Mense, Coop 8 Marzo salva: c’è la fusione in Cir food

Si è svolta martedì 10 giugno a Livorno l’Assemblea ordinaria e straordinaria dei soci della Cooperativa 8 Marzo per l’approvazione del bilancio 2013 e del progetto di fusione per incorporazione di 8 marzo in Cir food Cooperativa Italiana di Ristorazione.
I numerosi soci presenti, oltre un centinaio, hanno deliberato con pieno consenso e all’unanimità la fusione per incorporazione di 8 Marzo in Cir food. Le due cooperative operano entrambe nella ristorazione collettiva e commerciale e sono iscritte alla categoria cooperative di lavoro. Il progetto prevede la costituzione di una nuova sede a Livorno, che gestirà le attività già in essere e da acquisire nelle province di Livorno e Pisa con l’obiettivo di proiettare la propria azione di sviluppo sulla costa tirrenica toscana. Si conferma la piena occupazione e la tutela di tutti i 200 dipendenti e soci di 8 Marzo, oltre all’impegno a consolidare e sviluppare l’attività in Toscana.

“Il passaggio alla fusione è stato necessario per garantire continuità all’attività della cooperativa 8 Marzo che avrà il vantaggio di non essere più penalizzata dalle piccole dimensioni – afferma Luciano Francalacci, Presidente di 8 Marzo – che in questo contesto di crisi indeboliscono molto; inoltre potrà riprendere fiato attenuando i seri problemi finanziari che la stanno mettendo in difficoltà da mesi, anche per colpa dei ben noti ritardi nei pagamenti della PA e della spending review; di migliorare le proprie performance operative ridando reddittività alle proprie gestioni e avrà l’opportunità di svilupparsi ed espandersi. Sono contento della forte convinzione di tutti i soci alla fusione che valorizzerà al meglio le sinergie già attivate sul territorio con Cir food, tutelando i soci e i lavoratori”.

I vantaggi della fusione saranno quelli di avere un buon posizionamento nella provincia di Livorno e Pisa, di clienti fidelizzati, di continuare a crescere in Toscana, di rispondere sempre meglio alle esigenze del mercato, sia pubblico che privato, grazie ad azioni di efficientamento sulle unità produttive e di razionalizzazione dei costi generali, perseguendo politiche di economia di scala, particolarmente importanti in questo periodo di contenimento dei costi e politiche di investimento in ricerca e sviluppo.

“Siamo in presenza di una bellissima realtà che si trova purtroppo in una situazione di difficoltà finanziaria ma vanta un’importante storia aziendale e un forte radicamento territoriale – ha commentato Chiara Nasi, Presidente CIR food – e che di fronte alla crisi economica si è voluta unire a CIR food in un progetto di rilancio e di sviluppo con l’obiettivo di conquistare un nuovo ruolo sul mercato della ristorazione, valorizzando la distintività del modello cooperativo d’impresa. Questa incorporazione determinerà un soggetto ancora più forte, tale da tutelare e garantire meglio gli interessi dei soci e dei lavoratori, in grado di essere più competitivo per offrire ai nostri clienti qualità ed efficienza ai massimi livelli. Da subito, – conclude Chiara Nasi – la priorità sarà la difesa dell’occupazione e del conseguente bagaglio di esperienze e competenze maturate nel tempo e si investirà in innovazione e formazione professionalizzante”.

I dati nazionali Cir food

Cir food presenta un esercizio 2013 con 76 milioni di pasti serviti in 15 Regioni italiane grazie a 10.700 dipendenti, di cui il 90% donne. L’andamento dei ricavi 2013, pari a 491 milioni di euro (+2% rispetto al 2012), rispecchia una maggiore presenza nel settore della ristorazione collettiva, che incide sul totale per il 72,8% con 357 milioni di euro, seguito dalla ristorazione commerciale con 68 milioni e dai buoni pasto: 12 milioni di ticket venduti, pari a 66 milioni di euro. In aumento il margine operativo lordo, che passa da 34 a 37 milioni di euro. Migliorato del 13% l’utile netto che raggiunge i 12,7 milioni di euro.

“Operiamo in un settore fra i più delicati, la ristorazione per bambini e degenti, in cui la revisione della spesa pubblica purtroppo si basa su aspetti economici e non qualitativi – afferma la neopresidente di CIR food, Chiara Nasi – Siamo fortemente convinti che nella ristorazione collettiva appaltata sia invece indispensabile proporre un nuovo servizio di ristorazione sostenibile che integri e rispetti la dimensione ambientale, economica e sociale, senza rinunce qualitative.”

Solido come sempre il quadro patrimoniale di CIR food, che registra una crescita del13% del capitale sociale, pari a 20 milioni di euro, e un patrimonio netto di oltre 90 milioni di euro. Confermata dunque la fiducia dei 6.052 soci lavoratori, in aumento del 2% rispetto all’esercizio precedente, ai quali sarà versato un ristorno di 2,2 milioni di euro.

Nonostante il calo della domanda e la spending review della PA, CIR food ha investito nel 2013 13,8 milioni di euro per costruire nuovi centri produttivi e mantenere in efficienza le altre strutture. Inoltre, ha annunciato due operazioni di rafforzamento della compagine societaria. Si tratta della fusione per incorporazione della società cooperativa 8 Marzo, con sede a Livorno e 200 persone impiegate, attiva nei servizi di ristorazione collettiva in Toscana, e dell’acquisizione del 100% delle quote di Alisea Srl, impresa fiorentina specializzata nella ristorazione ospedaliera in Toscana. L’impresa cooperativa assicura dunque continuità e tutela del lavoro, beneficiando del radicamento sul territorio di queste realtà in settori strategici.

Di segno positivo anche il bilancio consolidato 2013: 495 milioni di euro con un incremento del 2% rispetto all’anno precedente e un utile netto di 13,9 milioni di euro. In questo esercizio sono incluse le società partecipate, fra cui realtà internazionali che proiettano il gruppo sui mercati esteri: CIR Golden Rest Bulgaria, Esedra Belgio e CIR food USA e in Italia Desio Food Spa, Risto4 Srl e Circostanza Srl.
CIR food – Cooperativa Italiana di Ristorazione sviluppa la sua attività in diversi segmenti di mercato con l’obiettivo di promuovere una cultura dell’alimentazione sana ed equilibrata: ristorazione collettiva (ristorazione aziendale, scolastica, sociosanitaria e militare), ristorazione commerciale, banqueting e buoni pasto. Con una produzione annua di 76 milioni di pasti, il Gruppo ha una forza lavoro di 10.700 persone di cui 1.200 sono cuochi e il 90% donne. A numeri così importanti corrisponde un’esperienza trentennale nella gestione diretta di cucine e centri di cottura, un know-how incentrato sui valori imprescindibili della qualità del servizio e della tutela dell’alimentazione tradizionale.

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