I balneari contro i 5 Stelle: “No accesso libero”

"Ogni stagione accogliamo 30.000 livornesi e per quello che facciamo, riteniamo che i prezzi per gli utenti siano bassi: un abbonamento costa 170 euro, circa 1,21 € al giorno"

di letizia

Tra meno di tre settimane (il 22 maggio) inizierà ufficialmente la stagione balneare e i tempi stringono per poter prendere una decisione da parte dell’amministrazione comunale riguardo alla mozione, presentata dal Movimento 5 stelle, approvata a metà aprile dal Consiglio comunale. Proprio per arrivare in tempo era in programma in seconda commissione (bilancio) l’audizione dei proprietari degli stabilimenti balneari. “La caratteristica dei bagni livornesi – ha spiegato Stefano Porciani, ex comandante della Capitaneria di porto e consulente del sindacato balneari della Confcommercio (Sib) – è quella di essere stati costruiti su strutture artificiali e stando a questa peculiarità sarebbe impossibile applicare quanto dice la legge 296 del 2006, visto che a Livorno manca una battigia in senso proprio. Aprendo i sette stabilimenti balneari, in concessione ai gestori fino al 31 dicembre 2020, si verrebbe a creare il rischio di non garantibilità dei servizi e inoltre si creerebbe una disputa tra gli utenti che pagano e quelli che accederebbero liberamente”. “Per quanto ci riguarda – ha affermato Gianfranco Giachetti, presidente del Sib – solo il 14% del territorio è occupato dagli stabilimenti balneari, mentre il restante 86% è costituito da liberi accessi”.
Andrea Picchi, gestore dei Bagni Roma, ha voluto ribadire come per alcuni dei complessi balneari (Pejani, Pancaldi e Roma) nati da oltre due secoli (1779) abbiano fin da pochi anni dopo la loro apertura, ossia dal 1784, il biglietto di ingresso: “Ora invece – ha dichiarato Picchi – si vorrebbero mettere in discussione i servizi e la fruibilità dei bagni: un cambiamento del numero degli ingressi potrebbe portare non solo a un peggioramento della gestione ma anche a problemi di ordine pubblico”. Di tutt’altra idea è Benedetto Tuci, presidente del Movimento dei consumatori, che appoggia in pieno la mozione presentata dai 5 stelle: secondo Tuci infatti il documento presentato dalla maggioranza garantirebbe l’applicazione della legge 296 mentre giudica che “tutto il resto siano motivazioni avvocatesche che negano il diritto al cittadino, non è possibile che solo a Livorno non sia rispettato il dettato della norma. Nessuno vuole mettere in discussione la necessità di fare utili o il servizio reso in questi anni dai gestori, quello che viene contestato è semmai il pagamento del pedaggio per fare il bagno in mare. Si potrebbero rideterminare le tariffe in modo da far costare meno il biglietto, così facendo ne beneficerebbero anche gli stabilimenti visto che più ingressi implicherebbero anche maggiori entrate”. Giachetti difende però le tariffe applicate: “Ogni stagione accogliamo 30.000 livornesi e per quello che facciamo, riteniamo che i prezzi per gli utenti siano bassi: un abbonamento costa 170 euro, circa 1,21 € al giorno, i portatori di handicap e i loro accompagnatori entrano gratis e dopo le 18 il prezzo del biglietto viene abbassato mentre dopo le 20 l’ingresso è gratuito. La vecchia amministrazione ci obbligò a fare degli investimenti, circa 2 milioni di euro, e ogni anno per la manutenzione di tutti stabilimenti viene speso un milione di euro, senza contare che diamo lavoro a 300 persone”.
Maurizio Lenzi dell’Ufficio Demanio del Comune ha spiegato, andando a favore delle ragioni dei gestori degli stabilimenti, che “la legge non garantisce la libertà di entrare nelle aree in concessione né tanto meno di sostare, al momento quindi stiamo studiando se è possibile individuare all’interno degli stabilimenti un percorso in sicurezza che permetta il transito”. Al dirigente ha replicato Giuseppe Grillotti, capogruppo del Movimento 5 stelle: “In nessuna parte della nostra mozione sono scritti i termini sostare o attraversare, il documento non va in alcun modo contro la norma ma anzi la rispetta. Quello che chiedioamo è che non sia più vietato l’accesso al mare indipendemente dalla conformazione della costa. Il 22 maggio pretenderemo il rispetto della legge”. Contrario alla mozione presentata dalla maggioranza è Marco Ruggeri (Pd): “ per cambiare l’ordinanza ci vuole innanzitutto il parere degli uffici, se si vuole che venga fatta una forzatura ci si deve assumere la responsabilità di quello che si chiede. A Livorno i liberi accessi al mare sono la maggioranza, quindi ognuno ha la libertà di scegliere dove andare, se volete fare una battaglia ideologica fatela, sappiate però che ponete il fianco al rischio di ricorsi”. L’assessore al bilancio Lemmetti ha assicurato che “la giunta sta cercando di trovare una soluzione giuridica, se riusciremo a far rispettare la legge la nuova ordinanza sarà emessa. Prevediamo di prendere una decisione in tempi brevi giacché siamo a ridosso dell’apertura della stagione”.

Riproduzione riservata ©