Caprilli, caso in Regione Giovedì dibattito pubblico

Staccate tutte le utenze, stagione 2016 a forte rischio. Il consigliere regionale Pd, Gazzetti, annuncia che presenterà una interrogazione in Consiglio Regionale. Intanto la situazione dell’ippodromo si fa sempre più critica fra erba alta e incuria

di Giulia Vicari

Il gruppo consiliare regionale Pd ha svolto sabato 1 aprile un sopralluogo all’interno della struttura. Francesco Gazzetti ha annunciato che presenterà in Consiglio Regionale un’interrogazione. “La vicenda – dice – merita di essere portata anche all’attenzione della Regione sperando che a livello locale possa essere trovata la giusta soluzione”. Intanto fra dubbi e incertezze sulla sorte dell’impianto, la situazione dell’ippodromo Caprilli di Livorno si fa sempre più critica. Sono state chiuse tutte le utenze e, al momento, nessuno sa dove e come verrebbero spostati i cavalli attualmente presenti nella struttura se ci fosse un’eventuale fallimento. Prospettiva che a questo punto non sembra poi così impossibile.
Giuseppe Luongo, della segreteria Slc Cgil Provincia di Livorno, nel corso di una conferenza stampa andata in scena il 30 marzo afferma che “siamo di fatto all’estrema unzione del Caprilli. Questo percorso, che può essere più o meno doloroso per tutti, risulterà comunque una perdita secca per l’intera città, di un’area, di una struttura, di una tradizione culturale di cui Livorno si è fatta portatrice affezionata, e anche di tanti posti di lavoro. Sappiamo – continua Luongo – che è stata convocata per giovedì 31 marzo l’assemblea dei soci, e noi vogliamo essere informati in tempo reale: se vogliono il fallimento o vogliono chiudere il Caprilli abbiamo il diritto di saperlo, perché facciamo parte di questa storia che va avanti dal 120 anni”.

IL SINDACO DI LIVORNO NOGARIN IN VISITA ALL’IPPODROMO CAPRILLI

“In questi giorni la Livorno Galoppo ha dato in via definitiva disdetta di tutte le utenze – spiega Paolo De Santi direttore della Livorno Galoppo – Enel stamattina (ieri, ndr) ha staccato la fornitura di luce. In questi giorni la cosa avverrà anche per l’acqua e per il gas e così via per tutte le utenze. Avevamo cercato di evitare tutto ciò, nel rispetto e nella tutela dei cavalli, ma a questo punto la situazione non è più sostenibile. Abbiamo spiegato al sindaco che non eravamo in grado di sostenere una proroga con scadenza il 30 aprile perché volevamo delle garanzie che potevano essere date solo con un incontro congiunto della Livorno Galoppo, del Comune e l’Alfea. Non si può lavorare con gestioni temporanee per sempre, la necessità è di una gestione duratura e noi con la Livorno Galoppo potevamo avere una continuità lavorativa, ma questa situazione a causa delle scelte dell’amministrazione non è stata possibile. Ci domandiamo se il comune vada comunque avanti in una trattativa con Alfea e quali prospettive abbiamo di poter vedere ancora svolgere le attività all’interno dell’ippodromo. C’è chi si sta già muovendo verso il ministero per accaparrarsi le giornate di corse che sarebbero dovute toccare a Livorno, che poteva contare su 26 giornate come nel 2015”.

“Il fatto di interrompere l’attività in questo ippodromo è un segnale estremamente preoccupante – continua De Santi – perché sappiamo il momento in cui questo avviene ma non sappiamo se ci sarà una ripresa dell’attività in questo ippodromo. Sono preoccupato che questa sia la morte definitiva delle corse a Livorno. Dopo 120 anni. La cittadinanza durante l’estate ha sempre usufruito dell’impianto come luogo di svago, di ricreazione, di aggregazione ed è stato molto apprezzato dai livornesi.Tutto ciò lo abbiamo visto dalle presenze di quest’anno, nelle giornate normali di 4000-5000 persone a sera. Inoltre abbiamo dato la possibilità alla città di usufruire di questo spazio, indipendentemente dalla corse, tutti i giorni della settimana per il periodo dalla primavera fino a settembre concluso: questo non sarà più possibile, diventerà un altro luogo di abbandono e da un punto di vista politico è un errore grossissimo dell’amministrazione. All’interno dell’ippodromo ci sono in questo momento 50 cavalli, in questi giorni devono sapere quale sarà la loro sorte, perché nemmeno la fontanella che erogava l’acqua potabile è più a loro disposizione con la disdetta delle forniture. Dal punto di vista della sicurezza l’impianto è in totale abbandono, si può entrare da tutte le parti ed è una zona vulnerabile. Mi sento di dire anche al Prefetto che è necessario un intervento per mantenere  la sicurezza di questo impianto”.

“La mancata erogazione dell’acqua mette in crisi anche l’attività dei lavoratori part time e a tempo determinato dell’agenzia di scommesse – aggiunge Luongo – che sono una quindicina”.
“Ci sono vari elementi che complicano il trasferimento dei cavalli dall’ippodromo di Livorno a, per esempio, quello di Pisa – spiega per concludere De Santi- sicuramente il costo e poi la logistica perché l’impianto di San Rossore è dispersivo e la distanza dalle piste richiede sicuramente più personale per lo stesso numero di cavalli. In tanti allenatori saranno nella condizione di dover rinunciare a questa attività e oltretutto avremo una grossa perdita di posti di lavoro perché di ‘grossi’ allenatori, cioè che hanno tanti cavalli, ce ne sono pochi, 2 o 3, il resto sono tutte piccole realtà che andranno a sparire. Inviterei anche i cittadini che sono legati a questa realtà a far sentire la loro voce perché progressivamente si stanno perdendo diversi tasselli della realtà livornese, l’ippodromo è uno di questi ma non è l’unico. Teniamo conto di cosa ha prodotto questo ippodromo nella realtà ippica italiana, cioè cavalli di alto prestigio, nonostante sia un ippodromo di una città piccola non è stato secondo a nessun’altra realtà; non dimentichiamo che in Toscana c’è la concentrazione massima di ippodromi, che sono 9, e questo fa capire quanto attaccamento ci sia da parte del pubblico. Far sparire la realtà dell’ippodromo di Livorno non è come in altre realtà industriali, che si possono spostare, questa, qui la chiudi e qui finisce. Attendiamo una risposta del sindaco, almeno questo ci è dovuto”.

Il dibattito pubblico – Il dibattito pubblico, promosso dal segretario generale Slc, Giuseppe Luongo, insieme ai lavoratori del Caprilli, si terrà alle 12 del 7 aprile nella sala postconsiliare del Comune di Livorno.

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