Giulio, striscione a scuola: “No alla discriminazione”. E la storia del 14enne finisce in tv al Tg1

Su facebook la solidarietà di tantissimi livornesi che hanno postato un selfie con la frase "Io sono Giulio"

di Virginia Pedani

Non si ferma l’ondata di solidarietà e indignazione per il fatto accaduto alla Scuola Secondaria di 1°grado “B.Bartolena”, che ha raggiunto in poco tempo una rilevanza nazionale soprattutto nei social network, tempestati in questi giorni dal messaggio “Io sono Giulio”, il ragazzino di 14 anni affetto da autismo escluso e non avvisato della gita scolastica della propria classe. Nella mattinata del 15 aprile, per sottolineare e dar voce a tutti i possibili Giulio d’Italia, si è svolta una manifestazione davanti alla sede principale della scuola frequentata dall’adolescente, in cui erano presenti diverse mamme e ragazzini che hanno messo la propria faccia per sensibilizzare e denunciare che la superficialità nell’ambiente della disabilità non è e non può essere ammessa nuovamente. A questo proposito è fondamentale ricordare che la Legge 104 in materia di permessi, detrazioni e agevolazioni per disabili e familiari è ben costruita e regolamentata, ma purtroppo,viene disattesa in molti suoi punti. “E’ stata una bellissima sorpresa, ringrazio tutte le mamme che questa mattina si sono esposte perché hanno così a cuore la vicenda di mio figlio “ – dice Sandra Biasci, madre di Giulio nonché presidente dell’Associazione Autismo Livorno – La cosa che più mi ha colpita e che mai mi sarei aspettata è stata la grandissima adesione e sensibilità che ha scatenato questo fatto, soprattutto nei social network che hanno funzionato alla grande, sono molto contenta di questo”. L’intento principale della manifestazione non è stato quello di colpevolizzare qualcuno, ma di spronare e di sensibilizzare ulteriormente le persone riguardo a questi temi, che molto spesso vengono avvertiti come distanti ed esterni dalle vite di ognuno, quasi irreali.
“Ovviamente è necessario e giusto che chi ha sbagliato anche inconsapevolmente paghi questa dimenticanza, sperando che un episodio del genere serva a tutti quanti e sia l’ultimo di una serie quasi interminabile” affermano le mamme manifestanti. Come tutti gli avvenimenti in cui c’è qualcuno che accusa e qualcuno che è stato accusato, non sono mancate le voci fuori dal coro della vicenda, in opposizione alla motivazione della manifestazione e portatrici a quanto pare del reale svolgimento dei fatti. L’importante di questa vicenda non è di certo quello di fare della strumentalizzazione soprattutto riguardo a un tema del genere, ma quello di far capire ed entrare finalmente dentro le coscienze, che l’uguaglianza sostanziale non va soltanto professata ma messa in atto e accettata ogni giorno.

Ispettore a scuola e servizio al Tg1 – Per far luce sulla vicenda di Giulio, lo studente di terza media di un istituto di Livorno affetto da una grave forma di autismo ed escluso martedì dalla gita scolastica, il ministero dell’Istruzione ha inviato un ispettore a Livorno. Il Ministero intende chiarire anche l’episodio analogo accaduto a Isernia dove un altro ragazzo, Luigi, ha trovato l’aula vuota perché i suoi compagni di classe erano in gita.  La scuola della nostra città, al momento si è giustificata parlando di un “difetto di comunicazione”.
Intanto la storia di Giulio finisce sul Tg1 delle 20 di giovedì 14 aprile con la giornalista Rai che intervista la mamma del ragazzo disabile davanti alla Terrazza Mascagni (clicca qui per vedere il servizio andato in onda). La storia è infatti approdata su tutti i canali nazionali, da “Il Fatto Quotidiano”, al “Corriere” fino ai media televisivi come, appunto, la Rai.
Nella mattina di venerdì 15 aprile le mamme dell’istituto hanno manifestato la solidarietà alla famiglia di Giulio e al ragazzo con uno striscione appeso davanti all’ingresso. “No alla discriminazione“. La mamma del 14enne, Sandra, si è presentata con una maglietta con la scritta “Se credi che tutto sia scontato non mi conosci”.

