Usura, 60 episodi a Livorno in cinque anni

Secondo gli studi il fenomeno colpisce tutti. La vittima generalmente è un commerciante di età compresa tra i 48 e i 55 anni

di Arabel Padovan

Ha preso spunto da una pubblicazione del Dottor Lino Busà “Rischio usura nelle provincie toscane” il convegno svoltosi ieri pomeriggio, 18 marzo, alla Camera di commercio e organizzato dalla Confesercenti di Livorno. Il fenomeno usura è più che mai attuale in tempo di crisi, il Dottor Busà, presidente della sezione S.O.S Impresa della Confesercenti fino al 25 Febbraio scorso, ha condotto uno studio sul problema nella provincia di Livorno. E sono intervenuti i rappresentanti dei vari soggetti informati sul fenomeno che hanno esposto i loro dati e i loro punti di vista: Lino Busà appunto, Sua Eccellenza Mons. Giusti vescovo di Livorno, Daniele Rosa sostituto procuratore del Tribunale di Livorno e Florio Faccendi presidente della Banca Cras.

“Tra le attività di S.O.S Impresa (che nasce all’indomani della morte di Libero Grassi a Palermo ndr), oltre l’accompagnamento all’impresa c’è anche quello di arginare e colpire i reati di estorsione e usura, fenomeni che si è voluto monitorare per determinarne la pericolosità in un momento in cui la crisi contribuisce ad accrescere il problema”,  ha spiegato Busà. “E’ importante determinare a chi sono legati i fenomeni di usura, se a reti che fanno capo alla criminalità organizzata, il cui fine più che lucrare è quello di espropriare gli imprenditori dei loro beni o altri soggetti. Noi abbiamo raccolto dei dati, a partire dai 60 episodi di usura che si sono svolti nel territorio della provincia di Livorno e della Toscana, negli ultimi 5 anni e abbiamo cercato di andare a capire chi sono gli usurai, che storia hanno e se hanno una storia criminale per determinarne il livello di criminosità. Abbiamo poi messo insieme questi dati con un questionario, che abbiamo fatto agli imprenditori, per vedere se c’era una corrispondenza tra i dati reali pervenuti dalle denunce e la percezione del fenomeno che si ha tra gli imprenditori e gli opinion leader. La nostra missione principale è portare le vittime a denunciare e sostenerli. ” Dall’indagine svolta da Busà emerge, che l’usura oggi colpisce tutti, la vittima generalmente è un commerciante di età compresa tra i 48 e i 55 anni, quindi non sprovveduti ma persone che hanno da sempre lavorato nel loro settore, persone che in difficoltà economica in prima istanza, si sono rivolte alle banche e poi agli usurai. Un altro problema che emerge dai dati riportati dal presidente di S.O.S Impresa è quello dei tempi lunghi della giustizia e i problemi burocratici che non invogliano a denunciare. L’usura è un reato sommerso e largamente diffuso. “Gli usurai di oggi sono persone in giacca e cravatta che fanno un’attività di usura strutturata”.

E il prefetto Tiziana Giovanna Costantino presente al convegno, da noi intervistata ha esposto il suo parere tecnico riguardo la problematica usura. “Partecipo con molto piacere a questo convegno –  ha detto il prefetto di Livorno – i dati che noi abbiamo di ciò che è stato denunciato sono veramente risibili rispetto a quella che potrebbe essere la reale entità del fenomeno, noi vogliamo capire quanta differenza c’è tra i reati denunciati e quelli reali, vogliamo far emergere il sommerso”. Ha parlato anche della paura di denunciare e della dipendenza psicologica della vittima nei confronti dell’usuraio il Prefetto.

Impegnata attivamente per arginare il fenomeno usura e aiutare le famiglie in difficoltà la Curia di Livorno, come ha spiegato il vescovo Giusti. “Un fenomeno che colpisce anche le famiglie e non solo gli imprenditori, a volte per problemi di gestione di spesa. Si rivolgono alle nostre strutture (tra questi il Centro d’ascolto della Misericordia e il Comitato anti usura della Caritas ndr) 180 persone l’anno. Il lavoro che facciamo noi è prima di tutto ascoltare queste persone, aiutarle a mettersi in sesto e quando hanno grossi debiti abbiamo delle convenzioni con le banche per aiutarli e se ci sono gli estremi di legge, li spingiamo affinché il sommerso emerga. Uno dei problemi grossi è quello dell’educazione alla legalità che deve essere portata avanti come prevenzione. Un altro problema è quello delle slot machine, perché una delle principali fonti di avviamento all’usura per le famiglie sono le slot, a questo problema dovrebbe porre rimedio lo Stato”.

I dati riportati dal sostituto procuratore Rosa, parlano di diffusione dell’usura a Livorno, anche se si può escludere la presenza di un’organizzazione strutturata a carattere malavitoso. Chi è allora l’usuraio livornese? Da quanto emerso dai processi svoltisi negli ultimi anni, l’usuraio in questione è quasi sempre un piccolo usuraio che gode di una sorta di accettazione sociale. Non si segnalano a Livorno particolari episodi di violenza collegabili all’esenzione forzosa di denaro. Però è diffusa a Livorno l’usura e muove un gran numero di denaro e di evasione fiscale. Per ciò che concerne la legge, la legge c’è e prevede una pena che va dai 2 ai 10 anni anche se le difficoltà di dimostrare un caso di usura dal punto di vista probatorio non sono poche.

E il Presidente di Banca Cras, l’Ingegnere Faccendi ha  parlato del rapporto delle banche con i cittadini e di ricostruzione del tessuto sociale, della necessità di instaurare un rapporto di fiducia reciproca con i clienti secondo quella che è la filosofia originaria di Banca Cras, secondo un rapporto osmotico più diretto. Banca Cras ha aderito con 300 mila euro a progetti di sostegno per le vittime dell’usura, come quello della Misericordia e del Centro d’ascolto.

Il Presidente Nazionale Confesercenti Massimo Vivoli ha concluso il convegno facendo riferimento alla crisi e al momento di difficoltà “E’ necessario riprodurre le regole per far fronte al problema crisi e alla necessità di creare. Il problema della legalità deve essere al primo punto per le imprese. Solo così si può rilanciare il paese e l’impresa”.

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