Aci, assemblea dei soci 2014: i motori, una passione per tutte le età

Nel quadro dell’Ordine del Giorno dell’Assemblea 2014, ampio spazio è stato ancora una volta riservato alla celebrazione dei tesserati Aci che, per meriti anagrafici legati al conseguimento della patente, hanno guadagnato il diritto di entrate nell’elitario elenco suddiviso in differenti categorie in base alla fascia d’età di appartenenza.
‘Veterani’, ‘Pionieri’, ‘Maestri’ e ‘Accademici della Guida’, vale a dire gli affiliati con in tasca una patente da almeno 40, 50, 60 e 70 anni, hanno sfilato in parata davanti ai vertici dell’AC provinciale per ricevere l’ambito attestato di lungo corso con il documento rosa in tasca. Per l’edizione 2013, l’elenco dei cosiddetti ‘inossidabili della guida ha visto premiate ben 55 persone: 13 Veterani, 33 Pionieri, 7 Maestri e persino due Accademici. E in cima a questa lunga lista di ‘illuminati’ del volante, spiccano Mario Pulcinelli, pilota provetto ormai dal lontano 1944 e Paola Pasquali, alla guida sin dal 1947.

Mario Pulcinelli è battuto soltanto di una spanna dall’avvocato Arrigo Melani, l’altro Accademico dell’edizione 2014 e patentato dal 1943. Quest’ultimo è un personaggio molto conosciuto in città a causa della lunga attività professionale. “Ma rivendico almeno un pareggio, anche perchè vanto una fedina immacolata: mai una contravvenzione nè un incidente – scherza ma non troppo Pulcinelli – In realtà cominciai proprio a guidare un anno prima di aver veramente conseguito la patente. Anche se non si dovrebbe dire,a cavallo della guerra, non esistevano certo molti controlli a riguardo…”. La confessione di uno tra i soci più di lunga data presenti all’appuntamento fa da antipasto al racconto di una grande storia di passione con lo strumento auto. “Quando ho conseguito il permesso di guida, infatti ero ancora uno dei tanti sfollati via da casa, nel mio caso in quel di Pistoia – rimembra Pulcinelli – Solo dopo il termine del conflitto, sono tornato in città. Prima però avevo continuato a guidare anche per lavoro: avevo trovato un impego come autista di un piccolo bus che copriva una tratta di servizio extraurbano. A livello personale invece, in tutti questi anni ho posseduto solo 4 auto differenti tra cui una Ford, la prima acquistata nel ’48. Una volta scelto il modello preferito, mi affezionavo talmente che prima di decidermi a cambiarlo dovevo arrivare ad un punto di usura tale da non poterlo più davvero usare”.

Paola Pasquali invece è la quarta per ‘anzianità’ di guida dell’edizione. Ma di certo, detiene lo scettro di donna più longeva al volante sulle appena nove complessivamente rappresentanti il ‘gentil sesso’ tra quelle che hanno ritirato un riconoscimento. “La mia è una passione che nutro sin da quando ero bambina – racconta l’arzilla signora, orgogliosa del premio appena ricevuto – Mi è stata indotta molto presto anche per colpa di mio zio. Grazie alla sua professione, beneficiava spesso di biglietti gratuiti per le attrazioni del luna park: quando mi accompagnava al parco divertimenti, spendevo tutti gli ingressi sull’autoscontro”. Un amore per i motori che la pilota provetta amante delle Citroen, in attività sin dal lontano 1947 e tutt’oggi al timone di una pratica city car come la C1, ha poi coltivato anche per duplici motivi. Sia professionali, sia legati al tempo libero e all’altro grande amore: quello per i viaggi. “La mia famiglia aveva un’azienda dove lavoravano tutti i componenti e a me spettavano le consegne. Inoltre, ho sempre adorato visitare nuovi Paesi. Sin dal primo dopoguerra, quando ad esempio coprire un tragitto partendo da Livorno per arrivare a Praga poteva rappresentare un’avventura, visti i pochi distributori di carburante presenti lungo le strade – è la confessione della Pasquali – Con il tempo, mi sono fatta una certa ‘fama’ tra gli amici. E ad ogni viaggio, è toccato a me macinare chilometri. Ricordo con piacere una gita collettiva sino a Monaco di Baviera, con destinazione la caratteristica festa della birra. Insomma, sono nata con l’attitudine: la prova vivente che smentisce gli stereotipi sessiti che vorrebbero la ‘donna al volante, pericolo costante’ “.

 

 

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