Cava al Limoncino, il comitato: “Prima la salute”. Nogarin: “Tari? Una mossa elettorale”

di Jessica Bueno

Continua ad andare avanti il dibattito riguardante la discarica del Limoncino, che vede da anni contrapposti comitato dei residenti famiglia Bellabarba, proprietaria dell’impianto.
“Ci hanno detto – afferma Rosaria Scaffidi del Comitato antidiscarica – che sono disposti a darci ciò che richiediamo, di sederci con loro ad un tavolo per affrontare la questione: ma noi non abbiamo bisogno di trattative, semplicemente non vogliamo quella discarica. Non venderemo mai la salute dei cittadini livornesi, li vogliamo tutelare e non ci arrenderemo”.
“Il gestore della discarica – sostiene l’avvocato Patrizio Rossi – è attualmente la Bellabarba Ambiente srl, la quale presentò la domanda per il rinnovo dell’autorizzazione a Enrico Bartoletti, del dipartimento Ambiente e Territorio della Provincia, ma non c’è stata alcuna risposta. Verrà quindi firmata in settimana la diffida nei suoi confronti, con atto formale. La Bellabarba Ambiente, a quanto risulta dal bilancio del 2012, non ha dipendenti, è un’emanazione della Invest Eurofid Spa, una società fiduciaria, a sua volta espressione della Cabel Holding e della banca di credito cooperativo della Toscana. Inoltre, è infondato dare colpa ai frontisti per la crisi attraversata dalla ditta: ci sono stati ritardi nei pagamenti da parte dell’amministrazione e una generale situazione di crisi nell’edilizia”. “Furono fatte proposte – continua – dall’avvocato Girardi in concomitanza con l’udienza di febbraio 2015 ma non sono state accettate dai frontisti. Com’è possibile trovare un accordo? Si voleva regolamentare il traffico degli autocarri, ridurre i codici CER e la corresponsione di un’indennità per il disagio dovuto al traffico. L’esperienza di Monte Burrone, ci insegna però che deve essere il gestore della discarica ad effettuare i controlli sui materiali che arrivano. Adesso quella discarica, anch’essa gestita dai Bellabarba, è sotto sequestro. L’Arpat afferma che le cave non possono essere trasformate in discarica quando la via per accedere è stretta e tortuosa, se intorno c’è una zona boschiva, se l’area è di pregio ambientale e se la discarica è in quota. E’ una perfetta fotografia del caso del monte La Poggia. Nel 2014, poi, fu applicata una legge che cambiava la classificazione dei rifiuti: ciò significa che adesso, molti rifiuti considerati non pericolosi potrebbero potenzialmente esserlo”.

L’intervento del sindaco sulla sua pagina Fb a proposito dell’incontro fra il sindaco e Bellabarba – Nessun contatto con la ditta Bellabarba sulla discarica del Limoncino al centro del contenzioso tra frontisti e la società. Nessun contatto è quindi intercorso con la Giunta e tantomeno il Gruppo Consiliare. Il M5S ha avversato politicamente l’idea di realizzare una discarica nell’ex cava del “Canaccini” ed è solo per continuità amministrativa che la Giunta Comunale non è potuta uscire dalla causa. E’ oltremodo grave, visto il periodo elettorale, che la società speculi sul tema della TARI per riaprire il dibattito sulla questione, tanto più che tale argomentazione finirebbe per decadere con il passaggio di AAMPS a Retiambiente, dal momento che è tutto da dimostrare come tale impianto (neppure inserito nel piano infrastrutturale dell’ATO Costa) possa incidere sulla TARI dei livornesi. Quel che è certo è che invece la questione del dissesto idrogeologico delle cave, specialmente alle porte del Parco dei Monti Livornesi non possa vedere come soluzione un impianto di smaltimento rifiuti. Tutto questo non significa che la Giunta non tenga in considerazione il destino dei dipendenti, e questo la ditta Bellabarba lo sa perfettamente.

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