Caso Aamps, indagato anche Lemmetti. Nogarin: ‘Tutto alla luce del sole’
Tra i sei indagati noti anche l'ex sindaco Alessandro Cosimi
E’ finito anche l’assessore al Bilancio della giunta Nogarin, Gianni Lemmetti, nel registro degli indagati per l’ormai famoso caso Aamps. Salgono dunque a sei gli iscritti “certi” nelle pagine del pubblico ministero della Procura livornese Massimo Manncci per l’inchiesta sulla gestione della società dei rifiuti. Fino ad oggi i nomi usciti fuori sono quelli dell’ex direttore generale di Aapms, Lorenzo Fommei e quello dell’ex assessore della giunta Cosimi, Walter Nebbiai. Tra di loro anche lo stesso ex primo cittadino in persona, Alessandro Cosimi, l’ex Ad di Aaamps Angelo Rosi e il direttore della protezione civile Lorenzo Gonnelli. L’avviso di garanzia che riguarda l’assessore al Bilancio pentastellato è giunto nella mattina di lunedì 18 aprile. Al momento laconico il commento dell’amministratore il quale ha dichiarato di non volersi dimettere e di voler parlare soltanto una volta capito a fondo di cosa si tratti. Per Lemmetti, uno dei motivi fondamentali su cui verterebbe l’indagine nei suoi confronti sarebbe stata la scelta di inserire nella Tari (la tassa sui rifiuti) parte dei crediti inesigibili delle precedenti amministrazioni.
Tra le ipotesi di reato contestate a vario titolo agli indagati ci sono ci sono l’abuso di atti d’ufficio, false comunicazioni in bilancio e falso in bilancio, abuso di alcuni fondi regionali e dei fondi Tia.
Il messaggio del sindaco Nogarin: “Non entro nel merito delle contestazioni che vengono mosse all’assessore Lemmetti dalla procura di Livorno nell’ambito dell’inchiesta su Aamps. Lo farò solo quando sarò in possesso di tutti gli atti. Quello che posso dire al momento è che sono certo che la magistratura accerterà la correttezza dell’operato dell’assessore e in generale di tutta la Giunta sull’intera vicenda. Spero solo che tutto si risolva il più in fretta possibile. Siamo stati noi i primi a voler fare chiarezza sulla gestione di Aamps, rendendo nota la situazione debitoria dell’azienda. Dopodiché abbiamo fatto quanto in nostro potere per rimetterla in piedi: abbiamo scelto il concordato perché era l’unica strada percorribile e siamo convinti di aver fatto la scelta corretta. Allo stesso tempo abbiamo voluto tutelare 33 precari storici dell’azienda, stabilizzandoli. Abbiamo avuto il coraggio di fare tutto questo alla luce del sole, segnando così una netta discontinuità con la gestione opaca di Aamps, che non era mai stata messa in discussione fino al nostro ingresso in Comune”.
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