Palazzo Granducale? I resti non interrati

Vittoria in consiglio comunale della mozione presentata da Marco Cannito, Città Diversa ed Elisa Amato, Forza Italia (clicca sul link in fondo all’articolo per vedere le immagini dei resti). I due consiglieri, durante la riunione di ieri si sono battuti per far si che i resti dell’antico Palazzo Granducale, affiorati davanti al  Municipio durante i lavori per la pedonalizzazione della piazza, non vengano ricoperti per sempre. Il dibattito in aula ha portato anche i consiglieri sul posto, che hanno interrotto così per alcuni minuti il consiglio, per un sopralluogo  (come si vede dalle foto in pagina sotto a quella principale scattate da Simone Lanari).
Al termine di dibattito e presa visione della problematica la mozione di Città Diversa e Forza Italia è stata votata all’unanimità dopo un emendamento a Cinque Stelle.
In sostanza le fondamenta non saranno ricoperte e rimarranno (almeno in parte) visibili per turisti e livornesi. Il tutto però non dovrà tradursi in un prolungamento dei tempi di lavoro previsti e soprattutto in un aumento dei costi e dei soldi stanziati per il progetto di riqualificazione della piazza.
Al riguardo la redazione di Quilivorno.it ha contattato la dottoressa Paola Meneganti, la dipendente della provincia che fu la prima a fare questa segnalazione ai media denunciando la situazione sui social network. “Che dire? Proprio stamani meditavo, un po’ sconsolata, che era stato tutto ricoperto – racconta Meneganti – Mi rendo conto che la città viva ben altre emergenze, ma la crisi generale potrebbe essere affrontata meglio, io credo, proprio partendo dal senso di appartenenza condivisa ad una comunità, e questo non può che affondare le proprie radici nella storia e nella sua valorizzazione. Leggendo poi le “vecchie” carte d’archivio, si scoprono molte cose: ad esempio, che la “leggenda” di un passaggio sotterraneo dal vecchio Palazzo Granducale al mare verosimilmente ha un fondamento.  Sono molto felice che si pensi a preservare un pezzetto di questa memoria.

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