Salvini al Mercato: fischi, pomodori e uova. “Tornerò”. Le nostre immagini su Corriere.it.

(ha collaborato Claudio Caprai)

Il centro di Livorno si è svegliato blindato per l’arrivo di Matteo Salvini, il 22 aprile, in via Grande all’angolo di via della Madonna dove è stato allestito un banchetto della Lega Nord che sul suo profilo Fb ha poi annunciato: “Io a Livorno ci torno!!! Un abbraccio e a presto, la gente perbene so da che parte sta”. (clicca sul link in fondo all’articolo per vedere le immagini all’interno delle FOTOGALLERY, per i VIDEO della contestazione e del suo comizio e clicca qui invece per vedere le nostre immagini su Corriere.it). Il segretario nazionale del Carroccio non si è fatto attendere molto arrivando scortatissimo tra molti mezzi e uomini delle forze dell’ordine già presenti di buon mattino sul posto pronti a prevenire qualsiasi accenno di contestazione. Matteo Salvini è arrivato intorno alle 9,35 tra applausi, da una parte, e fischi contro di lui dall’altra parte. Proprio a pochi metri, sul marciapiede di via della Madonna lato Mercato, una gruppo di contestatori, contenuto dalle forze di polizia sul posto, ha tributato al segretario della Lega un’accoglienza fatta da cori e grida contrari al suo arrivo in città. Salvini ha, a fatica vista la folla, indossato l’ormai famosa felpa recante il nome della città che visita. In questo caso felpa grigia e scritta amaranto “Livorno”.

SALVINI RIPRENDE I CONTESTATORI CON IL SUO IPAD

Poi ha iniziato il suo tour tra la gente. La sua visita è durata poco più di mezz’ora nella quale è partito anche qualche lancio di ortaggi e verdure. Salvini ha “dribblato” qualche uovo e qualche pomodoro e, sempre sotto scorta, ha ripreso l’auto per la sua prossima meta di propaganda elettorale. Trenta minuti di tensione prima che il servizio d’ordine decidesse di “portarlo via” dalla zona “calda” prima che si verificassero problemi ben più gravi. Matteo Salvini, imperterrito, si è “divertito” a filmare tutto con il suo Ipad mentre i contestatori gridavano a gran voce “Siamo tutti clandestini”.
Il comizio del segretario nazionale del Carroccio è durato circa venti minuti e uno degli argomenti caldi è stata la fortissima condanna da parte sua verso i contestatori presenti all’evento, definiti con toni piuttosto spregevoli e canzonatori (ad esempio ha utilizzato il termine “sfigati”). Salvini ha inoltre affrontato il tema del lavoro in Italia e in particolare in Toscana, promettendo di continuare a combattere, insieme alla Lega, la sua battaglia per “fermare a tutti i costi l’immigrazione e per garantire lavoro agli Italiani vessati dal governo Renzi“. Dopo di lui è intervenuto il candidato livornese per Lega Nord, Claudio Borghi, ma il suo discorso sul futuro degli operai livornesi è stato quasi completamente coperto dalle urla e dai fischi dei contestatori, contenuti in via Grande da un enorme cordone di sicurezza formato da polizia, carabinieri e agenti della digos. A quel punto per evitare tensioni potenzialmente pericolose i due politici sono stati scortati via dal luogo del comizio, nel mentre Salvini usava l’iPad per filmare divertito le uova e gli ortaggi che volavano verso la sua persona. Dopo non molto tempo dall’uscita di scena di Matteo Salvini, via Grande ha ritrovato una situazione di equilibrio, anche se il presidio della polizia e quello dei contestatori, che non ha richiesto nessuna misura di sicurezza particolarmente straordinaria, sono rimasti in zona per l’ora successiva.

Ex Caserma Occupata: “La Livorno antifascista ha risposto all’appello” –  La Livorno antifascista, democratica e popolare ha risposto all’appello. Nonostante il giorno fosse lavorativo centinaia di persone, lavoratori, migranti e gente comune ha contestato il razzista Salvini che dopo pochi minuti e dovuto andare via cancellando il “giro” all’interno del mercato.

Lo diciamo da sempre e oggi lo ripetiamo. Non riceviamo lezioni di democrazia da persone che fanno dell’intolleranza e del razzismo la propria  “fede” politica . Non prendiamo lezioni da chi gioisce quando muoiono in mare 700 persone bambini compresi. E’ proprio nell’indifferenza che partiti come la Lega Nord hanno potuto in questi anni e anche in Toscana, propagandare le loro idee fasciste. A Livorno non succederà.

Ma chi sono i leghisti a Livorno? Che cosa fanno?
Sabato scorso c’è stata una grande manifestazione di lavoratori e lavoratrici che uniti cercano di sostenere quotidianamente le varie vertenze in atto. Tutti i giorni le nostre sedi sindacali e i nostri sportelli anti-crisi sono pieni di famiglie Livornesi e migranti che si autorganizzano e ricevono un aiuto concreto per affrontare questa crisi.  Le assemblee dei comitati vedono la partecipazione ogni settimana di centinaia di persone. Interveniamo quando le famiglie vengono sfrattate o sgomberate dalla propria casa pignorata dalle banche. La mensa popolare in via dei mulini offre pasti gratuiti o a prezzi popolari a tutti i disoccupati che ne facciano richiesta. Abbiamo diverse strutture di sostegno, orti urbani, palestre popolari  e portali di informazione libera e indipendente.  Per la nostra attività politica e sociale abbiamo accumulato in due anni 150 procedimenti penali.

Facciamo tutto questo consapevoli che i problemi della nostra città e del nostro paese non sono certo qualche centinaio o migliaio di profughi che scappano dalle guerre e dalla fame come abbiamo fatto noi per anni. In un paese dove la corruzione costa alla collettività circa 60 miliardi l’anno. Dove un manager di una società come la Fiat si permette di prendere uno stipendio pari a quello di 6400 operai. Un paese devastato dalle speculazioni e dalle “ grandi” opere qualcuno vorrebbe farci credere che i veri problemi sono gli immigrati o i Rom?. Noi sappiamo benissimo qual è il nostro vero nemico. Noi interveniamo concretamente per il lavoro, i diritti, la casa e la salute di tutti. I leghisti a Livorno non avranno mai agibilità. Nessuno spazio per i fascisti di ieri, di oggi e di domani.

Comitati autonomi Ex caserma Occupata

 

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