Addio a don Carlo Leoni. Una “guida” per Livorno
“Ricordatevi sempre dei poveri e degli ultimi. Questa deve essere la vostra bussola”. È con questa frase, che sovente ci ripeteva, che vogliamo ricordare Don Carlo Leoni, che ci ha lasciato mercoledì 26 agosto. Non è il momento di essere tristi, certo ci mancherà, ma fra i suoi insegnamenti c’era proprio quello di ricordarci che la morte è la Pasqua, la Resurrezione. Vogliamo però parlarvi di lui, perché nei suoi tanti anni trascorsi a Livorno è stato un punto di riferimento per moltissime persone, è stato testimonianza e scelta di vita. Nato a Bussolengo, in provincia di Verona, il 1° marzo del 1930, arrivò giovanissimo a Livorno, dove terminò gli studi da seminarista. Ordinato prete divenne Cappellano della chiesa di Santa Teresa a Rosignano Solvay e poi Parroco a Parrana dove rimase per 10 anni. Trasferito come Cappellano al Duomo iniziò la sua esperienza con i giovani, grazie anche all’insegnamento della religione nelle scuole, che lo portò poi a fondare la Comunità Impegno. Divenne in seguito Cappellano di Villa Serena e del Pascoli, successivamente fu nominato Cappellano dei cimiteri della Misericordia, della Purificazione, dei Lupi e Cappellano della Confraternita della Misericordia. È stato fino alla fine Cappellano dell’Arci-Confraternita della Purificazione e Cappellano della Socrem (Società di Cremazione) di Livorno, della quale divenne il primo Cappellano in Italia. E naturalmente è stato fino agli ultimi istanti il Presidente Onorario e l’assistente Ecclesiastico del Centro Mondialità. Un cammino intenso, quello di Don Carlo, che ha percorso sempre con la “sua bussola”, quella che gli indicava la strada verso i poveri, una strada da percorrere insieme agli ultimi, quelli che Madre Teresa gli indicò, quando la incontrò nel suo viaggio a Calcutta che lo segnò profondamente. Dalla Comunità Impegno, attraverso varie esperienze, sono nate due realtà ancora oggi esistenti: il Centro Mondialità Sviluppo Reciproco e la Cooperativa Impegno. L’Impegno verso i paesi del Sud del Mondo e il parallelo Impegno nella sua Livorno con le case famiglia che hanno ospitato ragazzi in difficoltà, l’ascolto, l’accoglienza e tante altre cose ancora che non possiamo raccogliere nelle poche righe di un articolo. Possiamo però dire che le sue parole preferite erano “Mondialità” e “Reciprocità”, espressioni che oggi vengono usate in modo disinvolte, ma che quando le pronunciava lui, circa 40 anni fa, erano rivoluzionarie. Sì, perché Don Carlo è stato un prete rivoluzionario e noi lo vogliamo ricordare proprio così. Chi desidera salutarlo può partecipare alle esequie che si terranno giovedì 27 agosto alle ore 16.00 presso la Chiesa della Purificazione (Chiesa dei greci) in Via della Madonna.
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