Matrimonio gay, Christian scrive a Quilivorno.it: “Esporci ci costa, ma siamo come voi”
di Letizia D’Alessio
Christian Rocchi, uno dei due sposi, ci ha scritto una lettera, che pubblichiamo di seguito, in cui risponde ai lettori – Buongiorno a tutte a tutti, sono il livornese della coppia dell’articolo. Leggendo i vari commenti, siamo ancora più convinti della scelta che abbiamo fatto e ne andiamo molto fieri. E’ ovvio ed evidente che Livorno, l’Italia, l’Europa e il mondo abbiano problemi molto più importanti da risolvere rispetto alla questione dei diritti delle persone omosessuali. Se, rinunciando alla trascrizione del nostro matrimonio, potessimo garantire l’impiego dei 300 operai dell’ENI, o, ridare un lavoro a tutti i livornesi che l’hanno perso, beh, rinunceremmo immediatamente. Purtroppo non abbiamo questo potere e le questioni sono separate. La trascrizione dell’atto di matrimonio è una mera prassi amministrativa. Di per sé è un’operazione che prenderà 10 minuti al massimo e ci sono funzionari dello stato civile del comune che, tra le varie mansioni, hanno anche quella di trascrivere i matrimoni celebrati all’estero. La trascrizione non è costata un euro al Comune di Livorno, ma credeteci è costata a noi in termini di esposizione mediatica e attacchi che ci vengono rivolti. Siamo comunque ben felici di aver intrapreso questa strada per aver animato il dibattito sul tema dei diritti civili e per aver, chissà, dato un po’ di coraggio alle tante persone lgbtqi che ancora non si dichiarano e nascondono il loro orientamento sessuale per paura di essere discriminati nella società. Siamo persone e cittadini come tutte voi: ci svegliamo presto la mattina, andiamo a lavorare, paghiamo le tasse, contribuiamo nella società. Perché non possiamo godere degli stessi diritti e doveri che evincono dal matrimonio come i cittadini eterosessuali? Siamo o no un paese occidentale libero e democratico? Il fatto che due persone dello stesso sesso si possano sposare, impedirà secondo voi agli etero di sposarsi e avere figli? Vi risulta che in paesi come l’Olanda, il Belgio o la Spagna dove i matrimoni ‘gay’ esistono da anni si sia smesso di fare figli o che le loro società stiano andando a rotoli? Impariamo tutti ad essere più tolleranti e a rispettarci e a tenere bene in mente che le libertà individuali vanno sempre difese se non ledono le libertà altrui. Un ringraziamento sincero poi anche a tutte le persone che ci hanno sostenuto e ci sostengono (che per fortuna sono la stragrande maggioranza). I vostri messaggi ci aiutano a non mollare.
Trascritto il primo matrimonio – Roberto Rodriguez (40 anni) e Christian Rocchi (32) sposi a Las Palmas. E adesso riconosciuti ufficialmente dal Comune di Livorno in data 7 ottobre, il giorno prima della presa di posizione di Alfano in merito alla non trascrizione delle unioni civili da parte della amministrazione comunali. A sancire l’atto della loro unione civile è stato il vice sindaco Stella Sorgente in accordo con il primo cittadino Filippo Nogarin. Ad annunciarlo è stata proprio Stella Sorgente in commissione questo pomeriggio alle 14.15. I due uomini si sono sposati ad agosto in Spagna, precisamente alle Canarie, e avevano fatto domanda al Comune di Livorno affinché il loro matrimonio fosse riconosciuto. Domanda di cui la vice sindaco aveva preso atto e per poi trascriverla appena 24 ore prima del “no” di Alfano. Contraria al provvedimento Elisa Amato Nicosia di Forza Italia. La richiesta di Christian e Roberto di trascrizione del matrimonio contratto in Spagna è arrivata 3 mesi fa, poco tempo dopo l’insediamento della nuova amministrazione. Ai due uomini la vice sindaco ha risposto scrivendo loro che la trascrizione delle unioni tra persone dello stesso sesso era uno dei punti programmatici inseriti nelle linee di mandato. Matrimonio che é stato trascritto non in anagrafe, bensì nel registro di Stato Civile dei Matrimoni. Stella Sorgente ha deciso di trascrivere l’unione dopo essersi consultata con alcuni esperti, ha aspettato il primo incontro istituzionale per poter dunque fare la comunicazione al riguardo. “É stato un atto emozionante”, ha commentato la vice sindaco.
Il consiglio comunale approva il regolamento per il riconoscimento delle Unioni Civili – Il Consiglio Comunale di Livorno ha approvato nella seduta del 13 ottobre (con il solo voto contrario della consigliera di Forza Italia Elisa Amato Nicosia) il regolamento per il riconoscimento delle Unioni Civili e l’istituzione di un registro amministrativo delle Unioni Civili. Possono iscriversi al registro, su presentazione di una domanda, coppie di persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, residenti e coabitanti nel Comune di Livorno. L’obiettivo del provvedimento, come ha illustrato la vicesindaco Stella Sorgente, è quello di provvedere a tutelare e sostenere le unioni civili al fine di superare situazioni di discriminazione e favorirne l’integrazione nel contesto sociale, culturale ed economico del territorio.
In che modo? L’iscrizione al registro garantisce gli stessi diritti delle coppie sposate per accedere ai servizi (di competenza comunale) che riguardano casa, sanità e servizi sociali, politiche per giovani, genitori e anziani, sport e tempo libero, formazione, scuola, servizi educativi, diritti e partecipazione, trasporti. Gli atti del Comune dovranno prevedere, per le unioni civili, condizioni non discriminatorie di accesso agli interventi in quelle aree, evitando condizioni di svantaggio economico e sociale. Chi si iscrive al registro sarà equiparato al “parente prossimo del soggetto con cui è iscritto”, ai fini della possibilità di assistenza.
L’iscrizione al registro sarà consentita, ma solo in forma simbolica (in attesa di legislazione nazionale in materia) anche alle coppie nelle quali uno solo dei componenti sia residente nel Comune di Livorno (anche iscritti all’anagrafe dei residenti all’estero, AIRE), con il rilascio di una ricevuta, senza però la possibilità di accedere ai servizi di sostegno. Confluiranno automaticamente nel registro delle Unioni Civili quelle coppie che avevano fatto richiesta al Comune di Livorno del “certificato di famiglia anagrafica basata su vincoli affettivi e di convivenza”.
A partire dal 2012, infatti, il Comune di Livorno consentiva che le persone conviventi potessero chiedere che sulla propria scheda di famiglia venisse annotata l’esistenza di vincoli affettivi. Un passaggio propedeutico, dal valore altamente simbolico (e non solo), quindi, al registro delle Unioni Civili, per riconoscere l’esistenza di un legame affettivo tra due persone non sposate (senza distinzione di sesso). Con il registro delle Unioni Civili il Comune di Livorno compie dunque un ulteriore passo in avanti.
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