Troppa violenza, messa sospesa

"Nogarin in campagna elettorale aveva promesso la presenza dei vigili di quartiere, dove sono?"

di Roberto Olivato

Nata per volere dei livornesi nella prima metà dell’Ottocento, quale voto per allontanare la peste che  imperversava in città, la chiesa della Madonna del Soccorso, con i suoi 90 metri di lunghezza e 34 di larghezza, è ancora oggi la più grande chiesa cittadina immersa in un ampio parco alberato.
La creazione dei 40000 metri quadri di parco fu dovuta al cambio del progetto che inizialmente prevedeva in quell’area la costruzione di un collegio. La toponomastica pone la chiesa della Madonna del Soccorso a poche decine di metri dal centro cittadino e dalle attività commerciali di via Ricasoli, via Marradi e via Magenta, ma in quella piccola distanza si avverte una realtà difficile e non quella di un quartiere dove poter vivere serenamente in comunità. L’area considerata a rischio è compresa fra piazza Attias, zona Coin sino appunto a piazza della Vittoria, come ricorda padre Andrea Conti, parroco della Madonna del Soccorso (nella foto di Augusto Bizzi) che il mese scorso ha subito maltrattamenti e danni ai serramenti della sua chiesa.
Padre Andrea dopo la sua denuncia è cambiato qualcosa?
“Assolutamente no. In questa bella piazza, che quando piove diventa un immenso acquitrino a causa di mancanza di manutenzione, all’imbrunire è meglio non uscire perché si possono fare brutti incontri”.
Cosa intende?
“Nei mesi invernali attorno al parco si aggirano vagabondi, zingari e purtroppo molti giovani dediti alla droga, la cui presenza intimorisce gli abitanti del quartiere tenendoli lontani dalle Messe pomeridiane e dalle passeggiate fra gli alberi. Vista questa difficile situazione mi trovo costretto, da gennaio, a rinunciare alla messa domenicale delle 18”.
Cosa vorrebbe venisse fatto?
“Prima di tutto il controllo dell’intera area, con una minima presenza di forze dell’ordine, perché già all’imbrunire c’è d’aver paura e per evitare brutti incontri anche in chiesa, sono stato costretto a chiudere il portone durante le funzioni, obbligando i parrocchiani ad entrare da una porta secondaria”.
Quello che dice padre Andrea è molto grave.
“Non voglio pensare a quello che accade in altre zone della città, mi basta vivere la mia realtà. Quello che mi rattrista è vedere come nessuno s’interessi non tanto di me quale sacerdote, ma delle famiglie che abitano in questa zona e dove lo stato di degrado e di pericolosità hanno raggiunto limiti di guardia. Il neo sindaco in campagna elettorale aveva promesso la presenza di vigili di quartiere in varie zone della città, ma abbiamo capito che era soltanto uno slogan pubblicitario. Come al solito aspettano che ci scappi il morto. Però le tasse le pretendono anche quelle più assurde”.
Cosa intende per tasse assurde? “Sono anni che questa chiesa paga la tassa per l’occupazione di suolo pubblico, vorrei che mi spiegassero quale suolo pubblico occupo perché non ho ne gazebo, ne tanto meno tavolini ed ombrelloni all’aperto ed in questi giorni andrò in comune a sentire”.
L’amarezza espressa dalle parole di padre Andrea, nel vedersi abbandonati dalle Istituzioni, la si percepisce anche fra i parrocchiani molti dei quali all’uscita delle funzioni sono fatti oggetto d’insulti e minacce. La preoccupazione dei parrocchiani, ma anche dello stesso padre Andrea, è rivolta alla Messa di Natale dove, come già successo negli anni passati, vengono fatti esplodere grossi petardi in prossimità della chiesa.

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