Reportage ex Macelli, il Comune risponde: sopralluogo con Aamps e divieto di accesso
Il reportage del nostro cronista fra erbacce, rovine, archivi, scarti ospedalieri. E tutto accessibile a tutti
di admin
In relazione allo stato in cui versano attualmente gli spazi degli ex Pubblici Macelli, il Comune di Livorno effettuerà quanto prima un sopralluogo, anche con Aamps, per ripulire l’area. Effettuerà anche una ricognizione di tutti i soggetti che al momento utilizzano le strutture interne dei Pubblici Macelli con ingresso dal cancello di via della Cinta Esterna. Si tratta di tutti quei soggetti che hanno la chiave del cancello di accesso e sono tenuti a chiudere ogni volta che entrano ed escono dalla struttura; nel caso di ingresso con mezzo hanno anche l’obbligo di chiedere permesso preventivo all’ufficio Patrimonio. Verrà inoltre affisso quanto prima sul cancello di ingresso da via della Cinta Esterna un cartello con interdizione all’accesso ai non autorizzati.
La cronaca – E’ probabile che a qualcuno in questi ultimi giorni sia capitato di passare da via della Cinta Esterna e notare l’imponente e arrugginito cancello della struttura dei Macelli, da oltre quindici anni chiuso, misteriosamente aperto e con uno sporadico via vai di auto.
Nessun cartello di accesso vietato, solo un passo carrabile e la curiosità di vedere cosa è rimasto dei Pubblici Macelli ottocenteschi.
All’interno erbacce e rovine hanno preso il sopravvento ma anche una sorta di magazzino comunale. Si possono trovare resti di marciapiede accatastati, ma anche i blocchi di cemento utilizzati a suo tempo per circoscrivere l’ordigno bellico rinvenuto nell’estate del 2011, durante i lavori di scavo lungo i Fossi Medicei. Il sopralluogo prosegue e spuntano, fra montagne di escrementi di volatili la grancassa di una vecchia batteria, infissi di finestre, frigoriferi, ombrelloni e oggetti di vario genere, tutto in evidente stato di abbadono.
Un solo complesso, fra quelli che ospitavano i mattatoi con le teste di bue a guardia delle porte, sembra essere diverso. Infatti presenta un lucchetto nuovo e un cartello siglato da Aamps. Al suo interno una sorta di archivio con numerose cataste di faldoni e documenti sparsi.
Il giro ci fa notare uno spazio più pulito, con cucce e casine per gatti, è probabile che fra le rovine ci sia una colonia felina che qualcuno viene a controllare e nutrire.
L’escursione sta per terminare quando in mezzo a diversa sporcizia notiamo un sacco bianco dell’Azienda Ospedaliera Pisana, recante la sigla “Biancheria sale operatorie”. Come c’è finita qua?
Usciamo abbandonando un luogo che ha fatto la storia della nostra città e che potrebbe essere recuperato magari a favore della cultura, con un ammonimento: se lo spazio viene utilizzato da qualcuno, il minimo sarebbe avere l’accortezza che il cancello venga costantemente chiuso, onde evitare che al suo interno, invece di cronisti curiosi, possano entrare bambini o adolescenti con tutti i rischi che ne potrebbero conseguire.
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