Ibis, gli occhi della Ue sul tribunale di Livorno

Gli occhi della Commissione Europea sono dunque puntati sull’Italia e in particolare sulla Provincia di Livorno dove si concentrano i maggiori casi di bracconaggio

Il 19 giugno, alle ore 9, si terrà al tribunale di Livorno la seconda udienza del processo contro A.M, classe 1972, il cacciatore unico imputato al processo per aver sparato e abbattuto due esemplari di Ibis eremita. La Commissione Europea chiede la massima attenzione. La specie, ridotta sull’orlo dell’estinzione, è infatti presente in Italia con pochissimi esemplari, come migratrice e svernante, grazie a un progetto austriaco in corso, cofinanziato dalla Commissione Europea con lo strumento LIFE+.
Nella prima udienza, del 13 febbraio scorso, la difesa del cacciatore aveva chiesto di risolvere il caso con un’oblazione, richiesta che è stata negata dal giudice, la Dott.ssa Marina Cirese, “ritenuta la particolare gravità del fatto, atteso che i due esemplari abbattuti costituiscono specie particolarmente protette da convenzioni internazionali”. Non si tratta di un fatto di lieve entità dunque.
Si è trattato di un primo successo per il WaldrappTeam austriaco, che è sostenuto per motivi legali in questa causa dalla Lega per l‘Abolizione della Caccia e dalla Lega Anti Vivisezione, che si sono costituite parte civile.

Il progetto LIFE ha come obiettivo la reintroduzione in natura della specie, allevando esemplari in cattività in Austria e liberandoli con una particolare tecnica che insegna loro la rotta di migrazione. La specie infatti è migratrice ma ormai non esistono più esemplari selvatici in grado di insegnare ai nuovi nati la rotta. Di questa incombenza si occupa il progetto LIFE, il cui capo progetto, il Dott. Johannes Fritz, accompagna personalmente con un velivolo ultraleggero gli esemplarti nati dall’Austria alla laguna di Orbetello, oasi protetta del WWF, dove i giovani Ibis trascorrono l’inverno prima di intraprendere il viaggio di ritorno autonomamente verso il luogo di nascita. Uno dei problemi principali che il progetto sta incontrando è l’uccisione illegale degli esemplari, concentrata in Provincia di Livorno dove ben quattro esemplari sono stati uccisi da bracconieri, con un enorme danno per il progetto finanziato dalla Commissione Europea. Che ci vuole vedere chiaro. “La nostra Unità – scrive Anne Burrill, vicecapo Unità LIFE+ alla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea in una lettera inviata al Waldrappteam il 21 maggio scorso – è stata informata (…omissis…) che il tribunale Italiano ha iniziato  un processo a carico  di un cacciatore italiano che ha ucciso due Ibis eremita (Geronticus eremita).” “La Commissione – continua Burrill – è profondamente preoccupata che il bracconaggio in Italia possa inficiare gli obiettivi ed i risultati del vostro progetto LIFE+”. Di conseguenza la Commissione chiede di conoscere le ripercussioni di questi casi di bracconaggio sulla specie protetta e come l’Italia intenda garantire che il numero di uccisioni illegali sul territorio venga sostanzialmente azzerato.
Gli occhi della Commissione Europea sono dunque puntati sull’Italia  e in particolare sulla Provincia di Livorno dove si concentrano i maggiori casi di bracconaggio. Non ci fanno decisamente una bella figura agli occhi della comunità internazionale i cacciatori della provincia, considerata la densità di casi di uccisione, ben quattro dal 2012 e considerato che si tratta di uccelli facilmente riconoscibili.
Gli uccelli, all’inizio della migrazione accompagnata dallo staff del progetto vengono dotati di radio satellitari che permettono di conoscerne la posizione in tempo reale ed è stato proprio grazie a questi congegni e all’impegno del Comando della Polizia Provinciale di Livorno, sotto la direzione del Comandante Maurizio Trusendi (una forza di polizia che il Governo sta cancellando assieme al Corpo Forestale dello Stato, togliendo loro le competenze di controllo ambientale e trasferendo il personale ai Comuni nonostante la dimostrata esperienza ed efficacia nell’azione contro i crimini ambientali) che è stato possibile individuare gli esemplari abbattuti e risalire al presunto responsabile.
Ad associarsi  alle preoccupazioni della Commissione Europea è anche il gruppo internazionale di coordinamento per conservazione dell’Ibis eremita (www.iagnbi.org), che ha chiesto all’Italia di esercitare pienamente le proprie obbligazioni legali per punire i responsabili dei casi di bracconaggio contro questa specie sull’orlo dell’estinzione. Il manager del progetto LIFE, Johannes Fritz, ha dichiarato: “Siamo estremamente preoccupati dell’impatto che il bracconaggio sta avendo in Italia sul nostro progetto e sulla conservazione dell’Ibis eremita a livello internazionale. Attendiamo con fiducia i risultati del processo e ci aspettiamo una condanna esemplare per il responsabile delle uccisioni. Gli ibis sono animali molto particolari, assolutamente inconfondibili per il loro aspetto e non è credibile che vengano confusi da un cacciatore con qualsiasi altra specie cacciabile in Italia, meno che mai con i colombacci. Chiediamo alle associazioni venatorie italiane, con le quali abbiamo un ottimo rapporto di cooperazione, di impegnarsi al massimo perché non si registrino altri abbattimenti illegali in futuro”. In parallelo al processo penale per gli atti di bracconaggio, l’associazione Waldrappteam – ha dichiarato Johannes Frits – si sta adoperando per avviare un processo civile per richiedere il riconoscimento dei danni al cacciatore, considerato il costo che ogni esemplare rappresenta per il progetto e per il danno creato all’erario comunitario. Un riconoscimento della gravità dei fatti si può leggere anche nella richiesta, da parte della difesa dell’imputato di chiamare in causa la assicurazione obbligatoria di Federcaccia, di cui l’imputato è tesserato, la ARISCOM s.p.a. . Un fatto che potrebbe far prendere le distanze da parte dei cacciatori dall’operato del cacciatore a processo.

Per ulteriori informazioni:

Johannes Frits, capo progetto LIFE: [email protected]

Alberto Zocchi, referente italiano del progetto: [email protected] – 335 8172656

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