Autovelox, Aci: “No alle trappole solo per far cassa. Sì a un patto con le forze dell’ordine”

"Sì a un patto chiaro e leale tra automobilisti e forze dell’ordine"

Come già sollevato a livello nazionale dal Presidente dell’Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani, anche sulla scena locale la questione dei controlli tramite autovelox, siano essi apparecchi mobili o fossi, appare ancora carente sotto l’aspetto della determinazione di regole certe da rispettare.

Ecco una nota del presidente dell’Aci Livorno Franco Pardini che invoca un chiaro “no alle trappole per far cassa”.

“Sia da parte di chi è tenuto a sorvegliare, sia da parte degli stessi utenti della strada. Ma soprattutto, la menzionata attività di vigilanza, nei termini e nelle modalità attraverso la quale viene portata avanti al giorno d’oggi, risulta ben lontana dal potersi dire veramente efficace nel suo principale intento di indurre gli automobilisti e i centauri al rispetto dei limiti di velocità.

Un rapporto equo. Non posso che rallegrarmi per la maturazione delle recenti decisioni prese dalla Corte Costituzionale. Prima di questa sentenza, la legge imponeva la taratura degli apparecchi soltanto all’acquisto. Mentre adesso spetta alle prefetture locali dimostrare il buon funzionamento e la costante e periodica manutenzione dell’impianto di rilevazione. Una sentenza inquadrabile nella necessità di sviluppare un rapporto molto più equilibrato nel rapporto tra i soggetti interessati. Una disparità di trattamento che si evidenzia tra l’altro nello stesso meccanismo previsto per un’eventuale richiesta di restituzione della somma ingiustamente versata: una volta appurata la mancata manutenzione menzionata sopra, l’iter dovrebbe attivarsi e concludersi in automatico. Invece, al fine di far valere le proprie ragioni, il cittadino si trova costretto a dover intraprendere forzatamente la via giudiziaria. Se le multe elevate entro i limiti temporali di un determinato periodo vengono riconosciute come illegittime in base alla sentenza di cui copra, non pare più logico, semplice e soprattutto equo e semplice  procedere con l’immediato annullamento d’ufficio e con la restituzione della somma all’interessato?

Obiettivo sicurezza. Il target primario non deve essere quello di elevare multe, bensì il riuscire ad ottenere il rallentamento in alcuni punti ritenuti più pericolosi e con una frequenza ritenuta necessaria. Per centrare tali obiettivi, è necessario che l’apparato di controllo sia ben visibile sia di giorno che di notte e che i cartelli di preavviso siano posizionati in maniera efficace e soprattutto non siano inutili.

Pisa esempio virtuoso. A livello locale, la linea da seguire ad esempio potrebbe essere quella tracciata già un anno fa dal Prefetto di Pisa, Francesco Tagliente, con un decreto che ridisegnava la geografia delle strade sulle quali possono essere effettuati controlli della velocità con contestazione differita. Oltre alla superstrada Fi-Pi-Li e l’Aurelia, oltre alla Tosco Romagnola nel tratto abitato di La Rotta, dove si verificano numerosi incidenti, e un tratto di viale D’Annunzio tra Pisa e il litorale. Tutte le altre postazioni fisse, prima al centro di centinaia di ricorsi da parte degli automobilisti multati che hanno rimpinguato le magre casse della Provincia, a partire dal primo luglio 2014 sono state spente. A questo si è giunti al termine di un lungo lavoro di studio della viabilità provinciale e sui numeri degli incidenti, svolto dall’osservatorio provinciale sulla sicurezza stradale in collaborazione con le forze di polizia e con gli enti locali”.

Franco Pardini

Presidente AC Livorno

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