I fatti-  Giulio frequenta la terza media in un istituto di Livorno. Giulio soffre di una grave forma di autismo. Giulio tutte le mattine va a scuola e al suo banco è seguito da un’insegnante di sostegno che lo accompagna passo dopo passo. Giulio una mattina arriva in aula e scopre che la sua classe è sparita. Giulio inizia a chiedersi cosa sia successo. Ma come sparita? Un’astronave l’ha portata via? Uno sciopero improvviso? Un pesce d’aprile in ritardo? Siamo su Scherzi a Parte? Niente di tutto questo. La classe è andata in gita, senza Giulio. Giulio è rimasto a casa. Nessuno ha avvisato Giulio, né tanto meno la sua famiglia. Il pullman è partito senza di lui. Giulio per questo è triste.
Ma al di là della tristezza c’è la rabbia. Non contro qualcuno o qualcosa, ma per il modo con cui tutto questo è avvenuto e per l’idea, la sola idea, che questo potrà avvenire una seconda volta nei confronti di Giovanni, Mario, Luigi, Alberto, Luca e di tanti altri bambini con disabilità, lasciati “fuori”, lasciati ai margini, lasciati alla fermata del pullman.
Non vogliamo fare nomi, non vogliamo puntare il dito contro qualcuno, accusare, creare mostri mediatici. Lo scopo non è questo. Lo scopo è lanciare un messaggio, senza forche o gogne.
Lo scopo è che ogni Giulio del mondo possa avere il diritto di scegliere, e ribadiamo “scegliere”, dopo un’attenta valutazione della famiglia e dei medici specialisti, se salire o meno su di un pullman per una gita con i compagni di classe.
“La dirigente scolastica- spiegano i genitori di Giulio al telefono con Quilivorno.it – ci ha spiegato che la decisione di non portare nostro figlio in gita è stata presa dal consiglio dei docenti e così era stato deciso. Vogliamo premettere che crediamo nella buona fede degli insegnanti, ma la cosa che più ci fa arrabbiare è che nessuno ci abbia avvisato del fatto, che nessuno ci abbia consultato prima di prendere una decisione di questo tipo, di escludere Giulio da una gita scolastica a pochi chilometri da Livorno, e che nessuno ci abbia comunicato niente dopo. Ormai Giulio è al termine del suo percorso scolastico in quell’istituto, quindi anche all’ultima gita in programma. Quello che ci preme è che questi fatti non accadano a nessun altro bambino e a nessun’altra famiglia. E’ una cosa a dir poco disdicevole”.
La campagna di solidarietà sui sui social network – Sui social network, e in particolare su facebook, si è scatenata una vera e propria campagna di solidarietà nei confronti del 14enne. Tanti, tantissimi livornesi, di cui inseriamo alcune foto qua sotto in pagina, hanno deciso di scattarsi una foto con un cartello e una semplice scritta “Io sono Giulio”.  Tra i tanti che hanno postato un selfie di solidarietà anche il consigliere regionale del Pd, Francesco Gazzetti, il giornalista sportivo Fabrizio Pucci e molti altri cittadini che hanno voluto così tendere una mano virtuale al giovane studente rimasto a casa.

Ecco il  messaggio a firma di Giulio, che nella giornata di martedì 12 aprile ha iniziato a girare su facebook:
“Mi chiamo Giulio, ho 14 anni , sono affetto da autismo, ma sono anche “altro”! La mia classe oggi è in gita: io no! Nessuno ha avvertito la mia famiglia, quindi…sono andato a scuola e mi sono trovato da solo. Peccato mi sarebbe piaciuto molto passare una giornata all’aria aperta, in pullman, mi piace molto il pullman. Però “qualcuno” ha ritenuto che non era adatta a me questa giornata.
Ci sono rimasto molto male ma non potendo esprimermi a parole sembra che a quel “qualcuno” non importi. Sarei potuto essere felice oggi…. Invece….”.

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