dieci anni della vita a questo lavoro, per lo meno non a questi ritmi”.

La mia paura più grande? Di non essere all’altezza di questa missione. Fra quattro anni? Basta, a questi ritmi impossibile fare il sindaco

IL SINDACO INSIEME A MOSER PER LA PARTENZA DELL’ETRUSCA

La sua paura più grande?
“Di non essere all’altezza.  Di non avere le capacità. Sto affrontando questo percorso con umiltà. Mi sono messo a disposizione. Quando le cose non le so fare mi metto a studiare, quando c’è bisogno di chiedere aiuto chiedo aiuto. Lo sto facendo con il senso di mettermi veramente al servizio. E’ questo lo spirito con cui ho intrapreso questo percorso. La mia paura in sostanza è quella di trovarmi davanti a situazioni dove nonostante questo atteggiamento io dimostri un’incapacità. Questo sarebbe un dispiacere grande soprattutto per il senso di responsabilità che ho verso la città”.
Passiamo ad un argomento decisamente più leggero. Il suo fumetto preferito e perché.
“Ne ho due in realtà. A me piace tantissimo Ken Parker perché mi ricorda tantissimo il mondo western e tutta la realtà che mi lega a mio padre. E il mio fumetto senza dubbio preferito è Martyn Mystere per la mia storica passione per la storia”.
Android o Apple? Che tipo è?
“Devo rispondere in modo un po’ ambiguo. Il mio spirito è senza dubbio Android, sono uno che viene dal mondo Linux, free market eccetera. Però, c’è un però. Riconosco che ciò che offre Apple, soprattutto sul piano dell’affidabilità, è un pochino più alto. Quindi pur battendo il cuore nel mondo Linux, devo riconoscere che Apple è Apple. Ho infatti un telefonino Apple in tasca”.
Quando si arrabbia, che succede?
“Beh non capita spesso ma quando succede…dieci giorni fa ad esempio ho rotto un cellulare lanciandolo contro un muro…è capitato anche questo”.
In tasca non manca mai?
“Una pennina Usb, sempre. Io ho la mia pennina storica (e la mostra sorridente ndr) che non mi lascia mai. Segreti nascosti dentro? Forse qualcuno un’occhiatina qui dentro ce la vorrebbe dare (conclude la risposta ridendo ndr)”.

Non mi arrabbio spesso ma se capita…ho rotto anche un cellulare lanciandolo contro un muro

Su un isola deserta…tre oggetti a cui non potrebbe rinunciare.
“Un telefonino per rimane collegato con il mondo. Ora come ora faccio una certa fatica a rinunciarci. Poi un libro di narrativa, di svago puro e una sdraio.
L’ultima volta che ha chiesto scusa?
“Ieri. Capita spesso nelle mie giornate. Non mi fa fatica, per me è una cosa normale. L’ultima volta ero alla stazione a Firenze, ho dato una spallata inavvertitamente ad una signora a cui ho chiesto scusa e lei ha chiesto scusa a me”.
Il primo ricordo della sua vita? 
“Uno dei primi ricordi che ho è molto tenero e riguarda la mia infanzia a Venezia quando  il mio canino Mustachì, un cockerino rosso, che veniva a dormire con me nel mio lettino”.

Il viaggio ideale non esiste. Il viaggio ideale è quello che ti nutre, che ti permette di confrontarti e di crescere

