Lascia Livorno e ottiene il posto fisso. La storia di “Leo”

Questa è la storia di Leonardo, livornese, 27 anni. Fidanzato da 7 anni e mezzo con Martina, spezzina, 29 anni, ha deciso di emigrare (leggi qui della coppia livornese trasferitasi a Londra) all’estero per costruirsi un futuro degno di questo nome. Ma i nostri ragazzi non hanno scelto una delle “classiche” mete da emigranti, come Londra, Barcellona, e simili, ma si sono diretti a Budapest capitale magiara dell’Ungheria.
Leonardo per chi segue il nostro giornale è una vecchia conoscenza, dato che ha costruito la sua tesi di laurea specialistica in Sociologia sviluppando una ricerca di mercato per il nostro quotidiano. E proprio specializzandosi in questo settore dopo un’esperienza di stage alla L’Oréal di Torino, sempre nel reparto ricerche di mercato, ha deciso di chiudere anticipatamente lo stage (dato che l’azienda non assumeva stagisti), per accettare l’offerta della Tata Consultancy Services di Budapest come market research analyst, uno dei tanti settori di specializzazione della multinazionale indiana TATA. Qui gli è stato subito offerto un contratto a tempo indeterminato (dopo il consueto periodo di prova di 3 mesi) con un buono stipendio per la media salariale ungherese. Ma ancora più sorprendente è la storia di Martina, che laureata anch’essa in Sociologia per due anni si è dovuta accontentare di qualche collaborazione come educatrice, oltre a collezionare svariate promesse di enti pubblici e cooperative sociali mai concretizzatesi, e che dunque suonano fortemente come prese in giro. Così quando Leonardo è stato assunto dalla TCS di Budapest, Martina ha deciso, pur con tante paure e dubbi, di buttarsi seguendo il suo fidanzato in quest’avventura. E per far comprendere al meglio la situazione assurda del nostro paese, che proprio come gli enti e le cooperative precedentemente citate non mantiene mai le sue promesse, Martina dopo solamente 11 giorni di permanenza a Budapest è stata assunta. L’AVIS, la multinazionale americana di noleggio veicoli, le ha proposto un contratto a tempo indeterminato come sales support specialist multilingue allo stesso livello salariale di Leonardo, dato che la nostra ragazza parla inglese, francese e tedesco. È doveroso dire che i nostri ragazzi non vanno a guadagnare i miliardi, ma sono in un paese dove con due stipendi da multinazionale la qualità della vita è decisamente superiore a quella italiana, sotto ogni aspetto. C’è da tener presente che in Ungheria non esiste art.18 (anche se il diritto del lavoro tende ad essere pro dipendente), non esiste la tredicesima, ma il mercato del lavoro è molto dinamico (si passa da un’azienda all’altra con estrema facilità, tanto che le aziende durante i colloqui richiedono sempre la volontà di rimanere per lungo tempo nelle loro compagnie), ogni azienda propone benefit crescenti di anno in anno in base alle performance del singolo e della compagnia, e ci sono delle concrete possibilità di crescita professionale e ovviamente salariale. Sia chiaro che nessuno regala il lavoro, i colloqui sono molto duri (Leonardo ha superato 7 colloqui tutti in lingua inglese, mentre Martina ha passato 3 colloqui , di cui l’ultimo di un’ora e mezzo, tutti in inglese). Si richiedono inoltre competenze tecniche ed interpersonali molto elevate, dato che c’è molta concorrenza.
Ma con l’impegno, la forza di volontà, il senso del dovere, ed un po’ di coraggio, i nostri ragazzi sono riusciti finalmente a coronare il sogno di vivere insieme senza nessuna paura di non arrivare a fine mese, cosa che in Italia li era impossibile. Hanno provato fino in fondo a rimanere nel loro paese, vicini ai loro affetti, ma questo paese probabilmente non vuole bene ai suoi figli.

Riproduzione riservata ©