Moby Prince, al via la commissione d’inchiesta

Grazie all’impegno personale del Presidente del Senato Pietro Grasso la commissione d’inchiesta sulla strage del Moby Prince finalmente parte. Il presidente ha voluto personalmente lanciare un ultimatum ai gruppi che ancora non avevano nominato il loro commissario, anche di fronte ad una sollecitazione che arrivava da più parti, dalla politica, dalla collettività e dai familiari che avevano lanciato l’idea di uno sciopero della fame che sarebbe iniziato il primo novembre. Un’iniziativa forte di rottura, ma non poteva essere altrimenti per i familiari che da troppo tempo attendono delle risposte concrete.
Attendevamo una risposta e questa è arrivata personalmente. La telefonata di Grasso a Loris Rispoli, presidente dell'”Associazione 140″ denota una sensibilità non comune fra i politici, un gesto di rispetto, ma anche di impegno e di volontà affinché venga fatto il possibile per fare piena luce sulla strage della strage del Moby Prince.
“Dopo quasi 25 anni di bugie, silenzi, coperture, omissioni, manomissioni, depistaggi e quant’altro – commenta Rispoli – oggi una commissione formata da 20 senatori si accinge a lavorare per verificare quali cause e quali responsabilità hanno permesso che 140 persone morissero arse vive nella vana attesa di soccorsi. Noi confermiamo tutta la nostra fiducia nelle istituzioni e nel lavoro che si accingono ad iniziare. Da parte nostra ci sarà la massima collaborazione e vigilanza. I Commissari – continua Rispoli – ai quali sin da ora facciamo gli auguri di buon lavoro, devono sapere che noi siamo disponibili e attenti, per condividere e accertare, per scrivere una volta per tutte la parole fine a questa terribile vicenda. Vogliamo che chi ormai è anziano sappia perché gli è morto un figlio, vogliamo dire a quei figli rimasti, senza padre o madre, perché sono cresciuti nel dolore. Questo dovranno fare i 20 senatori della Repubblica. Grazie a quanti in questi giorni, mesi, anni si sono mobilitati al nostro fianco convinti che #iosono141 non è un segno e tre parole, ma un grido di verità e giustizia. Grazie ancora al presidente Grasso e ai Senatori della Repubblica”.

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