Addio al giornalista Vinicio Saltini. Il nostro ricordo

Il funerale è fissato per domenica 17 gennaio alle 15 al nuovo cimitero della Misericordia

Sabato 16 gennaio è scomparso all’età di 81 anni, nella sua abitazione di via Paoli, Vinicio Saltini, storico giornalista, colonna del Telegrafo prima e del Tirreno poi.

Il ricordo del collega Furio Domenici –  Giugno 1998, Europei di Francia. Vinicio tornò al giornale, “Il Tirreno”, incassando gli elogi e i complimenti dei colleghi per il lavoro svolto, l’ultimo prima della pensione. Ottimo, come sempre. Puntualità, precisione, professionalità. Normale, per lui che – da inviato – di eventi sportivi ne aveva seguiti a decine ,da altri Europei, a un paio di Mondiali, a tante finali di Champions… Calcio ma non solo, lui che aveva fatto anche il cronista di nera, che aveva seguito tanti Festival di Sanremo… Dallo sport alla musica, a tanto altro. Come insomma sanno fare i giornalisti veri, che sanno stare in trincea, sulla notizia, ma sanno muoversi bene anche nella complessa macchina di un giornale.
Vinicio era una colonna non solo del quotidiano di Viale Alfieri, ma anche un’icona, un monumento del giornalismo livornese e non solo. Figurarsi la mia sorpresa, ma soprattutto imbarazzo e anche timore di non farcela quando l’allora direttore del “Tirreno” Sandra Bonsanti mi chiamò per annunciarmi che mi avrebbe messo al suo posto, io che ero stato suo allievo, che lo conobbi ai primi anni Sessanta quando cominciai a salire le scale di viale Alfieri e lui era già un giornalista affermato. Ricordo, l‘Ordine dei giornalisti da poco istituito, che Vinicio tornò da Roma dopo aver sostenuto l’esame e raccontò che con una barzelletta “sporca, alla livornese”chiesta dalla commissione aveva conquistato la simpatia di tutti a coronamento di uno scritto e di un orale superato brillantemente.
Simpatico, brillante, estroverso, poliedrico. Bravo a scrivere di sport, fosse una finale mondiale di calcio o una partita di basket (la pallacanestro, altra sua grande passione), colpiva in lui soprattutto la tempestività nel trasmettere le cronache. Se una partita finiva al 90′ e in redazione si andava in fibrillazione perchè si avvicinava l’ora di andare in rotativa, tranquilli che con Vinicio non c’erano problemi. Quando non c’erano i pc ma lo strumento degli inviati era solo il telefono, Vinicio si attaccava a quello, dettava “a braccia” ai dimafoni, ed ecco che il pezzo arrivava, puntuale e preciso. Magari con qualche refuso: come quando Vinicio (partita del Real Madrid) confondeva Butragueno con Butrangueno e il povero Renzo Marmugi, altro grande scomparso di questa grande famiglia che è stata “il Tirreno”, lo prendeva un po” in giro prima che andassimo tutti a mangiare la pizza da ‘Zi Rosa… Bei tempi, Vinicio. Come quando ci mandarono insieme al terremoto in Irpinia e mi rimproveravi, da saggio maestro, che ti dovevo contattare prima di mandare quella storia sul Bambino chiamato Livorno da Sant’Angelo dei Lombardi. Grazie Vinicio per tutto quello che mi hai insegnato.

 

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