Agenzia Espressi, 26 in cassa. Cna: inaccettabile

di Filippo Ciapini

Lo aveva annunciato la Cgil lo scorso giovedì 25 settembre: “26 posti di lavoro sono rischio”. I così detti postini dell’Agenzia Espressi di Livorno da oggi, a tutti gli effetti, si trovano in cassa integrazione. Questo, oltre al dramma di tante famiglie, significa caos raccomandate. Il servizio infatti sarà dato in affidamento da Poste Italiane a otto lavoratori interni al suo organico per un periodo iniziale tre mesi. Poi un grosso punto interrogativo. “Poste ha deciso di non rinnovare la convenzione in scadenza a fine mese – ha spiegato Giuseppe Luongo della Slc-Cgil – Abbiamo chiesto almeno tre mesi di cassa integrazione e lo abbiamo fatto perché speravamo che Poste ai primi di ottobre prolungasse la convenzione con Agenzia Espressi relativa alla consegna giornaliera di 1.200 raccomandate, ma non ha voluto saperne. Il problema è che ce l’ha comunicato solo mercoledì 24 settembre, per questo motivo abbiamo deciso di uscire solo adesso. Non ci sono al momento margini di manovra – continua il sindacalista – perché l’obbligo di lavorare in esclusiva per Poste ha impedito all’Agenzia Espressi di partecipare ad altre gare per diversificare le commesse”. Cgil cercherà di difendere fino in fondo i diritti dei propri lavoratori organizzando anche campagne di raccolta firme e manifestazioni come quella prevista per oggi, mercoledì 1° ottobre, dalle 9 alle 11 davanti alle Poste Centrali.

L’intervento della Cna –  “Il servizio pubblico non può assolutamente permettersi da un giorno all’altro di mettere sul lastrico un’impresa ed i suoi dipendenti eppure Poste Italiane con una velocità che non contraddistingue certo in genere i suoi servizi, ha dato il benservito ad un’azienda storica a Livorno come l’Agenzia Espressi, cui Cna manifesta piena solidarietà”. Così Marco Valtriani – direttore Cna – commenta l’andamento della vertenza che si sta consumando a Livorno, coinvolgendo 26 dipendenti. “Le convenzioni con le agenzie di recapito private – continua Valtriani – sono state ciò che in questi anni, soprattutto a Livorno, ha permesso di colmare le lacune organizzative di Poste Italiane, come previsto espressamente dal DLgs 261 del 2000: «Poste Italiane può realizzare accordi con gli operatori privati, anche dopo la scadenza delle concessioni, al fine di ottimizzare i servizi favorendo il miglioramento della qualità dei servizi stessi anche attraverso l’utilizzazione delle professionalità già esistenti». E’ invece iniziato da anni un taglio progressivo degli importi degli appalti, cui è corrisposto un peggioramento del servizio ai cittadini, come spesso siamo costretti a leggere sulla stampa. L’Agenzia Espressi di Gianni Giannone (dirigente Cna che a livello nazionale rappresenta sindacalmente le agenzie di recapito) è una realtà che ha erogato con efficienza e puntualità i propri servizi dando esempio di come la sinergia pubblico/privato possa dare ai cittadini un servizio migliore, garantendo anche sviluppo e occupazione: cosa accadrà da oggi a Livorno? Poste assumerà personale trimestrale che non sarà certo in grado di garantire le professionalità ed il livello di servizio garantiti fino ad oggi? Poste  – conclude Valtriani – ha un utile netto nel 2013 di oltre un miliardo eppure si permette di dare un ulteriore colpo mortale a quelle strutture storiche private che hanno fatto la storia del recapito, alle migliaia di dipendenti di queste in Italia molti dei quali già fuori dal ciclo lavorativo. Cna e le Agenzie di recapito non chiedono l’elemosina di un prolungamento (peraltro previsto dall’appalto) ma la possibilità, attraverso una proroga temporanea di sei mesi, di attivare un tavolo di confronto presso il MISE, per verificare tutte le possibili collaborazioni tra Poste e agenzie private nella gestione di servizi che richiedono una flessibilità, tipica di queste imprese”.

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