Una lapide in Comune per ricordare Garibaldo

“In memoria e a onore dell’antifascista Garibaldo Benifei i livornesi vollero questo ricordo nel Palazzo Comunale. Firmato, il sindaco di Livorno Filippo Nogarin”.
E’ il testo della lapide che, martedì 8 settembre, alle ore 10.30, verrà affissa e scoperta sulla parete di fronte alla Sala del Consiglio Comunale.
Nell’occasione si terrà una cerimonia alla quale interverranno il Sindaco, Catia Sonetti dell’Istoreco che illustrerà il significato della commemorazione e il figlio di Garibaldo Benifei, Maurizio, che ricorderà la figura del padre.
Per celebrare la giornata dell’ 8 settembre, ricordata sempre come quella degli “Internati nei lager nazisti”, oltre all’omaggio a Benifei, alle ore 10 al monumento al deportato nei lager nazisti in Piazza Damiano Chiesa (di fronte all’ospedale) avrà luogo la deposizione di una corona a cura dell’Amministrazione Comunale a cui parteciperà l’assessore Serafino Fasulo.

L‘8 settembre si ricordano i cittadini italiani – militari e civili – deportati ed internati nei lager nazisti (durante il periodo che va dall’ 8 settembre 1943 appunto, fino alla liberazione nel 1945) e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.
Con la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943 ai militari italiani che non aderirono alla Repubblica Sociale Italiana e rifiutarono di collaborare con le autorità tedesche, non fu riconosciuto lo status di prigionieri di guerra ma quello di “Internati militari italiani”, sottratti in questo modo al trattamento previsto dalla Convenzione di Ginevra. Furono raccolti in campi di concentramento e destinati al lavoro coatto in agricoltura e, soprattutto, nell’industria degli armamenti e sottoposti a condizioni di vita estremamente gravose.
La stessa sorte fu riservata ai civili italiani che non si presentarono alla chiamata alla leva nella RSI ed al reclutamento come lavoratori volontari. Catturati nel corso di rastrellamenti furono avviati al lavoro coatto in Italia ed in Germania, ovunque fosse ritenuto necessario dalle autorità tedesche.

Riproduzione riservata ©