Da Cosimi frecciate a Nogarin e Ruggeri

di letizia

A distanza di oltre dieci mesi dalle elezioni amministrative, venerdì 27 marzo in una affollata libreria Erasmo, l’ex sindaco Alessandro Cosimi per la prima volta è apparso in un incontro pubblico. Ha colpito il fatto che in sala non vi fosse neanche un membro della direzione del Pd livornese. Tra i volti noti c’erano l’ex presidente della Provincia, Giorgio Kutufà, alcuni ex assessori come Nebbiai, Bettini e Tredici e alcuni ex consiglieri comunali come Cecchi e Volpi. “La nostra campagna elettorale per le amministrative? È stata debole, su alcuni temi. Uno su tutti l’ospedale, bisognava essere chiari: se fossi stato Marco Ruggeri non avrei messo in dubbio la costruzione dell’ospedale e una volta seduto in Consiglio avrei discusso del piano urbanistico dell’area dove sarebbe sorto il nuovo presidio. E’ incredibile che si sia pensato solo a cancellare la passata amministrazione. E’ giusto che un candidato a sindaco si discosti da quello uscente ma non in questa maniera. Io, per esempio, non rinnegai nessuna scelta fatta da Lamberti. Attualmente faccio parte della direzione regionale Pd e se a Livorno me lo chiedono sono pronto a dare il mio contributo. Al momento però nessuna telefonata…”.
Ma ciò che maggiormente ha infastidito l’ex sindaco è stata una frase detta dal suo successore, Nogarin, all’indomani della vittoria, sulla volontà di voler abbattere il ‘sistema Livorno’: “Mi sono sentito offeso, nessuno di coloro che, in questi 70 anni, hanno governato la città ha mai subito una condanna”. Ad ogni modo, con la vittoria del Movimento 5 stelle a Livorno si è decretata la fine di una fase per la città e per il Partito Democratico: “Dovrà essere fatto uno sforzo – ha concluso l’ex sindaco – di rinnovamento e di ricerca di una qualità, altrimenti non saremo più in grado di governare, rischieremmo solo di morire. In campagna elettorale avevamo il programma e il tavolo di coalizione. E siamo stati capaci di impallinare quattro possibili candidati. Io una cosa del genere non l’avevo mai vista. E così nell’incertezza mi sono fatto da parte. La presenza di Buongiorno Livorno, che alle elezioni ha raccolto il 16%, coi quali non puoi condividere alcune idee ma non si può negare che sia un percorso di qualità, esprime una chiara richiesta di riflessione rispetto a questo”.
Inevitabile poi provare a fare un bilancio dei dieci anni di governo: “Se le cose fatte prima rappresentano un canovaccio per il futuro, ben venga. Tuttavia ci sono state anche una serie di partite che non sono state chiuse perché abbiamo voluto troppo mediare, in alcuni casi avremmo dovuto essere più spregiudicati”.
L’occasione per l’ex sindaco è stata la presentazione del libro fotografico “Storie in movimento” di Riccardo Repetti dove vengono ripercorsi, dal 1987 al 2013, molti degli eventi più significativi della storia recente della nostra città. Alcuni dei quali hanno coinvolto direttamente Alessandro Cosimi, prima come segretario dei Ds e poi in veste di sindaco dal 2004 al 2014. Come il rogo dell’agosto 2007 in una baracca nei pressi di un campo Rom nel quale morirono quattro bambini: “Vissi da vicino quella tragedia, portando dentro di me un grande senso di colpa e di impotenza. Ricordo lo scontro che ci fu sui funerali che vennero celebrati in una cattedrale mezza vuota e il contrasto che ci fu sulla proclamazione del lutto cittadino e la sospensione di Effetto Venezia. Ritengo che la città però non abbia capito fino in fondo la portata di quella vicenda, in cui vennero mostrati chiari segni di egoismo”. O ancora i cambiamenti dei cantieri navali: dalla chiusura, al passaggio alla società cooperativa, all’arrivo di Azimut Benetti nel 2003: “Quella pagina non è stata ancora mai discussa realmente – ha affermato l’ex sindaco – e gli scontri che nacquero divisero non solo le tute blu delle ditte e quelle marroni delle cooperative, ma anche una classe dirigente”. Dalle vicende del cantiere di ieri a quelle del porto di oggi: è di poche settimane fa l’approvazione del Consiglio comunale della variante anticipatrice del piano regolatore portuale: “Sono contento – ha continuato l’ex primo cittadino – che si sia arrivati al completamento del percorso. Quando sei anni fa nacque l’idea della Piattaforma Europa, venimmo accusati di spostare il problema, di fare soltanto un’operazione di facciata e nel Pd ci fu una grande discussione su questo”. Ciò chiama in causa il rapporto con il Presidente della Regione: “Il conflitto tra me ed Enrico (Rossi, ndr) nasce quando disse che la ricostruzione della Toscana passa dai tre atenei presenti nella nostra regione. Il punto nodale era il ruolo che avrebbe avuto Livorno in questo progetto. Su questo ho dato battaglia e ancora oggi continuo a pensare che esista ancora un problema che riguarda la funzione di questa città. La Regione oggi viene incontro a Livorno perché forse ha capito che in questa situazione di crisi alcune scelte dovevano essere fatte prima. Non voglio polemizzare, ma è un punto, questo, sul quale dobbiamo interrogarci tutti”.

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