Rette Rsa: aumento del 25%. Rabbia dei familiari. Dhimgjini: “E’ un adeguamento sociale”

Dal 1° aprile le rette sono passate da 42,78 € giornalieri a 53, 25 €. Tradotto: 300 euro in più mensili. Il Comitato parenti della Rsa Coteto: "Chiediamo controlli rigorosi nell'espletamento e nelle verifiche delle gare d'appalto". L'assessore: "Le famiglie bisognose non si devono assolutamente preoccupare perché il Comune integra loro la retta"

Tra i tanti balzelli-tasse dell’amministrazione Nogarin ce n’è stato uno passato sotto silenzio che dimostra (?) quanto la traballante giunta M5S abbia a cuore quello che è o dovrebbe essere – e finora a Livorno lo è sempre stato – un settore prioritario in una collettività da amministrare: quello del sociale, degli anziani, delle categorie più fragili e quindi maggiormente da tutelare. Ebbene, dal 1° aprile le rette per gli anziani ospiti nelle quattro Rsa cittadine (Villa Serena, Pascoli, Passaponti e Coteto) sono state aumentate con delibera di giunta addirittura del 25%: da 42,78 € giornalieri a 53, 25 €. Tradotto: 300 euro in più mensili, da circa 1300 euro a oltre 1600. Possibilità di riduzioni? Pressoché nulle, poiché l’Isee dell’ospite ricoverato nelle Rsa – se sotto la soglia prevista – deve essere comunque integrato con le risorse ricavabili dall’Isee dei familiari di primo grado, figli o coniuge. Trecento euro in più, così, sulle spalle di chi molto spesso ha già risorse economiche limitate oltre a dover vivere la situazione di un familiare non autosufficiente e assistere quotidianamente ad un declino progressivo nella persona che è tra gli affetti più cari.
“Abbiamo letto quanto Nogarin – dice il Comitato parenti della Rsa Coteto – abbia strombazzato il reddito di cittadinanza ma, probabilmente troppo assorto nelle vicende Aamps, non ha speso una parola per giustificare o almeno spiegare questi 300 euro in più che è andato a chiedere ai vecchietti delle Rsa e ai loro familiari. Rette troppo ferme nel tempo? Così da giustificare tout court un aumento del 25%? La questione è ancora più seria e sconcertante perché, parallelamente all’aumento delle rette, la giunta Nogarin ha deciso da mesi di disfarsi della gestione delle quattro Rsa perchè troppo gravose sul bilancio. E’ questa la vostra politica per il sociale? E’ questo il vostro occhio di riguardo per le problematiche delle fasce più fragili e deboli, come avete tante volte assicurato e promesso. Noi che ogni giorno, da anni, viviamo la realtà delle Rsa a fianco dei nostri familiari e abbiamo assistito con sollievo all’instaurarsi di un rapporto affettivo e di familiarità tra i nostri cari e il personale che opera nelle strutture, siamo fortemente preoccupati per il futuro che il Comune sta disegnando per il futuro delle quattro Rsa che per Livorno sono state un fiore all’occhiello in tema di assistenza agli anziani. Preoccupazione ma anche la ferma volontà di chiedere assicurazioni sul mantenimento dei livelli di assistenza e di qualità qualora le Rsa dovessero veramente finire nelle mani di privati. Vada come vada, chiediamo controlli rigorosi, al Comune e all’Asl, nell’espletamento e nelle verifiche delle gare d’appalto perché siano date garanzie di buona gestione e per l’osservanza dei parametri stabiliti dalla Regione.

La risposta dell’assessore al sociale Ina Dhimgjini – “Legittime le preoccupazioni esposte dai familiari e mi permetto di ringraziarli per aver sollevato questo problema – esordisce al telefono con Quilivorno.it l’assessore al sociale – problema che l’amministrazione ha già avuto modo di illustrare nelle sedute consiliari apposite che hanno visto presenziare tutti i settori alla redazione di bilancio. Anche il 17 marzo avevamo fatto una commissione consiliare specifica illustrando qual era il percorso. Nell’occasione abbiamo espressamente detto che non si tratta di un inasprimento, e non è una misura che colpisce e né può avere intenzione di colpire, ma di un’azione di equità sociale. Questa delibera, dunque, ha toccato solo il profilo dell’adeguamento nei confronti di quelle fasce che hanno una certa capacità di contribuzione. Il territorio di Livorno è stato negli anni molto “atipico” nell’affrontare il sistema di contribuzione. Ad ogni modo, le famiglie bisognose non si devono assolutamente preoccupare perché il Comune integra loro la retta. In realtà, anche le altre famiglie non devono vedere questo ritocco come un aumento ma come un adeguamento affinché Livorno diventi una realtà “tipica” per equità sociale”.

La gestione delle Rsa – “Per quanto riguarda la gestione delle Rsa – continua l’assessore Ina Dhimgjini – il percorso è molto lungo e faticoso. Tanto che al livello regionale c’è una diatriba tra il sistema di concessione e il sistema di accreditamento. Ancora non sappiamo come muoverci poiché parliamo di una riforma regionale, non locale. Molto dipenderà dal dialogo con l’azienda Asl. Cosa abbiamo fatto noi intanto? Proprio lunedì 23 c’è stata una riunione in Anci (l’associazione dei Comuni italiani, ndr) sui servizi residenziali dove abbiamo sollevato le criticità di un sistema di dismissione, spiegando che il sistema di libero accesso, ovvero l’accreditamento mediante voucher (libera scelta dell’utente), non corrisponde più a una gestione pubblica del servizio per quei Comuni che condividono il pubblico, e noi come Comune lo vogliamo tutelare fino in fondo. Ma siccome al momento non vi è tutela la riforma deve essere condivisa su di un tavolo concreto e reale e come Comune di Livorno abbiamo avanzato tale richiesta alla Regione. Tavolo che è stato accordato per capire qual è la forma migliore che tuteli l’utenza della città di Livorno”.

Controlli qualità e servizi – “I controlli vengono costantemente fatti. Il controllo di qualità è stato istituito da due anni a questa parte, proprio con questa amministrazione. Vogliamo essere oggettivi e quindi lavorare affinché questo controllo di qualità venga inserito nella carta dei servizi, argomento da inserire in questa grande riforma. Dovrà essere per noi un’apripista da portare avanti come principio saldo”.

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