Alloggi adibiti a disabili, un percorso fra barriere architettoniche

di admin

Invitati da Michele, il ragazzo disabile che aveva ottenuto l’assegnazione di un alloggio in locazione a canone sostenibile, in via Galilei 11, ma che di fatto non è a misura di portatori di handicap, abbiamo eseguito un sopralluogo, ispezionando la struttura ed ottenendo ulteriori delucidazioni sulla faccenda. Ad attenderci fuori dall’abitato troviamo Michele, sua madre Cinzia ed il delegato provinciale di AS.I.A. Usb Livorno( Associazione Inquilini e Abitanti Unione Sindacale di Base) Giovanni Ceraolo, a cui il ragazzo e la sua famiglia si sono rivolti, stanchi di essere sobbalzati da un ufficio ad un altro, senza soluzione alcuna .
“Per prima cosa ci tengo a sottolineare quanto sia vergognoso che sia stato fatto un bando d’assegnazione di questo genere – è intervenuto Ceraolo – al punto “c” dell’art. 6 nella sezione “Destinatari degli alloggi e quote di riserva”, c’è scritto chiaramente “n.1 alloggio è destinato al primo nucleo familiare comprendente portatori di handicap grave o invalidi con percentuale non inferiore a 3/4 (75%), che occupino alloggi con barriere architettoniche, come attestato dalla competente Azienda U.S.L.”. Questo dimostra chiaramente che non è stato fatto alcun sopralluogo preventivo, né da parte comunale né da parte della società Casalp, proprietaria e responsabile dei lavori sull’immobile, altrimenti sarebbe immediatamente saltato all’occhio di chiunque, l’inagibilità di questa struttura da parte di una persona su sedia a rotelle”.
I due gradini situati all’ingresso, dal 3 di settembre sono interessati da lavori ed al momento sono sostituiti da assi di legno, in attesa di una vera e propria rampa per disabili, che dovrebbe essere conclusa fra una settimana circa.
“Questo palazzo è dotato di un parcheggio per i residenti, da cui si accede da via dei Terrazzini, ma che di fatto per me è irraggiungibile, visto che viene collegato all’ingresso secondario dello stabile, da due immense rampe di scale in metallo – spiega amareggiato Michele – anche se adibissero un posteggio invalidi proprio davanti al portone in via Galilei, sarebbe infattibile. Dovrei scendere e prendere la carrozzina praticamente in mezzo di strada o peggio dovrei accedervi in contromano per esser più sicuro sul lato marciapiede. Pericoloso per me ma anche per gli altri”.
Entriamo nel palazzo e prima di arrivare all’ascensore, ecco che ci sono altre scale, ma queste con montacarichi, che comunque una volta sceso va fatto risalire per esser ricaricato. Ci avviciniamo al parcheggio, ed ecco che per poter uscire, Michele deve esser aiutato dalla madre a scendere altri quattro gradini e poi in fondo, ecco la scalinata in metallo che collega al parcheggio.
“Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo subìto di tutto – sottolinea la madre Cinzia – visite da parte dell’U.S.L. sull’effettiva inadeguatezza della nostra casa per un disabile, perfino lo scontrino della sedia a rotelle, all’iter senza fine da Casalp all’Ufficio Casa del Comune, che sinceramente sono stati parecchio scortesi con mio figlio, che non aveva chissà quali pretese se non di accedere ad una casa, che risultando idoneo in graduatoria gli spettava di diritto”.
Michele non ha ancora firmato nessun contratto, chiedendo la sospensione del termine di accettazione che di fatto sarebbe scaduta a trenta giorni dal ricevimento dell’assegnazione, quindi circa a giugno, proprio per non vincolarsi con una struttura a cui non potrebbe “fisicamente” accedere.
“Dagli ultimi dialoghi con Casalp, sarebbe emersa una possibile soluzione – spiega Giovanni Ceraolo – creare un passaggio con cancello all’interno del giardino limitrofo e creare una piccola rampa anche sui gradini di accesso alla porta secondaria. Questo permetterebbe a Michele di poter usare l’auto in tutta sicurezza e di aggirare il problema scale”.
Ma le difficoltà sembrano non aver fine, il giardino infatti fa parte dell’Istituto Santa Margherita, una scuola materna ed elementare parificata, dove i bambini vi hanno accesso per giocare.
“Per spostarmi uso praticamente solo l’auto sia per andare a lavoro che per l’università – conclude Michele – quindi per me è di primaria importanza. Ho avuto un colloquio telefonico con l’assessore Ina Dhimgjini che si è mostrata subito molto attiva e disponibile verso la mia situazione. La domanda formale alla Curia per ottenere l’autorizzazione al passaggio dal giardino spetta al Comune – ha concluso Michele – la nostra speranza è che il tutto si attivi al più presto e che ci sia un esito positivo a quest’interminabile vicenda”.

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