Rimosso lo striscione anti-Israele
E’ stato rimosso lo striscione anti-Israele appeso sugli scali del Refugio durante Effetto Venezia e che aveva scatenato polemiche a catena in questi ultimi giorni. “Fermare genocidio a Gaza. Israele vero terrorista”. E’ questo quanto recava scritto il lungo lenzuolo esposto nello storico quartiere cittadino. Venerdì 8 agosto intorno alle 21 lo striscione è stato tolto. A rimuovere lo striscione sono stati gli esponenti della sinistra radicale che si radunano sotto diverse sigle (Centro di Quartiere Chico Malo, Centro Politico 1921, Comitati Autonomi Ex Caserma Occupata, Federazione Anarchica Livornese, Laboratorio Ska, Livorno Indipendente, Senzasoste e Teatro Officina Refugio), gli stessi che avevano deciso di esporlo durante i giorni della kermesse cittadina. E’ stata senza dubbio una scelta improvvisa e inaspettata dopo che il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, riunitosi nella mattina di venerdì, non aveva preso alcuna decisione in questo senso.”Lo striscione ha fatto sì che si parlasse del problema anche a livello nazionale, sortendo l’effetto che volevamo”, hanno affermato coloro i quali hanno pensato di togliere la scritta dal muro.
Il comunicato stampa di “Effetto Refugio”: “Nessuna equidistanza è possibile di fronte a un genocidio”
Durante la giornata di ieri abbiamo rimosso lo striscione che, come realtà aderenti ad Effetto Refugio, avevamo deciso di esporre durante tutta la durata della manifestazione di Effetto Venezia. La motivazione è semplice: evitare che il nostro gesto si trasformasse in una inutile quanto sterile polemica giornalistica sul poter o meno mettere uno striscione. Evitare che il nostro gesto venisse strumentalizzato per altri fini di carattere prettamente locale o di ordine pubblico. L’obiettivo da noi perseguito è stato largamente raggiunto. Innescare cioè una riflessione politica cittadina su quanto sta succedendo in Medio Oriente dove è in atto un vero e proprio genocidio da parte dell’esercito Israeliano. Ma il nostro gesto è servito anche ad altro. Capire e aver fatto capire il pensiero dei vertici della comunità Ebraica Livornese ( che ci sembra parziale e non rappresentativa delle opinioni delle centinaia di livornesi ebrei che formano la comunità reale). Con le loro pressioni politiche ed interventi hanno dimostrato alla città di essere d’accordo con l’uccisione di migliaia di palestinesi tra cui diverse centinaia di bambini. Vertici di una comunità, a questo punto, dichiaratamente di destra che appoggia in maniera convinta l’operato del governo sionista Israeliano. Di fronte a quanto sta succedendo in Palestina nessuna equidistanza è possibile. Essere equidistanti, come purtroppo è accaduto in consiglio comunale vuol dire automaticamente favorire il più forte in questo caso Israele. Prendere le distanze da Hamas e non dal Likud, vuol dire di fatto “accontentare” chi oggi sta cercando di descrivere quello mediorientale come un conflitto tra democrazia e estremismo. Niente di più falso. Stessa cosa per chi cerca di dipingere la resistenza palestinese come terrorismo. Il vero terrorista è lo stato di Israele che da settimane bombarda la popolazione civile provocando migliaia di morti. Adesso non ci sono più alibi, serve una assunzione di responsabilità da parte di tutto il consiglio comunale affinchè si arrivi finalmente ad un gemellaggio vero e definitivo con la città di Gaza ( come del resto esiste già quello con la città Israeliana di Bat Yam). Un modo per far sentire la nostra vicinanza alla popolazione Palestinese martoriata dalle bombe. Invitiamo, inoltre,ad informarsi ed aderire alle campagne di boicottaggio in atto contro lo stato di Israele.
Effetto Refugio 2014
Nel tardo pomeriggio di ieri, venerdì 8 agosto, il sindaco di Livorno Filippo Nogarin aveva voluto precisare la sua posizione relativamente alla questione dello striscione anti-Israele, a chiarimento di quanto emerso nel dibattito politico e nei numerosi articoli sulla stampa locale e nazionale.
Ecco la lettera inviata ai media a firma del primo cittadino:
“Constato con amarezza come le mie frasi, le mie considerazioni riguardo la vicenda dello “striscione” affisso su un palazzo nel quartiere Venezia, siano state in alcuni casi manipolate e strumentalizzate e pertanto sono costretto a manifestare attraverso il presente comunicato la mia posizione autentica.
Non intendo sottovalutare che la sensibilità della Comunità Ebraica livornese, di quella nazionale e della stessa ambasciata israeliana siano state ferite dal messaggio forte, violento e volutamente provocatorio contenuto nello striscione.
Comprendo bene come “genocidio” sia un termine stridente per il popolo che ha vissuto l’Olocausto; e comprendo pure che definire Israele terrorista sia un’altra affermazione violenta, perché l’accusa finisce per essere rivolta verso tutto un intero paese, un intero popolo. Ritengo al tempo stesso come siano comprensibili, anche se non giustificabili, le ragioni di chi, con questo gesto, intende gridare il proprio sdegno per un eccidio del quale fa le spese la popolazione civile, destinata a vivere nel terrore in quella gabbia che è divenuta la striscia di Gaza.
Per la differenza di forze in campo, non ci si può che appellare allo Stato di Israele per un cessate il fuoco capace di riaprire il dialogo, anche perché il partito di Hamas, che governa Gaza, è un regime terroristico.
Citando Gandhi “occhio per occhio e il mondo diventò cieco”: dobbiamo dare tutti un contributo per fermare questa folle spirale di violenza.
Una città di tradizione democratica e solidale come Livorno è capace di trarre del buono da questa situazione, e a mio modo di vedere potrebbe promuovere l’incontro tra due visioni storicamente contrapposte pro Israele e pro Palestina (ma non pro Hamas), ma che alla fine sono accomunate dalla sola ipotesi possibile, quella dei due popoli due stati.
Sul gemellaggio con Gaza non c’è stato nessun passo indietro, nessuna frenata, nessun veto ma solamente la volontà di gestirlo attraverso il comitato di gemellaggio cittadino che presto costituiremo e ci consentirà di percorrere con maggiore convinzione e consapevolezza su tale scelta.
Tant’è vero che in Consiglio Comunale, grazie al dibattito che si è venuto a creare tra le forze politiche, abbiamo voluto dato comunque un chiaro segnale di perseguire con convinzione in questo percorso, aderendo alla Rete EUROGAZA promossa dal Comune di Torino”.
Filippo Nogarin
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