Cisam, i risultati dei nuovi controlli di Arpat su richiesta del Comune. “Valori rispettati”

L’assessore Gulì: “Abbiamo chiesto una scheda per poter divulgare anche al cittadino non "tecnico" i risultati delle analisi evitando allarmismi e strumentalizzazioni"

di ARABEL PADOVAN

L’attuazione del progetto di decontaminazione e scarico delle acque provenienti dalla piscina di raffreddamento del Cisam, a San Piero a Grado, è un argomento caldo in questi giorni. E in Comune, ieri 19 novembre, è stato fatto il punto della situazione annunciando che è stato chiesto ad Arpat di fornire una scheda per consentire anche al cittadino non “tecnico” di poter leggere i dati. Sono intervenuti in merito alla questione l’assessore all’ambiente Gulì, Leonardo Gonnelli, dirigente dell’unità organizzativa strategie ambientali, e la dottoressa Gloria Canessa, responsabile dell’ufficio tutela ecosistemi.
“Anche se il Direttore del Cisam nella nota trasmessa ha evidenziato il rispetto, con ampi margini, dei valori previsti dalla normativa – ha sottolineato l’assessore –  il Comune ha richiesto ad Arpat una ulteriore valutazione dei risultati per acquisire una corretta e chiara informazione in materia di sicurezza ambientale. L’informazione e la trasparenza per i cittadini sono dovute e necessarie per non creare allarmismi. A questo proposito nasceranno sul sito internet del Comune alcune pagine, nel settore strategie ambientali per aggiornare in tempo reale i cittadini in merito alla questione”, conclude l’assessore.”.

La vicenda – Il 7 novembre sono stati trasmessi dal Cisam al Comune i risultati e le analisi eseguite da Enea (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) sull’acqua trattata mediante un processo di distillazione avente come fine ultimo la riduzione dei radionuclidi presenti. Il 15 novembre, il Cisam ha dato avvio allo scarico di quest’acqua attraverso il depuratore biologico di Pisa Sud fino all’immissione nel canale dei Navicelli. Con cadenza settimanale, il Cisam effettuerà le successive operazioni di scarico, solo dopo la ricezione da parte Enea delle misure radiometriche attestanti il rispetto dei parametri previsti. Il direttore del Cisam in una nota trasmessa ai vari enti interessati, ha evidenziato il rispetto, con ampi margini dei valori previsti dalla normativa.
Nei fatti Enea farà i propri controlli sulle acque decontaminate, sapendo che Arpat condurrà un percorso parallelo in alcuni luoghi di scarico, lungo il canale Navicelli e dalla foce dello scolmatore fino alla confluenza dello scarico del fosso, annettendo alle sue analisi anche le acque potabili. Gonnelli precisa che “Arpat ha dichiarato l’intenzione di voler campionare durante il monitoraggio i pesci, gli organismi, i sedimenti e le acque. Arpat non vuole controllare Enea, ma ha l’intenzione di tutelare il più possibile il bene ambiente”.
Il monitoraggio di Arpat sarà effettuato per tutte le matrici escluse le acque, prima dello scarico del primo batch, a distanza di tre e sei mesi e per le acque, prima dello scarico del primo batch, a distanza di 15 giorni, 6 settimane, 3 mesi e 6 mesi.  Nella sua relazione, Arpat conclude che le analisi effettuate da Enea dimostrano il rispetto dei limiti di rilascio per tutti i radionuclidi; tali limiti sono stabiliti in modo da garantire che la popolazione circostante sia soggetta ad una dose inferiore ad un valore che la normativa europea e italiana definiscono non rilevante da un punto di vista radiologico, ovvero trascurabile per quanto riguarda gli effetti sulla salute dell’uomo.

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