NOGARIN SUL PALCO DEL MODIGLIANI FORUM INSIEME AL DALAI LAMA POCHI GIORNI DOPO LA SUA ELEZIONE A SINDACO


Il viaggio ideale?
“Non esiste un viaggio ideale in particolare. Il viaggio ideale è quello che faccio quotidianamente, quello che ti nutre che ti permette di confrontarti di crescere, il viaggio è la vita. Il mio viaggio ideale è vivere la vita cercando di non buttarla via, percorrere la strada spendendola bene”
La Livorno che sogna?
“Io sogno una Livorno che sia un pochino più a misura d’uomo e che ritrovi un pochino più di unità. Sono orgogliosamente convinto che Livorno si meriti di essere collocata da un punto di vista regionale e nazionale in una posizione migliore rispetto a quella che è, e vedere una città che spesso si riduce ad un dibattito interno feroce mi fa pensare che molte di queste energie non le stiamo mettendo per poter collocare la città dove si meriterebbe”.
Quali sono i suoi scrittori di culto? 
“I grandi classici a me piacciono tantissimo. C’è  però un libro del cuore che quando non sto bene rileggo a scopo quasi terapeutico: ed è Moby Dick. Quel libro è un qualcosa che mi fa entrare in un percorso, quel libro è come il mio psicologo. Un libro assolutamente straordinario, scritto in modo fantastico e rileggerlo ogni volta mi fa sentire dentro quella città, dentro quei paesaggi, dentro quella balena. Poi i grandi classici riscoperti anche da adulto come i Malavoglia ad esempio, che quando lo lessi alle superiori magari sbuffai per la noia.
Ma anche Kerouac. Io sono un grande lettore e purtroppo devo dire che non riesco più a farlo con continuità, riesco magari a leggere tre capitoli ma perdo il senso di continuità che un libro richiede per evadere per ritrovare la tua dimensione, il tuo coccolarti”.

Un libro a cui sono molto affezionato è Moby Dick, lo rileggo sempre quando sono giù

IL SINDACO IN VISITA ALL’ASILO L’ALVEARE IN VENEZIA

L’ultimo libro che ha letto?
“Sarebbe meglio dire l’ultimo libro che ho concluso è quello di Adriana Zarri: “Un eremo non è un guscio di lumaca”. Molto interessante. Ma mi manca tantissimo poter finire un libro a causa del mio lavoro”.
Cinema o teatro?
“Sarò impopolare ma dico cinema tutta la vita”.
Che cos’è l’arte per Filippo Nogarin?
“L’arte è una delle espressioni più belle del vivere, è una grossa componente della felicità. Sono assolutamente convinto che l’arte, anche semplicemente vissuta, guardata migliora la qualità del vivere. Una delle componenti che dovrebbero toccare la vita quotidiana di ogni individuo”.
E cosa si dovrebbe fare per l’arte?
“Si dovrebbe avere il coraggio di individuarla per quella che è, quindi senza strumentalizzarla, ghettizzarla, senza metterla dentro a degli involucri. E’ una espressione del vivere e valorizzata e incentivata per quello che è. La formazione scolastica che abbiamo purtroppo non ci permette di individuare l’arte come una qualità del vivere ma ce la fa individuare come uno degli elementi espressivi delle forme con cui l’arte si cerca di definirla. Poi se viaggi, se incontri persone che di arte vivono ti rendi conto che l’arte è qualcosa di profondamente differente”.

Se credo in Dio? Credo nell’Uomo e nell’intelligenza collettiva

Crede in Dio?
“Credo nell’Uomo. Credo nell’intelligenza collettiva. C’è un altro libro che potrei citare come uno di quelli che ha condizionato molto il mio pensiero. E’ un libro di un fisico quantistico, Talbot, che si intitola “Tutto è uno” e in cui si parla di questa visione d’insieme a cui io tendo molto”.
Le piace cucinare?
“Tantissimo. E anche mangiare. Per quanto riguarda la cucina mi diletto, è una delle cose che mi fanno rilassare. Ho fatto un sacco di corsi di cucina, una volta vinsi anche un concorso con Montersino che è un cuoco di micro-pasticceria. La cucina la vivo proprio come un momento di relax e condivisione con gli amici, un momento di convivialità con gli amici”.
La sua specialità?
“Il couscous, piatti etnici e i risotti. E con i couscous mi permetto anche degli abbinamenti arditi e coraggiosi”.
Lo sa che le livornesi la considerano molto affascinante?
“Questa è una trappola, e questa domanda l’ha scritta sicuramente Mario Cardinali (ride ndr). Non mi sento tale e non credo che sia vero”.
Il suo sportivo preferito? E perché?
“E’ per me una domanda difficile. Perché come l’eroe per me il gesto sportivo è riscontrabile nel quotidiano e dovrebbe essere di ogni giorno. Non ho un’icona o un poster di uno sportivo in particolare. Mi piacciono gli sport: come ad esempio il rugby e sono incuriosito tantissimo dal baseball, ma non ho un mito sportivo in particolare. Forse se ne dovessi dire uno direi Gilles Villeneuve nella Formula Uno”.
Auto, moto, scooter o bicicletta?
“Senza dubbio bicicletta. La bici mi lega molto a mio nonno. Secondo me la bici è il mezzo più rivoluzionario che l’uomo abbia mai inventato. Con la bicicletta ho proprio un rapporto umano d’amore vero. E il senso di libertà che ti dà la bicicletta quando pedali non te lo regala nessuna altra cosa al mondo. Mi ricordo ancora mio nonno che a 70 anni si ruppe il femore. Appena si rimise in sesto la prima cosa che volle fare fu quella di rimettersi in sella alla bicicletta…come non capirlo…”.

