Chiude libreria anti-Schettino. “Grazie” in vetrina

Il titolare: "Mi ricordo ancora una telefonata di una signora dalla Polonia che si congratulò per la nostra scelta di non vendere quel libro"

di gniccolini

La scorsa estate la Libreria Marradi era passata agli onori della cronaca locale e nazionale per il “no” pronunciato forte e chiaro da Cristiana Ricci, figlia del titolare Giovanni, al libro di imminente uscita all’epoca dei fatti scritto dal comandante Francesco Schettino sul tragico naufragio della Costa Concordia (clicca qui per leggere l’articolo). La scelta di non vendere quelle pagine sui banchi della libreria causò una marea di reazioni spaccando l’opinione pubblica.
Venerdì 29 gennaio la Libreria Marradi chiude per sempre i battenti e lo fa salutando tutti con due maxi cartelli affissi in vetrina che ringraziano, nome per nome, i tanti clienti affezionati che in questi cinque anni e mezzo di gestione della famiglia Ricci si sono rivolti a loro per un romanzo, un quaderno, una scatola di pennarelli o semplicemente per passare un po’ di tempo a chiacchiera. Proprio così, perché la Libreria Marradi era anche questo. Un vero e proprio punto di incontro dei residenti del quartiere che amavano scambiare due parole con Giovanni e Cristiana.
“Sono stati cinque anni e mezzo intensi – spiega Giovanni Ricci dietro ad un bancone ormai spoglio contornato ormai da ricordi – Ho sempre in mente benissimo il nostro primo giorno qui. L’emozione, la passione con cui mia figlia ed io ci siamo imbarcati in questa avventura. Il motivo della chiusura? In realtà sono molteplici: un po’ la crisi ma soprattutto perché Cristiana ha avuto un’opportunità lavorativa a cui non poteva rinunciare. E di questi tempi sarebbe stato un grosso errore lasciare perdere. Così rimanendo solo io al timone, visto che mia moglie è insegnante e ha ancora due anni minimo di lavoro davanti, non me la sono più sentita di continuare. Venerdì sarà il nostro ultimo giorno di lavoro e ne approfitteremo per sgomberare tutto e consegnare le chiavi del fondo”.
Tra i ricordi di Giovanni non poteva mancare lo scalpore provocato dalla loro scelta di rifiutare il libro di Schettino. “Quando io e Cristiana decidemmo di non venderlo – spiega Ricci – non pensavamo mai a tutto questo clamore. A noi sembrava una cosa scontata, naturale, dovuta. Siamo finiti, anche dopo l’articolo su Quilivorno.it, sulle pagine del Corriere della Sera. Per non parlare delle centinaia di telefonate e messaggi ricevuti. Mi ricordo ancora una telefonata arrivata qui in libreria da una signora dalla Polonia che si congratulò per la nostra scelta”.
Così la libreria “anti-Schettino” abbassa la saracinesca. Chiude dunque un altro luogo di divulgazione della cultura in pieno centro. Come addio, una vetrina colorata farcita di grazie per i tanti che ci hanno creduto.

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