Sos tasse, Cna lancia l’allarme

L’indagine condotta in tutta Italia dal Centro Studi di CNA Nazionale, nella classifica negativa dei comuni a maggior peso fiscale vede Livorno nel 2016 al 42esimo posto, contro il 54esimo del 2015

A Ferragosto le imprese che pagano le tasse nel Comune di Livorno avranno un motivo in più per far festa: il 15 agosto sarà infatti l’ultimo giorno che lavoreranno per il fisco e potranno dal giorno dopo lavorare per la propria famiglia. Sarà però una festa amara, perché nel 2016 avranno lavorato ben tre giorni in più rispetto al 2015 solo per le tasse, quando il “Tax Free Day” era fissato per il 12 agosto.

“Nella classifica negativa dei comuni più onerosi, Livorno sale di ben 12 posizioni, un balzo non certo invidiabile – afferma il direttore Cna Marco Valtriani – considerando che siamo anche al terzo posto fra i comuni capoluogo della Toscana. Livorno è inoltre in controtendenza rispetto alla media nazionale in cui il giorno di libertà dalle tasse arretra al 9 agosto. Qui si lavora per le tasse per 228 giorni all’anno, con un Tax Rate del 62,3%”.

L’indagine condotta in tutta Italia dal Centro Studi di CNA Nazionale, nella classifica negativa dei comuni a maggior peso fiscale vede Livorno nel 2016 al 42esimo posto, contro il 54esimo del 2015: il comune più virtuoso al 124esimo posto è Gorizia; dei toscani il meno gravoso è Arezzo al 117.mo posto nazionale.

Per elaborare il peso fiscale sulle aziende, è stata presa una impresa individuale tipo del settore artigianale manifatturiero (produzione infissi in legno) con clienti sia imprese che privati, 5 dipendenti (3 operai a tempo indeterminato, 1 a tempo determinato ed 1 impiegato a tempo indeterminato), un laboratorio di 350 mq ed una esposizione di 175 mq; l’azienda si suppone che abbia prodotto ricavi per 431.000 euro e che il reddito d’impresa prima delle imposte deducibili sia pari a 50.000 euro.

“Di quei 50mila euro – commenta Valtriani tabelle alla mano – all’impresa livornese rimangono solo 18.865 euro, ben 3.299 euro in meno rispetto ad esempio al comune di Arezzo, il meno caro in Toscana, circa 700 euro meno rispetto alla vicina Pisa e circa 630 euro meno della media nazionale.

Come spesso accade inoltre, la realtà è ancor peggiore delle medie statistiche: nel calcolo fatto sull’impresa tipo, si tiene conto di uno sgravio sulla Tari disposto dal MISE per la produzione di rifiuti speciali e richiesto a gran voce proprio dalla Cna, che nella stragrande maggioranza delle imprese livornesi però non trova applicazione; il pagamento quindi a pieno regime della salatissima Tari determinata dal Comune di Livorno, farebbe ridurre quel reddito disponibile a 18.087 euro, un vero salasso. Si può e si deve migliorare, alleggerendo le imprese dalla enorme pressione fiscale anche locale: tanto per cominciare – conclude Valtriani – si dovrebbe considerare l’IMU sugli immobili strumentali come completamente deducibile dal reddito d’impresa, si deve rivedere l’applicazione della Tari e le relative riduzioni a favore delle imprese che già pagano in proprio per i propri rifiuti e si deve lavorare su Aamps affinchè il costo del servizio di gestione dei rifiuti diminuisca, facendo diminuire di conseguenza la Tari, come era stato promesso in campagna elettorale alle imprese”.

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