La bicicletta è il mezzo più rivoluzionario che l’uomo abbia mai inventato

IL PRIMO CITTADINO IN VERSIONE “ULTRAS” IN CURVA NORD CON I TIFOSI DEL LIVORNO CALCIO

Il suo rapporto con il Livorno calcio e la tifoseria?
“Il mondo del calcio non lo conoscevo molto e ovviamente non è che lo conosco nemmeno bene ora. Ancora posso dire di non capirlo, sono un ignorante della materia. Mi piace però, mi diverte, mi diverte molto l’essere il dodicesimo giocatore in campo. Questo senso di appartenenza che ho respirato quando sono andato in curva con i ragazzi. Questa è una sensazione molto bella e capisco cosa vuol dire essere tifoso: mi ha dato veramente delle gioie grandi. E quando mi sono confrontato con qualche ultrà e con qualcuno della Curva è stato molto bello e divertente. Il Livorno Calcio quindi è diventato per me qualcosa di importante, è stato una bella scoperta”.
Il suo look preferito: camicia e maglione alla Marchionne o abito alla Berlusconi?
“Nessuno dei due. Direi che mi sento più a mio agio con un look casual più che con giacca e cravatta ma ci sono delle situazioni in cui l’etichetta, per un sindaco, lo impone. Fecero scalpore anche le mie scarpe e le mie stringhe colorate ma forse per qualcuno il fatto di avere personalità può rappresentare un problema”.
 Al polso porta un braccialetto. Cos’è?
“E’ il regalo che mi fece il Dalai Lama quando venne a Livorno pochi giorni dopo la mia elezione. Di quel giorno porto sempre dentro di me un bellissimo ricordo”.
Il suo rapporto con i livornesi. Lo riconoscono? E come lo chiamano?
“Direi che è un buon rapporto. La gente per strada ormai mi riconosce, mi ferma per strada chiamandomi sindaco. Pippo? No, così mi chiamano gli amici. C’è rispetto con i cittadini, anche se, normale non si può piacere a tutti”.

Al polso porto sempre il regalo del Dalai Lama

NOGARIN APPENA ELETTO SINDACO IN UNA CONFERENZA STAMPA EN PLEIN AIR IN PIAZZA XX SETTEMBRE

A proposito di piacere a tutti, “Il Sole 24 Ore” ha detto che il suo gradimento è in calo…
“Mah in realtà io parto da un 19%. Loro hanno preso il dato del ballottaggio e se davvero fosse come hanno scritto che il 50% dei livornesi apprezza quello che sto facendo sarebbe in realtà un +31% quindi un risultato fantastico”.
Buche, a Livorno siamo pieni. Che fare?
“Stiamo già facendo molto e tanto faremo ancora. Logicamente non possiamo fare tutto subito ma neanche effettuare dei lavori di semplice maquillage che poi non risolverebbero davvero il problema. Per le buche affrontiamo il problema a medio termine e vedrete che presto molte strade saranno sistemate”.
Un’ultima domanda. Nel bagagliaio della sua macchina cosa nasconde?
“A dire il vero porto sempre dietro con me due tavole da skateboard con le quali mi diverto tantissimo a giocarci nei parcheggi vuoti”.

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