“Così risparmiamo 150mila euro di riscaldamento”

In riferimento al presunto spreco per il riscaldamento nelle scuole, il Comune precisa che non esiste alcuno spreco di denaro pubblico o di combustibile: infatti già da alcuni anni il Comune ha un contratto di fornitura cosiddetto “a calore” e non “a consumo”. Cosa significa? Significa che viene pagato un canone alla ditta appaltatrice e che questa ci deve garantire la temperatura confort di 20 gradi con una possibile tolleranza di un grado in più o in meno. Il consumo è invece totalmente a carico della ditta che deve preoccuparsi di garantire il calore desiderato. Alla ditta è riconosciuto un canone per il servizio e attraverso questo sistema il comune ha avuto minori spese di circa 150.000 euro ogni anno. Le scuole sono dotate di impianti telegestiti che funzionano con dei rilevatori per il controllo automatico della temperatura. In questo modo il gestore ha la possibilità di graduare il consumo per raggiungere la temperatura di 20 gradi, e ovviamente per suo interesse economico, impiegando il minimo carburante possibile. Il posizionamento dei rilevatori è stato concordato con i tecnici comunali, in modo che nei periodi freddi ogni struttura raggiunga il calore desiderato anche nelle sue zone più fredde. Per questo, a causa della diversità di esposizione solare, in ogni struttura è normale che le zone più calde o maggiormente protette, risultino riscaldate come quelle più fredde. Ma quando viene raggiunta la temperatura desiderata i radiatori possono risultare del tutto freddi in ogni zona.
Inoltre in accordo col Provveditorato e considerate le temperature massime previste intorno ai 15°C, dal giorno dell’inizio delle accensioni è stata fatta richiesta alla ditta di ridurre l’orario di accensione dell’impianto: non più fino alle 15:00, ma soltanto fino alle 11:00.
In ogni caso se ci saranno segnalazioni specifiche di malfunzionamenti, verranno attivati immediatamente i relativi controlli dei tecnici manutentori.

Riproduzione riservata ©