Parla l’ad di Tiger Italia dopo il sequestro. “Ecco cosa contestano. Pronti a vie legali”

A parlare è Javier Gomez Palacios, amministratore delegato di Tiger Italia, raggiunto telefonicamente da Quilivorno.it nella sede di Torino

“Cercheremo di difendere la nostra posizione per vie legali. Là dove ci contesteranno delle irregolarità provvederemo a metterci in regola, ma certamente le cose non stanno come sono state descritte nel comunicato stampa diffuso dalla Finanza (leggi qui)”. A parlare è Javier Gomez Palacios, amministratore delegato di Tiger Italia, raggiunto telefonicamente da Quilivorno.it nella sede di Torino. “Vorrei anzitutto fare chiarezza sui numeri: i prodotti segnalati sono 18 su una gamma Tiger di 2mila. Di questi 18, 8 sono cannucce. La Finanza parla di 12mila prodotti sequestrati ma non è stato specificato che stanno parlando del magazzino, di uno stock. Insomma, non stiamo parlando di 12mila articoli presenti quel giorno sugli scaffali”.
L’ad entra poi nel merito: “Nel comunicato stampa si dice che sono state riscontrate irregolarità relativamente alla qualità dei prodotti e all’assenza di marchio CE. In realtà ci contestano solo la mancata traduzione sulle etichette di alcuni articoli. Prendiamo le cannucce: mancava la dicitura in italiano del nome “cannuccia”: sull’etichetta era presente quella in inglese. Non avevamo effettuato la traduzione essendo talmente evidente agli occhi del cliente che si trattava di quel prodotto. A Verona, in un caso analogo però riferito al lucidalabbra, il giudice ci ha dato ragione spiegando che il nome in inglese è ormai diventato di uso comune in Italia. Ad ogni modo non voglio dire che siamo dalla parte della ragione. Tuttavia, spero che si capisca che la cosa è ridimensionata rispetto a tutta l’operazione condotta. La Finanza mi ha detto che non era stato inserito nel comunicato il nome della catena? Stiamo parlando di Livorno, non di Londra. E comunque il verbale ammonta a soli 1.032 euro”.

Riproduzione riservata ©