Un tavolo di confronto per il rilancio di Livorno
di letizia
Una commissione per presentare alla città l’Accordo di programma stipulato con il Governo e la Regione Toscana. Un dibattito pubblico e partecipato con le istituzioni e le associazioni di categoria del territorio. Questa l’idea dell’amministrazione comunale che si è concretizzata nella riunione della terza commissione consiliare a cui erano stati invitati Confindustria, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Cgil, Cisl e Uil, Usb, Autorità Portuale, Provincia di Livorno, i sindaci di Collesalvetti Lorenzo Bacci e di Rosignano Alessandro Franchi. Sia il presidente Franchi sia Lorenzo Bacci tuttavia non hanno potuto essere presenti poiché impegnati a Roma nella trattativa al Ministero dello sviluppo per il call center, a cui è andata pure la vicesindaco Stella Sorgente. Anche Gallanti e Provinciali non hanno preso parte alla commissione, così come tutti i gruppi di opposizione che hanno deciso di non partecipare che hanno visto come “un’occasione di campagna elettorale “. “ Ci dispiace che le opposizioni abbiano preferito non essere presenti – ha affermato il sindaco Filippo Nogarin – ma vorremmo che questo fosse valido sempre, non all’occorrenza. I lavoratori non possono aspettare e per questo abbiamo deciso lo stesso di riunire la commissione. La crisi è adesso e da quanto si evince dall’accordo di programma si evince invece che la ricaduta occupazionale per Livorno ci sarà almeno tra un anno e mezzo. Questo è uno dei problemi che abbiamo sottoposto al Ministero, a cui però, vista anche l’accelerata che avuto la necessità di firmare l’accordo. Per la Darsena Europa saranno stanziati oltre 600 milioni di euro, tuttavia da quanto ha fatto sapere l’Autorità Portuale che da quando ci saranno i fondi dovranno passare, ottimisticamente, quattro anni per la costruzione delle opere”. In vista dell’uscita dei bandi frutto dell’accordo, il sindaco ha fatto sapere che l’amministrazione comunale si impegnerà affinché siano inserite clausole sociali per la salvaguardia dei posti di lavoro e premialità per l’assunzione di persone provenienti dall’area di crisi complessa. “Sono tante le critiche che abbiamo mosso all’accordo di programma e allo studio dell’Ocean Shipping Consultans – ha continuato Nogarin – tuttavia voglio ribadire una volta per tutte che non siamo contrari, come qualcuno dice, alla costruzione della Piattaforma Europa, anzi siamo favorevoli alla creazione di infrastrutture che portino lavoro e un reale rilancio della città, ma a oggi sono ancora da capire che cosa sarà costruito e quali saranno le reali ricadute occupazionali”. E annuncia la presentazione, a breve, di un documento dove saranno contestate, con dati, grafici e numeri, le affermazioni contenute nel rapporto dell’Osc. “ Voglio infine sottolineare – ha concluso il primo cittadino – come recentemente sia stata approvata una variante al Prp in cui è prevista una profondità delle banchine a 16 metri, mentre già sappiamo che a Piombino sono a 20 e a Genova a 18”. Da parte sua l’assessore al lavoro Francesca Martini ha tenuto a sottolineare come il finanziamento di 600 milioni non debba costituire solamente un’operazione finanziaria ma il progetto debba essere saldamente ancorato al territorio: “Il bando sulla Darsena Europa non dovrà essere emesso in fretta e furia – ha puntualizzato Martini – ma dovrà essere ragionato e discusso, non riducendolo a una mera questione politica”. Giovanni Ceraolo del Usb pur sostenendo l’importanza del dibattito che si è aperto, è comunque convinto che sarebbe stato più importante che il dibattito ci fosse stato precedentemente alla firma dell’accordo di programma: “Speriamo che non si tratti di una trovata elettorale – ha dichiarato il sindacalista – ma che ci sia una vera ricaduta occupazionale, il rischio è però quello che il guadagno sia solo per investitori privati e i posti di lavoro creati siano minimi. La Darsena Europa è stata presentata dall’alto come unica soluzione alla disoccupazione. Entro breve tempo migliaia di persone rimarranno senza ammortizzatori sociali e bisognerà vedere se tutti coloro che perderanno le garanzie potranno essere reintegrati”. Giovanni Pardini della Cisl si dice preoccupato della litigiosità che si è venuta a creare tra le istituzioni e si augura che al più presto si faccia nuovamente “un lavoro comune”. Simone Angella, della Filt Cgil, chiede che per quanto riguarda le clausole occupazionali si “passi dalle parole ai fatti”. Gabriele Martelli di Confindutria sulla stessa linea di Pardini è convinto che “si debba chiudere con le polemiche e dare unità d’intentia tutti i livelli, è necessario che associazioni e istituzioni siano coese”.
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