Lavoro: 63 posti liberi. Le offerte disponibili
di letizia
Tra poco più di un mese, il 2 agosto, scadrà il termine per la presentazione dei progetti per il bando dei lavori di pubblica utilità. La Regione Toscana ha infatti deciso di stanziare un milione di euro per i cosiddetti lavori socialmente utili: i Comuni potranno presentare piani per il reinserimento (da un massimo di cinquantamila a un massimo di trcentomila euro) di lavoratori disoccupati o inoccupati iscritti al centro per l’impiego per un massimo di venti ore settimanali. Ne potranno usufruire oltre alle persone disoccupate o inoccupate, coloro che hanno perso gli ammortizzatori sociali o chi non può avvalersi di una pensione. “I tempi sono stretti – ha affermato l’assessore al lavoro Francesca Martini – il 19 giugno scorso abbiamo ricevuto dalla Provincia la proposta di fare da capofila per i progetti, crediamo che questo possa essere possibile così come che i Comuni possano avanzare più prposte”.
Ma quali ambiti riguardano i lavori di pubblica utilità? Interessano in particolare la valorizzazione del patrimonio artistico, il riordino e l’archiviazione dei beni artistici e librari, le attività sociali. Al momento i progetti proposti dall’amministrazione comunale sono 15, che darebbero un impiego annuale a 63 persone. Per quanto riguarda il settore sociale sono 4: l’accompagnamento da casa e scuola e viceversa di bambini delle scuole elementari (6 persone), servizio straordinario di piccola manutenzione nelle scuole (4 persone), la promozione delle attività del centro affidi (2 educatrici), il supporto agli anziani fragili (6 persone). Per l’ambito archivistico è prevista l’attuazione di 5 progetti: nello specifico sono la messa a sistema e la digitalizzazione del materiale dell’ufficio abusivismo (sono richieste 2 persone possibilmente laureate); il riordino e la digitalizzazione del materiale, dal 1993 al 2014, dell’ufficio edilizia e la mappatura delle energie rinnovabili (5 persone), la messa in ordine e la digitalizzazione di documenti comunali (dando lavoro a 3 persone, possibilmente in possesso di diploma di scuola superiore); il riordino della documentazione della Biblioteca Labronica, delle altre biblioteche cittadine e delle ex circoscrizioni (5 persone con titolo superiore alla scuola dell’obbligo) e infine il recupero degli archivi di Casalp.
Per quanto riguarda la manutenzione il Comune ha messo in campo 6 progetti, per cui servono operai comuni e specializzati, che potrebbero impiegare 30 persone. I lavoratori assunti per un anno si occuperebbero della mauntenzione degli edifici scolastici, il recupero delle aree verdi.
Con Aamps poi, hanno fatto sapere ieri durante la terza commissione consiliare, è stato ipotizzato il recupero e la pulizia di aree pubbliche da poter restituire ai cittadini, un’idea è quella di rendere percorribili alcuni tratti, anche a fini turistici, dell’Acquedotto Leopoldino. Il Comune ha poi proposto la pulizia dell’area di Forte San Pietro, che impegnerebbe l’amministrazione anche a livello finanziario, poiché per lo smaltimento dell’amianto servirebbero una ditta specializzata e una formazione specifica. Infine, uno dei progetti riguarda la cura di torrenti e altri piccoli corsi d’acqua abbandonati all’interno del nostro Comune. Il reclutamento avverrà, per le posizioni per le quali serve la scuola dell’obbligo, attraverso l’ufficio di collocamento, mentre per i progetti dove sono necessari diploma o laurea saranno fatte specifiche selezioni. “Andranno individuate precise risorse anche per ciò che concernono – ha spiegato la responsabile al lavoro – l’affiancamento di personale comunale e i percorsi formativi”. Alla domanda della consigliera di Forza Italia Elisa Amato sulla possibilità di aumentare i posti per i lavori socialmente utili, l’assessore ha risposto che “ci sono ancora dubbi da sciogliere con Regione, il nostro intento è quello di portare al massimo il numero dei posti a disposizione”.
Alla commissione di ieri erano presenti anche i sindacati: Giovanni Ceraolo dell’Usb ritiene che “della pioggia di milioni promessi da Rossi, si parlaora di 8mila lordi per un anno da destinare a soli 63 lavoratori. È chiaro che in questo modo la crisi occupazionale della nostra città non potrà essere minimamente scalfita, quelle di cui stiamo parlando sono solo briciole: sono però convinto che sia necessario usare tutte le risorse a disposizione. Come Usb – ha concluso – chiediamo che la giunta faccia pressione sulla Regione affinchè sia aumentato il numero dei lavoratori da coinvolgere”. Anche Fabrizio Zannotti (Cgil) è dell’idea che “questi progetti rischiano di essere gocce in un mare di lacrime, visto che a breve per alcuni scadranno glui ammortizzatori sociali e ci ritroveremo altri disoccupati. Da parte nostra proponiamo di aprire un tavolo con Confindustria, a cui può essere chiesto di aprire dei tirocini formativi”. Franco Rossi (Uil) invita invece i Comuni dell’area livornese, sui progetti, ad andare avanti insieme “ enza contrapposizioni e senza gareggiamenti”.
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