Targa commemorativa di Sant’Anna di Stazzema all’Enriques
Anche quest’anno, a pochi giorni dalla festa del 25 aprile, i ragazzi delle quinte del Liceo Enriques sono andati in visita nei luoghi della strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema (12 agosto 1944). Ma questa volta l’appuntamento è stato diverso dal solito, perché il signor Pieri, presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna, e il signor Mancini – insieme a Pieri uno dei pochi sopravvissuti alla strage (all’epoca avevano rispettivamente sei e dieci anni) – hanno donato all’Enriques una targa commemorativa. Un riconoscimento prezioso, con il quale la comunità di Sant’Anna ha voluto esprimere il proprio affetto nei confronti di una scuola che da quasi vent’anni accompagna tutti i suoi alunni in questi luoghi. Uno stimolo importante per l’Enriques a portare un’attività grazie alla quale le aride notizie apprese dagli alunni sui libri di storia si animano ogni volta nel racconto vivo e palpitante di testimoni di grande spessore morale. Durante la visita a S. Anna, infatti, prima di visitare il museo storico e i luoghi dell’eccidio, gli studenti ascoltano la straordinaria testimonianza di Mancini e Pieri. I quali ogni anno si caricano del peso di una memoria assai dolorosa – soprattutto per Pieri, che in quel 12 agosto ha assistito all’uccisione di tutti i suoi familiari – per trasmetterla alle nuove generazioni. Animati dalla tenace volontà di non far svanire nel nulla il ricordo di centinaia di donne, di anziani, di bambini loro coetanei – in parte profughi che avevano cercato rifugio sulle Apuane, accolti con generosità dagli abitanti di Sant’Anna – vittime innocenti di una guerra scatenata dai regimi fascisti. Una guerra assurda e ingiusta come tutte quelle che oggi, con pretesti di ogni genere (politici, religiosi, perfino “umanitari”), si combattono in molte parti del mondo: questo il messaggio che Mancini e Pieri hanno voluto ribadire ancora una volta nell’incontro con gli studenti. Lo stesso che i bambini di una scuola elementare hanno saputo esprimere con parole semplici e dirette nella poesia “I bambini di Sant’Anna”, riprodotta nella targa-ricordo donata all’Enriques: “Una bambola di pezza / dorme su un prato / bagnato di rosso. / La mani / che l’abbracciavano / ora giacciono fredde… […] Una mano muta e tremante / raccoglie la bambola / perché racconti ad altri bambini / la storia di chi ha dormito sul prato / e gridi con forza / il disprezzo per la guerra / che tutto distrugge / e spazza via”.
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