Lavoratori Serlog: il sindaco scrive al ministro Guidi

A seguito del dibattito emerso in commissione lavoro del 21 dicembre scorso, il sindaco Nogarin ha scritto al ministro dello sviluppo economico e per conoscenza sia alle altre autorità politiche regionali e locali, sia all’ENI, alla Confindustria e ai sindacati. Ecco il testo integrale della lettera:

“Egregio Signor Ministro, facendo seguito a quanto emerso nell’ambito della commissione lavoro del consiglio comunale di Livorno del 21 dicembre 2015 nell’ambito della quale è stata trattata la questione della successione nell’appalto Serlog, sono a rappresentarle l’esigenza di un incontro urgente per discutere del problema dell’indotto Eni. L’amministrazione comunale di Livorno è infatti fortemente preoccupata dagli effetti occupazionali delle politiche di gestione dell’indotto. La vicenda degli ex lavoratori Serlog è allarmante: nell’ambito della gara di appalto svolta i lavoratori in precedenza impiegati non sono stati tutelati in nessuna forma non essendo stata inserita nessuna clausola sociale nell’appalto ed essendo allo stesso applicato il contratto del comparto logistica che non prevede nessuna clausola sociale. Nel caso di specie, sono stati quindi sacrificati completamente gli interessi dei lavoratori, sette dei quali non sono stati riassorbiti dal nuovo appalto, mentre, coloro che sono transitati nel nuovo appalto, hanno visto l’applicazione del contratto multiservizi con rilevante decurtamento della retribuzione. Tale situazione, a nostro avviso, rende necessario un intervento diretto del Ministero attraverso la convocazione di uno specifico incontro in materia. Ringraziandola per l’attenzione che vorrà riservare a questa mia, l’occasione è gradita per porgere distinti saluti”.

La Filcams pronta allo sciopero –  Rotto il tavolo di trattativa ex Serlog nonostante i ripetuti tentativi  da parte delle organizzazioni sindacali di trovare una mediazione con l’azienda subentrata nell’appalto Eni di proprietà del gruppo Palumbo.   Dopo il primo tentativo di accordo, decaduto in seguito alla nuova applicazione contrattuale che prevede l’utilizzo del multi servizi, la trattativa è passata di mano alla Filcams CGIL provincia di Livorno, che sta cercando di far valere la clausola di salvaguardi prevista dal contratto stesso “Abbiamo cercato di togliere dal tavolo i tempi determinati e il periodo di prova, che non ha alcun senso in quanto i lavoratori che sono stati riassorbiti operano da anni in raffineria – illustra Monica Cavallini, della segreteria Filcams CGIL della provincia di Livorno – e su questo punto l’azienda si è dichiarata pubblicamente disponibile, il problema nasce in merito ai lavoratori che sono rimasti fuori”.  Già la Serlog operava in solidarietà a causa della diminuzione del lavoro, ma i sindacati oggi chiedono alla nuova azienda l’impegno di riassumere prioritariamente i lavoratori e le lavoratrici che sono rimasti senza lavoro, qualora i volumi di lavoro dovessero aumentare “L’atteggiamento dell’azienda – chiarisce Cavallini – lascia trasparire la volontà di non riassumere quegli specifici lavoratori, l’ultima proposta ci chiedeva di avallare l’inserimento nel bacino prioritariamente dei  dipendenti del gruppo Palumbo e in subordine gli ex Serlog e a tempo determinato. La categoria, in caso di eventuali situazioni di difficoltà dell’intero gruppo aveva manifestato la propria disponibilità a cercare soluzioni condivise, purtroppo inutilmente”.

Nonostante i tentativi di mediazione, l’azienda ha assunto un atteggiamento intransigente di chiusura, inserendo nell’appalto 4 dipendenti provenienti da altri cantieri, a cui la categoria del commercio rispondono con lo stato di agitazione e blocco degli straordinari “Rispetto all’irrigidimento della proprietà che ci ha informati di non essere disposta a lasciarsi dettare condizioni – conclude Cavallini –abbiamo indetto lo stato d’agitazione di tutte le aziende che nella Raffineria applicano i nostri contratti di riferimento con relativo blocco degli straordinari. Se l’azienda non dovesse retrocedere, siamo pronti anche allo sciopero”.

 

 

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