L’idea di Giusti: le spoglie dei vescovi in Duomo

Durante la Messa in ricordo di monsignor Ablondi, il desiderio del Vescovo Simone di riportare in cattedrale le spoglie di tutti i vescovi di Livorno

Durante la Messa in ricordo di monsignor Ablondi, il desiderio del Vescovo Simone di riportare in cattedrale le spoglie di tutti i vescovi di Livorno. Nel giorno dedicato a San Pio X, in Cattedrale, il Vescovo monsignor Giusti, ha presieduto la concelebrazione eucaristica insieme a monsignor Ezio Morosi e a don Giuseppe Coperchini, in ricordo dell’anniversario della morte del Vescovo Alberto Ablondi. In apertura del rito monsignor Giusti ha ricordato che sono passati cinque anni dalla morte di Ablondi “ma non è passato l’affetto che nutriamo per lui”. Il Vescovo ha messo in rilievo che, chiamato ad intervenire sul tema del dialogo ebraico-cristiano, rivolse il suo pensiero verso Ablondi affinché lo aiutasse a trovare gli argomenti necessari, aprì subito un suo libro di scritti e gli saltò in evidenza l’argomento che cercava in cui Ablondi chiariva i benefici del dialogo, ma anche le questioni irrisolte, questioni -ha aggiunto il Vescovo Simone che rimangono ancora oggi. Grazie alle argomentazioni di Ablondi il Vescovo ha ricevuto l’ammirazione degli altri interlocutori e, ritornando al presente, ha messo in rilievo che attraverso la Comunione dei Santi “monsignor Ablondi ancora oggi non mi lascia solo”.

Nell’omelia il Vescovo ha sottolineato la vicenda umana del Vescovo Alberto e citando il Cantico dei Cantici ha rilevato il suo “rapporto sponsale” con la Chiesa e in particolare con quella livornese. Monsignor Ablondi -ha continuato il Vescovo- è ricordato da tutti per la sua umanità, per i suoi rapporti amorevoli verso tutti e in particolare verso i lavoratori e verso il popolo. Il suo magistero è stato intriso da una manifestazione molto forte per la sua Chiesa tale da costituire un rapporto intimo come può essere quello di un padre verso la propria famiglia, per questo ha sempre curato la sua Chiesa in modo amorevole. Chiedo a lui -ha proseguito monsignor Giusti- “consiglio, aiuto, sostegno”, come lo chiedo ai vescovi che mi hanno preceduto, da monsignor Piccioni a monsignor Guano, a loro chiedo l’aiuto perché io “possa essere saggio nello svolgere il mio ministero” e così grazie alla Comunione dei Santi “siamo una unica famiglia che affronta in modo diverso l’avventura della fede”. Monsignor Giusti ha fatto quindi presente la sua volontà di traslare in Cattedrale le spoglie mortali di tutti i suoi predecessori per “poterli riavere in questa Chiesa militante e trionfante, in questa Chiesa che giammai ci divide”. Il Vescovo ha concluso chiedendosi: dove sono i morti? Sono dove è Dio, cioè in cielo, in terra, in ogni luogo, ma per poterli incontrare sta a noi avere un cuore puro, e lui, monsignor Ablondi, “è il ponte che unisce tutti nell’amore”.

tratto dal giornale online della diocesi di Livorno – articolo di Gianni Giovangiacomo

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